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|Chapter Eighty three|
"Yeah, I'll be good, I'll be good
For all of the times I never could"

"Non voglio berlo."

"Solo un sorso."

Jon era seduto di fronte ad Angel, con uno sguardo pieno di aspettative mentre appoggiava la tazza di te sul tavolino.

"Fammi indovinare, sei un tipo da caffè?"

Angel lo guardò annoiata, sbuffando. "In realtà, sono più tipo da whisky."

Jon alzò le sopracciglia, prima di allungarsi per prendere la sua tazza dalla scrivania. Bevve un grande sorso del suo te, picchiettando il dito sulla tazza. "Si, lo ammetto" borbottò, fissando la sua bevanda. "Dio, mi manca l'alcool."

"Non sapevo che i preti avessero il vizio di bere."

Jon ridacchiò, rimettendo la tazza sulla scrivania, per poi mettersi comodo sulla sedia. "Non ero ancora un prete quando bevevo. È stato dopo la morte di mia moglie, non l'avevo presa molto bene. Tutti noi abbiamo modi diversi di affrontare il dolore. Ho smesso non molto tempo fa, comunque, prima che decidessi di unirmi alla chiesa."

Angel sbatté le palpebre un paio di volte, sporgendosi in avanti per appoggiare i gomiti sulle ginocchia. "Non pensavo fossi il tipo di persona che faceva cose del genere."

"Beh, non pensavo fossi il tipo di persona che disegnava e aveva un'ossessione per gli uccelli. Abbiamo tutti le nostre stranezze" rispose lui con uno sguardo divertito. "Quindi, visto che non ho whisky, e stai rifiutando il mio te, perché allora non mi dici come stai? Cosa hai fatto oggi?"

Angel si guardò le mani, soffermandosi sull'anello all'anulare, e poi riportò l'attenzione su di lui. "Sto bene, credo. Domani Steph si sposa, e oggi siamo stati insieme. Credo di aver discusso con Ade, poi sono stata con Draco, che a proposito, a chiesto di sposarmi, e ora sono qui."

Jon aggrottò le sopracciglia, alzando il dito. "Aspetta, possiamo tornare alla parte in cui stai per sposarti?"

Angel scrollò le spalle. "Non c'è molto da dire, cambiamo discorso."

"Come ti ha fatto sentire?"

"Cosa?"

"Sembri infastidita, voglio sapere come ti sei sentita quando te lo ha chiesto."

Angel si guardò intorno, come se stesse cercando la risposta. "Non lo so, confusa."

Jon tenne il gomito appoggiato al bracciolo della sedia. "Sempre molto esaustiva, Angel, ma intendevo quale emozione hai provato. Lo sai?"

Angel abbassò lo sguardo, quasi sentendosi in colpa per la parola che stava per pronunciare. "Rabbia."

"Mh" mugugnò Jon, alzando le sopracciglia. "Sai perché ti sei sentita così?"

Angel si spostò i capelli dalla spalla, guardandolo accigliata. "Non dovresti capirlo tu? È il tuo lavoro, cazzo."

"Si potrebbe dire che il mio lavoro è guidare un cavallo testardo fuori da una stalla in fiamme, lasciandogli la possibilità di scegliere tra acqua e whisky."

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