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|Chapter Sixty eight|
"I want you to hit the pedal heavy metal show me you care
I want you to rock me"

Sei un prosciutto sexy. Sei un prosciutto sexy. Sei un prosciutto sexy.

È questo che si ripeteva Angel come incoraggiamento, mentre raccoglieva tutta la sua forza per aprire la sua vestaglia.

L'attesa era snervante e lo sguardo pieno di lussuria di Draco rendeva le cose ancora più difficili.

C'erano troppe emozioni in loro.

Normalmente era molto più espansivo di lei con i sentimenti, ma in quel momento era come se ogni brandello di sentimento stesse uscendo fuori, soffocandola.

Aveva sempre pensato che le sarebbe piaciuto entrare in quel muro che Draco aveva innalzato intorno al cuore, e in quel preciso istante, era come se l'avesse appena rinchiusa lì e sentisse tutto per la prima volta.

Al contrario, non c'erano ansie, insicurezze o confusione sul volto di Draco. Era solo sopraffatto.

"Mi mostrerai cosa c'è là sotto, amore? L'attesa mi sta uccidendo" disse, e spalancò gli occhi quando la vide afferrare i bordi della veste, aprendola. Notò la sua esitazione e aggrottò le sopracciglia, sporgendosi in avanti per appoggiare i gomiti sulle ginocchia. "Non essere nervosa con me, mai."

Il suo tono era rassicurante, ma ci fu un breve lampo di dolore nei suoi occhi.

C'erano momenti in cui si divertiva a metterla in imbarazzo, ma solo quando aveva voglia di giocare e mai seriamente. Voleva che si sentisse sempre sicura con lui, in qualsiasi situazione.

Angel annuì, ignorando la vergogna, e lasciò scivolare la vestaglia dalle spalle, giù dalle braccia e sul pavimento.

Nel momento in cui il suo intimo fu esposto, Draco trattenne il respiro ed Angel ebbe l'improvvisa voglia di scappare a nascondersi.

Cosa devo fare con le mani? Devo metterle sui fianchi?

Dovrei fare una posa, tipo quelle dei supereroi?

Gli occhi di Draco erano fissi su di lei, vagavano su tutto il suo corpo con un espressione neutra che Angel non riusciva a capire se fosse per lo stupore o per la delusione.

Angel si morse il labbro e abbassò lo sguardo, sentendolo schiarirsi la voce nel vano tentativo di parlare.

Sono finalmente riuscita a zittirlo?

Sfruttando quell'ondata di fiducia, riportò lo sguardo su di lui e fece qualche passo in avanti, colmando la distanza tra di loro, e gli occhi di Draco rimasero fissi a studiare ogni centimetro di stoffa che la copriva.

"Ti piace?" chiese Angel a voce bassa.

"Io - io, uh..." Draco si schiarì la voce, poi scosse la testa come se non riuscisse a concentrarsi. "Uh - cazzo, io..."

"Stai bene?" chiese ancora lei, iniziando seriamente a preoccuparsi, vedendo il suo viso diventare rosso.

"No, per niente - che cazzo stai cercando di farmi, Angel... io solo- santo cielo" borbottò, allungando una mano verso il suo fianco; sembrava quasi spaventato di toccarla. "Questo è quello che stavi facendo domenica? L'hai fatto per me?"

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