Capitolo 2.

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→MAY'S POV←

''May!'' Quasi urla Amy portandosi le mani sulla bocca.

Saluto con la mano e continuo a guardarli. Non so cosa fare.

''Clark, prendile la valigia! Sicura di aver preso tutto?''

Annuisco.

''Come stai? Oh guardati, quanto sei bella!'' Dice guardandomi dalla testa ai piedi per poi mordersi il labbro per non permettere alle lacrime di uscire.

''Ricordi cosa ha detto il Signor Thomas? Niente pressioni.'' Gli sussurra il marito.

''Oh si si!'' si sventola una mano davanti al viso e ritorna a guardarmi con uno sorriso che le va da un orecchio all'altro.

Guardo le due figure davanti a me. Tutti e due perfettamente vestiti. Lei indossa un vestito color crema che le avvolge perfettamente il corpo, un giacchino in tinta e un paio di tacchi a spillo sul grigio perla. Lui un pantalone blu scuro, una camicia bianca non tutta abbottonata al colletto,e una giacca che richiama il colore dei suoi pantaloni. Quasi mi sento in imbarazzo per aver indossato una felpa nera, dei Jeans e le mie Vans.

''Oggi è un giorno emozionante per tutti...'' Dice Clark guardandomi e sorridendo.

Alzo le spalle, so che dovrei dire qualcosa ma, davvero, mi mancano le parole.

''Sei pronta per vedere la tua nuova casa?'' Mi chiede e si avvicina per prendere la valigia.

''Credo...'' Mi limito ad aggiungere ed iniziamo ad uscire.

''Non ci credo che questo giorno sia realmente arrivato.'' Dice Amy appena siamo fuori dalla struttura.

''Dopo diciassette anni non ci speravo neanche più...'' Dico sottovoce e scalcio qualche sassolino tenendo sempre lo guardo sulla strada.

Dopo qualche metro arriviamo alla loro auto. Non credo di aver mai visto una più grande di questa ma non commento.

Prima di entrare in macchina, Clark mette la mia valigia nel bagagliaio e dopo qualche minuto sono entrambi di nuovo di fronte a me.

''Sappiamo che per te è tutto nuovo e che sarà difficile abituarsi, ma credimi abbiamo cercato per più di un anno di portarti a casa con noi, e se non fosse stato per tutti i problemi...'' Fa una pausa e guarda il marito. ''Ti saresti trasferita molto tempo prima...'' Le si spezza la voce e qualche lacrima le riga il viso.

Non so cosa le sia successo ma nei suoi occhi intravedo molto di più di una lotta per un'adozione e il vederla crollare lentamente davanti ai miei occhi, mi spezza il cuore. Devo assolutamente dire qualcosa, altrimenti il mio non parlare renderà tutto più teso e imbarazzante.

Allungo un braccio verso di lei e poggio una mano sul suo e la muovo su e giù per dargli conforto. Tutti e due alzano lo sguardo su di me e mi mostrano un piccolo sorriso.

''L'importante è esserci riusciti no?'' Dico e loro annuiscono pieni di gioia per il mio commento.

Ho detto la prima frase che mi è passata per la testa, perché è esattamente quello che penso, anche se non credo lo ammetterò mai pienamente. Nonostante che mi dispiaccia lasciare Luke, Abbey, il Signor Thomas, il mio sogno è sempre stato questo: avere una famiglia. Essere circondata da persone che ti vogliono realmente bene, chiamare due persone ''Mamma e Papà'', passare le domeniche tutti a casa della nonna e raccontarsi storie o la propria giornata intorno al camino.

Fu esattamente questo che espressi al mio nono compleanno quando nell'istituto in cui stavo la Signora Jane mi disse: 'Ora chiudi gli occhi, spegni le candeline e esprimi un desiderio.'

The Secrets Of The PastDove le storie prendono vita. Scoprilo ora