Capitolo 46.

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MAY'S POV 

Sto salendo le scale e lui mi tiene la mano.

Ovviamente vorrei che al suo posto ci fosse quella del ragazzo per cui ormai ho perso la testa.

"Ecco, entra." Apre una delle tante porte presenti e entrambi entriamo.

"Sai, mi hai sorpreso." Mi sorride e nel frattempo si sbottona la camicia bianca. "Non credevo che ti saresti fatta avanti, ma se ti avessi rivista, sicuramente ti avrei chiesto di uscire." Sbottona tutti i bottoni e io mi volto perché sta iniziando a sfilarsela.

Guardo il muro della stanza, è di un colore rosso, tutti i mobili presenti qui sono neri.

Sento un rumore di serratura chiudersi ma lascio passare, continuo a fissare il muro e a maledire Louis per questa situazione.

Dopo pochi minuti sento le sue braccia avvolgersi intorno alla mia vita e sussulto quando la pelle del suo petto nudo si scontra con la mia.

"Non mi hai ancora detto il tuo nome." Sussurra al mio orecchio, io sto iniziando ad avere paura e il mio battito è accelerato.

"M-may." Dico piano.

"Io..." Mi da un bacio sulla spalla. "Steven." Quasi ridacchia.

Il sangue mi si gela nelle vene.

Non può essere lui.

Non dopo tre anni.

Non di nuovo.

"So che ti ricordi di me." Mi accarezza le spalle ed è tutto esattamente come allora. "Anche a me sembra assurdo averti rincontrata, forse è il destino? Forse è destino che tu debba diventare mia?" Ho la gola secca e non riesco a muovermi, sono terrorizzata.

"Che carina questa voglia." Accarezza il punto della mia schiena dove la pelle è più scura.

Un flashback dei miei 14 anni, di quel pomeriggio, si fa spazio nella mia mente.

Stesse parole.

Solo ora riesco a riconoscere lui, è lo stesso Steven, lo stesso uomo che ha rovinato la mia adolescenza.

A quelle parole urlo.

"Sssssssh." Mi fa voltare e mi sbatte contro il muro.

Inizio a piangere, non può essere, voglio sparire.

"Crescendo sei diventata una bellissima ragazza sai?" Mi bacia la mascella.

"Lasciami, ti prego." Lo supplico cercando di spingerlo dalle palle.

Solo toccarlo mi fa schifo.
Ha il petto nudo e indossa i suoi pantaloni neri da lavoro.

Continua la sua tortura e mi tiene ferma fai fianchi.

"Mi fai schifo." Dico tra un singhiozzo e l'altro, ricordando cosa ho passato per lui e come tutto sta riaccadendo.

"Invece, tu mi piaci e tanto. Sai, non hai più quel corpo da ragazzina." Le sue mani salgono sul mio seno e cominciano a toccarlo.

"Aiuto." Urlo tra le lacrime.

Lui mi blocca baciandomi con prepotenza.

Con una mano alza una mia gamba facendo strappare le mie calze sottili.

A questo punto aspetto solo il peggio.

HARRY'S POV 

Mi precipito al piano di sopra e inizio ad aprire tutte le porte.

Quando mi avvicino alla terza abbasso la maniglia ma è chiusa.

The Secrets Of The PastDove le storie prendono vita. Scoprilo ora