→MAY'S POV←Una settimana dopo.
Giovedì 28 Novembre."May, fai colazione almeno sta mattina." Mia mamma mi implora, come ormai fa da giorni.
"La farò a scuola, c'é un bar li." Dico e metto lo zaino in spalla.
Mia mamma è tornata sei giorni fa e mio padre, avendo concluso il caso, passa più giorni a casa.
Oggi è esattamente un mese da quando io ho un famiglia. Solo un mese, wow, eppure mi sembra di stare qui da una vita.
Avrei dovuto essere felice, mi immaginavo questo giorno diversamente, ad esempio un pomeriggio in famiglia, a fare shopping con mia madre o solamente stare in casa e passare una bella giornata.
Ma di belle giornate non ne vedo da una settimana.
Tutto ha iniziato a girare al contrario come quando avevo 14 anni, lo sto nascondendo a tutti e vorrei nasconderlo anche a me stessa, il punto è che questa volta, mi sembra di non avere più le forze.
Non voglio dargli una colpa, da quando ha baciato Tiffany non l'ho mai incolpato di nulla, ha solo preso una decisione, andarsene. Non è il primo che va via e come non sono riuscita a far restare gli altri, così non ci sono riuscita con lui.
Non lo vedo da sette giorni e non so se per me sia un bene o un male."Dici sempre così e l'unica cosa di ovvio qui e che stai perdendo peso." A quel punto gli occhi di mio padre si alzano dal giornale.
Merda.
"No, ma cosa?" Cerco di sdrammatizzare."E solo che preferisco fare colazione con i miei amici al bar, ma se vi fa felici prenderò qualcosa." Mi allungo verso il tavolo e prendo una ciambella.
Mia mamma non smette di fissarmi e lo stesso mio padre.
"Ora devo andare, altrimenti perdo l'autobus." Mi avvicino e do un bacio ad entrambi. "Ci vediamo."
"Ritorni a pranzo?" Urla mia madre e io faccio finta di non aver sentito.
Esco di casa e il freddo mi congela il viso, affondo la testa nella sciarpa e cammino verso la mia fermata.
Prima di salire, butto in un cassonetto la ciambella e sputo il boccone che fino ad ora ho tenuto in bocca.
Scusa mamma.
L'autista ha acceso il riscaldamento e io mi siedo in uno dei posti liberi in avanti. Il mio solito posto è stato quello tra Louis e Zayn ma oggi, ho bisogno di qualche minuto per riflettere.
Sono giorni che mi incoraggio di iniziare a parlare del mio problema a qualcuno, ma in fondo non trovo mai il coraggio.
Una cosa che ho imparato dalla mia prima volta è che bisogna parlare, parlare con qualcuno e riconoscere di avere questo disturbo.
Io ne sono consapevole ma non riesco a dirlo agli altri, non ho paura della loro reazione ma credo che, meno persone lo sappiano meno preoccupazioni reco.
Avrei potuto dirlo ai miei genitori ma non mi hanno neanche da un anno con loro e sarebbe un vero e proprio trauma, inoltre, si sa che i genitori ingigantiscono sempre tutto.
Caris o Tiffany, le conosco da poco ma mi fido un sacco, il problema è che non sanno nulla di me.
Dave, ha già troppi problemi di suo e di certo non lo carico dei miei.
Liam, anche lui non sa nulla di me.
Rimane Niall. Lui è l'unico a sapere di più, potrebbe capire senza fare troppe domande.
Ma ogni persona a cui ne potrei parlare, penserebbe che io non abbia superato la rottura e io, da persona debole, abbia scelto questa via per dimenticare.
Non è assolutamente vero.
Anche quando lui era con me ho avuto un crollo del genere, avevo il mio equilibrio solo perché lui era riuscito a crearlo, ma in fondo ero già sballata di mio.
Troppi cambiamenti, troppi ricordi, troppe emozioni che io non sono mai riuscita a controllare.
Tutto questo é stato solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso.Come se fossero passati solo pochi secondi, l'autobus si ferma e tutti scendiamo.
Tra i ragazzi vedo Zayn e Louis, i quali mi raggiungono subito.
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The Secrets Of The Past
Fanfiction''Riuscirò a capire la mia vita? Perché è tutto così complicato?"