Una scarica elettrica mi percorre il corpo, facendomi drizzare a sedere. Tocco freneticamente il lato del letto accanto al mio, aspettandomi di trovarci il corpo caldo e possente di Bucky. Apro di scatto gli occhi rendendomi conto che stavo sognando, e che niente di quello che la mia fervida immaginazione ha creato è reale.
Sospiro passandomi una mano tra i capelli e mi libero le gambe nude dalle coperte soffici. Un brivido mi si propaga per la schiena a causa dello sbalzo di temperatura. Accendo l'abat-jour sul comodino per cercare la felpa grigia di Bucky.
La individuo sulla poltroncina di velluto blu, e con passo poco elegante e pesante mi avvicino. La infilo con gesti veloci e scattosi, mentre il corpo trema scosso dai brividi di freddo, e forse anche di timore. Esco da quella camera, che ormai si porta impressa nei muri candidi, troppi ricordi per poterci dormire a cuore leggero.
Mi chiudo la porta alle spalle e vago per i corridoi del campus, silenziosi e bui, illuminati solo dalla luce bianca della luna piena. La signora in bianco mi osserva attraverso le vetrate scintillanti, come se mi chiedesse di uscire a farle compagnia. Così, l'accontento.
Il freddo della notte di metà ottobre mi sferza sul viso e sulle gambe, ma non ci faccio caso, troppo impegnata a pensare a cosa succederà tra poche ore. La testa vaga nel futuro, cercando di immaginare cosa accadrà una volta che avremmo portato tutti indietro.
Sento il cuore infuriare nella cassa toracica come il mare in tempesta fa contro gli scogli. Impetuoso e inquieto. Non so bene per cosa. E pure abbiamo fatto tutto nel modo corretto, abbiamo le gemme, abbiamo il guanto, niente è andato storto, a parte la morte di Natasha.
Ma nonostante questo, quella sensazione di panico mi si aggroviglia al ventre come ha fatto cinque anni fa e come ha fatto nei giorni precedenti. Ho sempre fatto finta di nulla, e continuerò a farlo, tanto nessuno si è mai curato davvero di quello che percepivo, a parte Bucky e Stephen. Ma loro qui non ci sono, quindi se qualcosa dovesse andare storto, ci penserò da sola.
Metto le mani nella tasca della felpa, sentendo le dita cominciare a diventare troppo fredde. I polpastrelli però incontrano qualcosa di inaspettato. Tiro fuori il pacchetto di sigarette, trattenendo il respiro per un secondo, mentre faccio mente locale su quando sia stato il giorno in cui possa averle dimenticate qui.
Ma il ricordo di Bucky che si lamenta di aver dimenticato la sua amata felpa grigia al campus, dopo che lo avevamo abbandonato di fretta e furia, mi balena nella testa. Sorrido malinconicamente aprendo il pacchetto ed estraendone una sigaretta e incastrandola tra le labbra.
Afferro anche l'accendino sentendolo liscio a contatto con le dita. Faccio scattare il grilletto più volte prima che si accenda con una scintilla rossastra e una nuvoletta di fumo si dissolva davanti ai miei occhi.
Faccio un tiro profondo, sentendo il sapore di fumo invadermi la bocca e riportandomi indietro con la memoria. Guardo il cielo scuro intrecciando i miei occhi con il bagliore lattiginoso della luna, che sta immobile a fissarmi dalla sua altezza.
"Cher fai parli alla luna?" una voce alle mie spalle mi fa sobbalzare, obbligandomi a voltarmi per guardarlo in faccia. Tony sta sulla soglia della porta a vetri, con addosso la sua maglia termica a maniche lunghe e dei pantaloni della tuta.
Tiro un sospiro di sollievo solo dopo aver fatto un altro tiro di sigaretta. "Non sono diventata così pazza, almeno per adesso" ridacchio nervosamente nascondendo il viso tra il tessuto morbido della felpa. "Beh se vuoi saperlo io sono uno che parla frequentemente da solo. Pensa che ho dovuto inventare un'intelligenza artificiale che seguisse e annotasse tutti i miei pensieri" si gratta la testa spostandosi dallo stipite della porta e venendomi accanto mentre si gratta freneticamente la nuca.
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Back to New York||Bucky Barnes
FanfictionLa figlia di uno dei sei originali torna a New York, in cerca di qualcosa di diverso dalla sua monotona e grigia vita, ma ciò a cui va in contro, non è di certo quello che sperava... p.s: gli avvenimenti (per la maggior parte) e il tempo sono frutto...