Capitolo 15.

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MAY'S POV

''Scusa...'' Dico tirando su con il naso. ''E che le fotografie mi fanno ricordare tante cose del passato.'' Mento e cerco di sembrare il più convincente possibile.

Si queste vecchie fotografie mi fanno pensare al mio passato. Mi fanno pensare a quanto sia stato terribile. Ma ovviamente la mia vita non può essere perfetta.

Cerco di abbandonare questi pensieri il più velocemente possibile.

Lui annuisce e prende alcune delle fotografie.

''Sono i tuoi nonni?'' Chiede e mi guarda.

''Credo...'' Dico sottovoce ma mi correggo. ''Si. Erano i miei nonni.''

Cambia espressione alla pronuncia di quel 'Erano'.

''Oh...'' Si alza con la macchina fotografica in mano. ''Secondo te funziona ancora?'' Mi chiede mentre la osserva facendola girare nelle sue mani.

''Non lo so.'' Mi alzo anche io. ''Io inizio ad avere freddo.'' Arrossisco guardando le mie gambe coperte solo dai pantaloncini e ripensando a quando mi ha vista.

Lo nota e alza un lato della bocca. ''Metti qualcosa di più pesante.'' Indica la porta con un movimento della testa. ''Io ti aspetto qui... se vuoi.'' Mi guarda.

Non ci penso neanche e annuisco.

Prendo la felpa con le chiavi ed esco.

Fuori fa molto più freddo, rabbrividisco e mi metto a correre verso la porta di casa.

Cerco di fare il più veloce possibile e metto una delle mie felpe nere e un paio di leggins grigi.

Quando scendo al piano di sotto mi fermo in cucina. Decido di preparare due tazze di caffè caldo.

Lo so, è strano, ma io sono così. Nonostante che la gente mi faccia un torto, non riesco a comportarmi male con lei, cerco sempre di rimediare o di passarci sopra, anche se dentro ci sto male.

So anche che questo è sbagliato, che faccio del male a me stessa, perché non riesco a mettere in primo piano la mia felicità.

Ed è proprio questo che non capisco. Perché nella mia testa conta più la felicità degli altri che la mia?

Forse perché mi sono arresa dal cercarla. Si, deve essere così.

Quando il caffè è pronto metto le due tazze su un vassoio e esco fuori.

Chiudo la porta di casa aiutandomi con il gomito e cercando di non far cadere nulla vado verso la casetta in legno.

Con lo stesso metodo di prima, apro la porta ed entro.

Lo trovo di nuovo piegato difronte lo scatolone e si volta appena sente il rumore della porta chiudersi.

Mi guarda e io decido di parlare.

''Ho fatto il caffè, pensavo potesse piacerti.'' Poggio il vassoio sul tavolino e lui mi guarda sorridendo e viene verso di me con un foglietto in mano.

Ci sediamo sul divano.

''Grazie.'' Dice e prende la tazza e ne prende un sorso.

Tengo stretta con tutte e due le mani la mia e la uso per riscaldarle, fuori fa veramente freddo.

''Tra le foto ho trovato questo.'' Dice e mi passa il fogliettino.

È tutto stropicciato e ingiallito.

Lo guardo e leggo ciò che c'è scritto a mano.

'Spero che questa macchina fotografica vada a chi crede nei ricordi, a chi sappia apprezzare lo scatto immortalato, a chi crede che nella vita qualcosa può durare per sempre.'

The Secrets Of The PastDove le storie prendono vita. Scoprilo ora