Capitolo 59

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L'abito nero le cadeva delicatamente sul corpo risaltano le linee della ragazza che lo indossava, sistemò il copritronte sul collo legandolo come sempre. Mentre si osservava allo specchio e si infilava una giacca bianca per ripararsi dal vento che muoveva i rami e le foglie. Alzò lo sguardo allo specchio si fissò e vide il dolore impresso nelle sue iridi, fece una promessa a sé stessa: non avrebbe pianto non davanti a tutti, non si sarebbe mostrata debole davanti a terzi, non un altra volta. Si morse il labbro e uscì di casa con il volto basso, non voleva guardare nessuno negli occhi, sapeva che le lacrime le sarebbero potute uscire nuovanente dagli occhi in qualunque istante. Per tale motivo mantenne lo sguardo ancorato a terra.
Si recco nel cimitero la lapide era già a terra, grigia e piena di fiori, il nome e il cognome dell'uomo che le aveva offerto una nuova vita, un riparo, una casa, un sorriso amorevole e speranze per lei, non guardo nessuno non saluto nessuno. Strinse la mano destra  in pugno, senza accorgersene, le dita premevno così tanto contro il palmo che le unghie si conficcarono nelle carni e il sangue iniziò a fluire all'esterno, ma per sua sfortuna il dolore fisico non era nulla a differenza del dolore che provava dentro di sé. Quando la cerimonia finí fu la prima ad andarsene, troppo dolore, sofferenza e stare con altre persone non la aiutava affatto.

Quando fu sera e le stelle brillavano in cielo Sara torno al cimitero e si mise davanti alla tomba del signor Asuma si inginocchiò a terra, non curandosi del fatto che il pomeriggio avesse piovuto e pertanto si sarebbe infangata i vestiti, guardò la tomba grigia ornata di fiori e al centro vi era qualcosa di bruciato, sembrava un bastoncino di incenso, ma la castana riconobbe i resti di una sigaretta e sorrise dabolmente. Sapeva che Shikamaru era passato da lì. Guardo l'incisione sulla pietra grigia e si morse il labbro non avrebbe più versato una lacrima era stufa di piangere, anche perché ormai non gliene restavano più, ormai le aveva versate tutte per l'uomo che le aveva offertouna casa e una famiglia.
-sa, signor Asuma, i miei genitori naturali non hanno mai avuto una sepoltura, e non hanno nemmeno mai avuto un monumento dove i conoscenti potessero andare a piangere la loro morte o la loro mancanza. Un girno un uomo mi disse che la more in realtà non è dolorosa per chi la subisce ma solamente per chi ha realmente amato la persona che ha attraversato quella porta. Vorrei pensarla così, almeno per lei, sapere che non ha sofferto mi fa pensare stare meglio, almeno per po'. -un sorriso amaro le comparve sul volto- lei mi è stato affianco in questi anni come un padre e non potrò mai dimenticarlo, mi ha sostenuto, mi ha fatto sorridere e piangere, perciò la ringrazio per ogni secondo che ha donato a me, anche se per lei ero una semplice ragazzina. Lei mi ha dato la luce che cercavo da tempo e che avevo bisogno. Non si può esprimere a parole tutto quello che io le devo, ma sappia che le ho voluto bene veramente. - alzò lo sguardo al cielo, le stelle brillavano e la luna era completamente piena e tonda illimmivava il paesaggio e la giovane di una luce tenue e fredda, che però faceva risaltare il colore dei capelli castani con dei toni grigiastri e argentei- qualche tempo fa lei scopri che io desideravo imparare l'arte del cristallo, ne rimase sorpreso, credo; pensi mi ricordo ancora la sua espressione. È prioto vero, sono le piccole cose che ci stupiscono  e che ci riscaldano il nostro cuore. Quel giorno particolare le avevo promesso il mio primo cristallo e sono qui per consegnarglielo - la ragazza si portò le mani davanti al petto molto lentamente e da esse iniziò a fuoriuscire un cristallo azzurro chiaro di forma amorfa che iniziò a plasmarsi prendendo la forma che la giovane le assegnava, subito divenne un mazzo di rose. Solo quando fu completamente formato la luce ricca di brillanti che usciva dalle mani di Sara si spense e il mazzo le cadde dolcemente tra esse. La giovane poggiò il mazzo sulla tomba con delicatezza estrema - addio signor Asuma, addio all'uomo che mi ha salvata e che non mi rivedrà precipitare nelle tenebre e addio all'uomo che mi ha ridonato un cuore e una famiglia
Con queste parole si alzò molto lentamente e voltando le spalle alla tomba si incamminò verso l'uscita del cimitero.

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