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|Chapter seventy five|

"Sometimes, you're a stranger in my bed
Don't know if you love me or you want me dead"

21 giugno, 1997

Draco aveva ricominciato ad infastidire Angel. Non c'era una vera ragione per questo, forse solo provare a distrarsi dall'ansia per il compito che avrebbe dovuto svolgere tra meno di dieci giorni.

Fatto sta, che l'aveva presa in giro per due giorni interi, toccando, leccando, mordendo ogni parte di lei, per poi lasciarla in sospeso.

Certo, tutto questo fu una tortura anche per lui, ma valeva la pena vedere il suo piccolo viso angelico scaldarsi di rabbia.

Quel giorno era un sabato piovoso e Draco era tornato al Manor per passare il weekend con tutti gli altri.

Afferrò la maniglia della sua stanza e l'aprì, entrando dentro. Chiuse la porta alle sue spalle e i suoi occhi si posarono immediatamente su Angel, seduta alla fine del letto, che lo guardava con un'espressione passiva.

Draco aggrottò le sopracciglia, facendo un passo verso di lei. "Che diavolo succede? Dov'è Moira?"

"Sta' zitto."

Draco si fermò a pochi metri dal letto, sembrando ancora più confuso, e solo quando lei si alzò, notò cosa stesse indossando.

La vestaglia nera che riconobbe essere la stessa del suo compleanno, scendeva sul suo corpo delicatamente e, dopo quasi tre giorni senza far nulla, poteva sentire la sua intimità contrarsi nei pantaloni alla sola vista.

Cosa indossa sotto?

C'è qualcosa sotto?

Perché ero confuso prima?

Non ricordo.

"Moira è con Ade" la voce di Angel era calma, e Draco dovette combattere il sorrisetto che stava cercando di esplodere sul suo viso. Non sembrava arrabbiata, nonostante il giorno prima l'avesse portata al limite della sopportazione.

"Cosa nascondi sotto quella veste?"

Angel rimase composta e fece un passo per ridurre la distanza, quasi facendo sfiorare i fianchi con i suoi.

Con una voce gentile, in contrasto con il suo sguardo freddo, chiese: "Posso svelarti un segreto?"

La sua domanda sembrava più una sfida, e Draco sorrise in modo provocatorio. "Preferirei che me lo mostrassi, amore."

Per poco non soffocò quando la mano di Angel si allungò per prendere a coppa il suo inguine, stringendolo attraverso i pantaloni; non abbastanza forte da far male, ma abbastanza da fargli tremare ogni muscolo.

"Che ne dici di questo?" la dolcezza nella sua voce divenne un tono di avvertimento. "Se vuoi scoprirlo, allora smetti di parlare."

Sì, va bene. Forse è un po' arrabbiata.

Draco era un po' sbalordito e confuso su come reagire. Aveva già vissuto con un Angel aggressiva, ma mai così. Non in quell'ambito. E non era sicuro se sorridere e annuire, o prenderla in braccio e gettarla sul letto.

"Questo è il tuo primo e unico avvertimento", aggiunse Angel, senza distogliere lo sguardo da lui.

Quando applicò più pressione sulla sua stretta, Draco sussultò, non tanto per il dolore, quanto per l'adrenalina e l'eccitazione che gli scorrevano nelle vene, in quel momento.

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