Capitolo 59.

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MAY'S POV

Un braccio sotto la nuca mi fa svegliare.

Emetto qualche mugolio e apro gli occhi.

"Scusa non volevo svegliarti." Sussurra.

"Che ore sono?" Mi strofino gli occhi.

"Presto, saranno le 6..." Mi sposta un riccio dalla fronte.

"Cosa facevi sveglio?" Mi sistemo in modo tale da poterlo guardare.

"Ti osservavo." Dice sorridendo appena e io arrossisco. "Non ti vedevo così da un po' e mi mancava." 

"Vedermi come?" Sbatto più volte le palpebre per svegliarmi del tutto.

"Vulnerabile, e solo mia." Allunga una mano verso di me e mi accarezza la guancia.

"A me mancava parlarti." Ammetto e lui mi guarda.

"Allora parliamo." Mi prende le mani e qualche secondo dopo ci troviamo faccia a faccia seduti a gambe incrociate tra le lenzuola bianche.

La luce presente in camera è fioca ma perfetta per questo momento.

"Aspetta, puoi metterti questa?" Mi porge la camicia nera e io annuisco.

Mi alzo e vado in bagno ad indossarla, nonostante si senta ancora leggermente la puzza dell'alcol, il tessuto a contatto con la mia pelle mi fa rabbrividire. Mi è mancato sentirmi piccola nei suoi vestiti.
Dopo aver chiuso ogni bottone, tranne alcuni del colletto, ritorno sul letto con lui.
Anche avendo le gambe scoperte non sento freddo.

Non smette di sorridermi, e io non so cosa dire.

"Prima di tutto, volevo farti gli auguri di persona." Mi prende una mano e mi fa avvicinare. "Sei una donna ora." Mi siedo tra le sue gambe e la mia schiena tocca il suo petto. "Auguri, piccola." Mi bacia la guancia e io credo di essere diventa rossa come non so cosa.

"Grazie..."Dico piano.

Le sue braccia mi avvolgono la vita e mi stringono. "Sei dimagrita tanto." Mi accarezza un coscia scoperta.

"No... sto bene." Alzo le spalle.

"Quante volte hai ripetuto questa frase mentendo?" Mi volto verso di lui. "Mangi?" Mi chiede e io annuisco. "Sicura? Guarda che dopo controllo." Sembra stia parlando ad una bambina.

"Si..." Sorrido. "Tu come stai?"

"Come se non fosse successo nulla, reggo l'alcol dal punto di vista fisico." Si passa una mano sul volto.

"Odio vederti in quelle condizioni, e quando mi chiami o mi chiamano, mi fai pensare al peggio." Sospiro.

"Scusami. Davvero, perdonami." Mi accarezza le mani. "Come mi hai raggiunto?"

"Sono entrata in un bar è chiesto un passaggio..." Inizio a giocare con le sue dita.

"Come? Alle due di notte?" Poggia il suo mento sulla mia spalla e io annuisco. "Saresti finita nei guai May, non farlo mai più, rimani a casa. Dimmi che quello che ti ha accompagnata era sobrio ed era una ragazza." Sospira.

"Poteva avere una trentina di anni, era un uomo e forse anche lui aveva finito di bere tre o quattro birre, ma ha guidato senza problemi, in cambio ha voluto il mio numero e ha detto che devo sdebitarmi con lui, sembrava un brav uomo ha detto che una di queste sere mi chiama." Dico tranquilla e lui si irrigidisce immediatamente facendomi voltare.

"May tu sei completamente pazza." Tira le mie braccia fino a quando non sono accoccolata sul suo petto e lui mi stringe. "Ti ha toccata? Tu devi immediatamente cambiare scheda telefonica, non deve sapere nulla di te e ne tanto meno tu devi sdebitarti con lui. May se ti succede qualcosa io, io..." Lo blocco mentre ridacchio.

The Secrets Of The PastDove le storie prendono vita. Scoprilo ora