44.

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|Chapter fourty four|
"I'm alone
'Cause this house don't feel like home"

Draco ed Angel rimasero al mare per circa un'altra ora.

Draco non sapeva esattamente cosa rispondere a ciò che gli aveva appena detto, sul voler capire come si sentisse l'amore e al fatto che era qualcosa che voleva essere capace di provare, con lui.

Avrebbe mentito se avesse detto che quelle parole non gli avevano fatto battere forte il cuore nel petto, e sapeva che, il fatto che ci avesse persino pensato, era qualcosa d'importante per lei.

Erano entrambi emotivamente svuotati quando erano usciti dall'acqua, si erano asciugati e si erano rivestiti, pronti per tornare ad Hogwarts.

Ma poi qualcosa di inaspettato arrivò: una lettera da Ade che diceva di andare immediatamente al Manor.

Avevano camminato lungo il corridoio in silenzio, Draco faceva scivolare la mano dalla schiena di Angel in giù, tastando con molto entusiasmo il suo sedere e, quando lei lo spingeva via, lui si guardava intorno come se non avesse idea di cosa fosse accaduto.

"Non è il momento" lo ammonì lei con un sorrisetto, ma poi il suo viso si indurì.

Draco aggrottò le sopracciglia, chiedendosi cosa avesse cambiato l'improvviso sguardo freddo sul suo viso, e girò la testa per seguire la sua linea visiva verso la porta della sua stanza, vedendola leggermente aperta.

Non ho messo le protezioni? Lo faccio sempre.

"Ma che..." andò ad afferrare la maniglia della porta, ma Angel gli bloccò velocemente il braccio, tirandolo indietro.

"Oh, siete arrivati" disse Ade, camminando a passo svelto verso di loro.

"Cosa è successo?" chiese Angel.

"La tua stanza era aperta e non sono stato io a togliere le protezioni" rispose lui, lanciandole uno sguardo preoccupato. "Mi sembrava strano, quindi sono venuto a controllare la stanza di Malfoy, e la porta era aperta."

Angel inspirò nervosamente, guardando la porta.

"Quando sono arrivato non c'era nessuno e sembra che non sia stato toccato nulla" aggiunse Ade, e Draco sospirò di sollievo.

"Sei sicuro di non averla lasciata aperta?" chiese Angel e lui scosse la testa.

"No, la chiudo sempre" rispose, ricordando che aveva lasciato cadere la bacchetta a terra, e nel raccoglierla, aveva sbattuto la testa contro il muro.

"Beh, evidentemente qualcuno è stato qui" disse Angel pensierosa. "Non mi piace... se fossi stato dentro? Se fosse quello stronzo che sta cercando di ucciderti?"

"Allora lo avrei affrontato" rispose Draco, aggrottando le sopracciglia.

"Ti avrebbe disarmato appena entrato."

"Allora avrei usato le mie impressionanti doti nel combattimento fisico" provò a scherzare, cercando di sdrammatizzare.

"Non è il momento, Draco."

Lui sbuffò, passandosi una mano tra i capelli ancora umidi. "Angel, so difendermi, non c'è bisogno di-"

Angel si allungò in avanti e lo afferrò, facendolo girare, poi gli bloccò le mani dietro la schiena: il suo avambraccio contro la sua gola, la schiena contro di lei ed era intrappolato.

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