Vedo il fuoco ardere nelle iridi cristalline di Bucky, mentre, infuriato, marcia verso Sam e me. Riesco a malapena a mettermi davanti al mio amico, prima che Bucky arrivi con la mano di vibranio al suo collo, con la vena del collo che gli si gonfia per la rabbia.
Premo forte il palmo della mano che non tiene il bicchiere sul petto di Bucky, dandogli una spinta non del tutto forte, ma abbastanza da fargli fare un passo indietro, mentre ancora i suoi occhi sono incollati a quelli di Sam, da cui pare essere scomparsa ogni traccia di ansia o rimorso. Non si farà vedere incerto da Bucky.
"Credo sia l'ora che me ne vada" sussurra Sam mettendosi le mani nelle tasche dei pantaloni eleganti, mentre con passi lenti e misurati mi gira intorno, assicurandosi di stare alla larga da Bucky, che lo guarda in cagnesco, pronto a sferrare il primo colpo.
Faccio un cenno positivo della testa, cercando di sorridergli, con scarsi risultati però. "Sam" Bucky ringhia come un lupo inferocito guardandolo allontanarsi verso la porta. Non si gira al suono del suo nome. "Sam!" sbraita nuovamente Bucky, cercando di mantenere il controllo, e sento il rumore metallico del vibranio, quando la sua mano si chiude a pugno.
Sam però, non si gira, non so se per vigliaccheria o semplicemente perché non in vena di affrontare un violento e rovinoso litigio con il suo amico. Fatto sta che lo osserviamo andarsene via, con un rumore di motore talmente forte da farmi rimbombare il suono nella testa.
Ripenso un secondo al bicchiere che ho in mano, e prendo la saggia decisione di portarmelo alle labbra, annusare l'odore dolciastro e pungente dello Scotch e poi mandarlo giù in un solo sorso. Il caldo dell'alcol mi fa bruciare la gola, procurandomi un brivido lungo tutto il corpo.
"Io lo uccido" sussurra Bucky facendo due passi verso la porta di casa ancora spalancata. Sgrano gli occhi vedendolo davvero avviarsi per la strada, e in contemporanea io e Aren ci muoviamo con agilità. Io gli afferro un braccio, e mio fratello gli si para davanti, alzando i palmi delle mani davanti a noi, per fermarlo.
Cerca di divincolarsi dalla mia presa, che provo a mantenere il più salda possibile, per non farlo uscire. "Buck, dannazione, ti vuoi fermare per favore?" lo prego quasi, cercando di affiancarmi a mio fratello per fermarlo.
Sospira socchiudendo gli occhi, e finalmente arresta la sua marcia di rabbia. Aren ridacchia sotto i baffi, porgendogli il bicchiere che tiene in mano, contenente ancora una buona dose di alcol. Bucky lo osserva qualche istante, prima di afferrarlo con forza e portarselo alle labbra.
Lo butta giù avidamente, stringendo le labbra in una linea retta, per poi passarsi la lingua su di esse per rimuovere ogni residuo di alcol. Rimette nelle mani di Aren il bicchiere barbaramente, lanciando il giacchetto sul divano, e dileguandosi lungo le scale che portano alla palestra.
Lascio uscire un sospiro portandomi una mano sulla fronte e strizzando gli occhi, per mandarne via il bruciore rimasto ancora dal sonnellino fatto poco fa.
"Beh penso proprio sia arrivato il momento che io me ne vada. Casa mia sarà anche più piccola ma di certo con c'è il soldato di inverno che ha voglia di uccidere qualcuno" borbotta quasi divertito mio fratello, aggiustandosi la giacca di camoscio marrone che gli cade perfettamente sulle spalle.
Gli do una leggere spinta per incoraggiarlo a muoversi ad uscire di casa, trattenendo un sorrisetto. "Se dovessi avere problemi a gestire la furia del tuo fidanzato, ti prego di non chiamarmi, sei una dea per Odino, e io ho appena scoperto di avere un appuntamento con la dolce giornalista di oggi, quindi......." non gli lascio finire la frase che lo spingo di nuovo, questa volta facendolo finire nel porticato.
"Proprio un fratello modello...vai a casa o le dico che tatuaggio ti sei fatto quando eravamo a Monaco" lo minaccio, mentre con una finta faccia indignata mi gira le spalle "perfida" dice soltanto, scomparendo pochi istanti dopo coperto dal legno chiaro della porta.
STAI LEGGENDO
Back to New York||Bucky Barnes
FanfictionLa figlia di uno dei sei originali torna a New York, in cerca di qualcosa di diverso dalla sua monotona e grigia vita, ma ciò a cui va in contro, non è di certo quello che sperava... p.s: gli avvenimenti (per la maggior parte) e il tempo sono frutto...