Capitolo 40

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Il serpente sibilò e iniziò a muoversi verso i tre nemici, aprendo le fauci, mentre Sara si concentrava e dalle sue mani iniziò a fuoriuscire una sostanza rosso-viola, mentre seguiva i movimenti dei suoi avversari con gli occhi color arcobaleno. Saltò via dalla testa del serpente e attaccò il ragazzo dai capelli viola, mentre il serpente teneva occupati gli altri due. Sapeva che Garama non avrebbe potuto sconfiggerli, erano troppo forti pure per lui, erano stati allenati da Zero, allora erano dei ninja estremamente forti. Sara sospirò, un ghigno comparve sul volto della giovane, mentre riportava lo sguardo verso il suo avversario
-Sara, Sara, Sara
Continuava con questa cantilena il viola
-Sara, Sara, Sara perché te ne sei andata?
Continuò a canticchiare, mentre si preparava ad attaccare e saltellava su un piede all'altro
-si può sapere chi sei? O vuoi continuare a ripetere il mio nome?
Disse con arroganza la ragazzina, mentre sentiva crescere il potere del veleno dentro di lei, il ragazzo scoppio a ridere, una risata isterica,  e con un sorriso rispose
-io sono Ametista, la pietra viola,  profondamente legata all'equilibrio. Sono il simbolo delle scelte ponderate, che richiedono tempo e cura e che, per tale motivo, necessitano di equilibrio
La ragazzina proruppe in una risata e con tono sarcastico disse
-tu simbolo di equilibrio? Ti comporti come un pazzo
-sciocca ragazzina, come ti permetti? Ringrazia che Zero ti voglio viva, altrimenti, se fosse per me ti avrei uccisa all'istante
Poi esegì dei simboli, Sara riconobbe la tecnica, l'arte del fuoco, il ghigno le si ridipinse sulle labbra, mentre Ametista creava attorno a sé delle palle infuocate. Quest'ultimo attaccò, Sara schivò i colpi, e si avvicinava all'avversario quando gli fu vicino gli tirò un pugno e l'altro cadde all'indietro, schiantandosi contro un albero. Per un secondo si alzò, ma poi ricadde a terra urlando dal dolore, ciò significava che il veleno era entrato in circolo, la ragazzina si avvicinò molto lentamente e disse inginochiandosi  all' altezza dell'avversario
-il giorno in cui siete partiti per venirmi a prendere è stato il momento in cui avete firmato la vostra condanna
Il ragazzo dai capelli viola rise, come se fosse pazzo, e disse con l'ultimo fiato che gli restava in corpo
-per quanto credi di resistere? Ragazzina? Lo sai vero che Zero ottiene sempre quello che vuole
-ma non da me, non un'altra volta
Disse Sara mentre vedeva il viola esaltare l'ultimo respiro. Si voltò per vedere Garama e, come aveva previsto, non stava avendo la meglio sui due avversari. Sara corse nella sua direzione, ma il ragazzo dai capelli arancioni gli bloccò la strada
-cosa pensi di fare? Sono io ora il tuo avversario, sappi che a differenza di Ametista, non mi faccio intimidire da una ragazzina
-questo è da vedere...
-Corniola, é il nome della Pietra che incarno, che mi da il suo potere. Ora dimmi solo una cosa, come ti chiamavi prima di tradire Zero? Per un pugno di mosche?
Chiese il ragazzo dai capelli arancioni, un ghigno si ridipinse sul volto della ragazzina
-non credo siano cose che ti riguardano impertinente che non sei altro, hai rovinato la mia missione come chunin
-ohh, povera piccina
Disse ghignando, poi si portò le mani e compose i simboli, i suoi occhi cambiarono colore e divennero viola, Sara strinse gli occhi e capí subito la tecnica che stava richiamando, l'arte dell'acqua: l'onda anomala, la ragazzina si preparò ad affrontare l'attacco, portandosi le mani davanti al busto. Quando l'onda la colpì la trapasso, senza farle subite nessun danno, si ricordò per un istante quando aveva trapassato quelle sbarre. Quando il suo avversario si rese conto di non avere colpito la ragazzina era già troppo tardi: Sara scattò in aventi e lo toccò all'improvviso il veleno entrò in circolo e cadde a terra privo di vita. La cosa che la stupì fu il fatto che appena il suo cuore smise di battere il corpo del ragazzo iniziò a dissolversi lasciando solo una pietra arancione a terra, la corniola. Si voltò verso il ragazzo che aveva combattuto contro di lei per primo e vide la medesima cosa, il corpo dissolto e una pietra viola al centro, l'ametista. Un sibilo proruppe nell'aria, mentre lei si dirigeva verso Garama e saltò atterrando sulla testa del serpente scarlatto. Poggiò le mani sulla pelle del serpente e la luce azzurra uscì dalle sue mani, quando lo curò disse
-vai pure Garama, qui ci penso io, non voglio che ti feriscono ancora, non per me
Il serpente capì, dal tono della giovane, che non poteva controbattere, per questo sparì dissolvendosi in una nuvola di fumo
-siamo rimasti solo io e te mocciosa
Disse il ragazzo dai capelli rosa e occhi vedi, per poi continuare
-io sono Tredici, ma il mio vero nome è Kokarashi ed ero un ninja del villaggio della Terra, prima di diventare uno studente di Zero. Come lo eri tu Sara, o dovrei dire Nove?
La ragazzina lo guardò negli occhi, sentiva la forza del veleno crescere in lei, la fronte che gli pulsava leggermente e le iridi che potevano vedere cos'è che gli occhi normali non avrebbero mai e poi mai potuto mostrarle
-hai ragione, cosa vuoi che ti dica ero pure io una studentessa del maestro Zero, ma non sono mai stata sua succube come lo sei tu
Rispose la ragazzina con un ampio gesto della mano,per poi continuare
-perchè ti sei alleato con lui? Avevi una possibilità di scelta, ma hai deciso di combattere al fianco di un uomo che pensa solo al potere e all'equilibrio
Il ragazzo ghignò, Sara pensò a quanto quell'espressione stonasse sul volto ovale del ragazzo
-perchè io voglio il potere, io voglio essere forte
Sara spalancò gli occhi, ripensando alla scelta di Sasuke di lasciare il villaggio per il medesimo motivo, il potere o la forza, lei non lo avrebbe mai voluto. Lei sapeva di non essere forte, ma lo era dovuto diventare. Si concentrò e disse in un sussurro
-poison air
-dimmi solo una cosa ragazzina, perché lo hai tradito e perché...
-taci! Io ho lottato per la mia libertà e non sarai certo tu a portarmela via
-con Zero si può essere liberi, secondo te sono venuto qui perché ero costretto? No, io sono qui solo per farti capire che ci sono persone che non può lasciare, perché loro ti vogliono, tu, mia cara, sei sua
Sara lo guardò mentre un ghigno le si riformava sul volto
-ricordati queste mie parole io non sono di nessuno, se non di me stessa
E dicendo questo compose dei simboli per poi aggiungere
-tecnica dele ruggito del drago del veleno
E soffio, al posto dell'aria dalle sue labbra fuorisuscí una sostanza rosso viola che colpi l'avversario sul piede, poiché era riuscita a schivarla, ma cadendo a terra consumò ciò che toccava
-cos'è c'è sei stanca? Se mi segui senza darmi problemi potrai riposarti
Disse Tredici, ma Sara rise, di una risata che non sembrava provenire dalle sue labbra, dato che sembrava la risata di un pazzo in una casa di cura
-fidati, tra poco sarai come i suoi compagni
Dopo quelle parole cadde a terra
-c..come h...hai f..fatto?
Sara ghignò e si avvicinò a lui dicendo
-è una tecnica del drago del veleno, ora, ma non ti preoccupare morirai senza provare dolore, sarà come addormentarsi
Il ragazzo dai capelli rosa sorrise e disse
-Zero aveva ragione: sei proprio come lui, un assassina a sangue freddo
Sara si era avvicinata e gli sussurrò all'orecchio
-io sono ciò che sono, e divverrò ciò che vorrò, ma non sarò mai come lui vorrà, perché io tengo al mio libero albitrio
Il ragazzo sorrise ed esalò l'ultimo respiro; delle lacrime iniziarono a solcare il viso della castana. Sapeva che uccidere era sbagliato, ma sapeva che non poteva cambiare ciò che nel tempo era diventata ed era stata costretta ad essere. Si rilassò e il neo sulla fronte torno del solito colore nocciola così come gli occhi, poi con lentezza si asciugò le lacrime.
Grazie del tuo aiuto Poisonstorm
Disse Sara
Di nulla, cara, io sono sempre qui per te
Le rispose il drago. Raccolse le due pietre a terra e si sentì terribilmente stanca, sapeva che gli esercizi per il controllo del chakra dei draghi erano estenuanti e al contempo ciò richiedeva un immensa quantità di energia. Si avvicinò al corpo ormai senza di vita di Tredici e inginocchiandosi compì dei simboli, subito si aprí un cerchio nero davanti a lei, sorrise involontariamente, oltre ad essere una tecnica che richiedeva una grande quantità di chakra era stato proprio Zero ad insegnargliela lanciò al suo interno il corpo del ragazzo e le due pietre. Si diresse verso Neji mentre il cerchio oscuro spariva; si avvicinò e si sedette al suo fianco, poggiò una mano delicatamente sulla guancia destra, solo ora vide le brutte ferite che ricoprivano il corpo del ragazzino. Sara sospirò, mentre si malediva mentalmente per non essere intervenuta prima, avvicinò le mani al torece del ragazzino e fece uscire la luce curativa azzurra. Mentre Neji riprendeva colore e le ferite si riemarginavano Sara diventava sempre più pallida, infatti, appena ebbe finito di curarlo cadde a terra svenuta. Poco dopo il ragazzino si svegliò e vedendo il volto cireo e gli abiti rovinati della castana che era svenuta affianco a lui, la prese tra le braccia e corse il più velocemente possibile verso il villaggio della Foglia.

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