Capitolo 80

43 0 0
                                    

Il cielo era cosparso da stelle, che rischiaravano il buio della notte, nonostante la luna fosse completamente assente nel cielo, la ragazza dai capelli castani era sdraiata sull'erba, Zero aveva distrutto il suo cristallo e lo aveva usato contro di lei, sorrise a quel pensiero. Comprese all'istante che era molto più forte di quello che mostrava, si chiese se sarebbe mai riuscita a batterlo in un combattimento serio. Scosse il capo dopo la sua ultima missione, non voleva pensare al sangue, non ancora. Per tale ragione scosse la testa è chiuse gli occhi, ma non sapeva che avrebbe sognato il giorno del suo nuovo inizio.

La luce fioca delle candele illuminava l'immensa sala a forma di cupola, gli allievi di Zero erano allineati davanti a lui ed in ginocchio a capo chino, solo una figura aveva il capo alto e fiero, guardando il suo maestro
-a quanto pare, nonostante tutti questi anni, non hai perso il tuo orgoglio e la tua spavalderia
Disse l'uomo con il sorriso sulle labbra
-non abbasserei mai il capo davanti a un uomo
Rispose con orgoglio la giovane, causando una risata dell'uomo dai capelli bianchi
-vedremo...
Rispose con astuzia e superbia l'uomo dai capelli bianchi come la neve. Mentre Sara assottigliava gli occhi capendo a cosa si riferisse e, per tale ragione si morse il labbro, mentre la vendetta iniziava a riempirle la mente, sapeva che era finalmente giunto il momento, dopo anni di ricerche a vuoto e dolore, finalmente aveva una pista e l'uomo che era davanti a lei gliela avrebbe fornita su un piatto d'argento, ghigno, nell'oscurità della caverna, la luce era troppo debole per illuminare chiaramente il suo sguardo. Zero continuava a parlare, ma per la prima volta in tutta la sua vita lei non lo ascoltava, dato che le mani iniziavano a pruderle per il desiderio di vendetta e una fiamma si accese in lei, come un tormento, era sempre pronta ad esplodere in qualsiasi istante senza problemi. Si morse il labbro inferiore imponendosi di ascoltare le parole di Zero, cacciando dalla sua mente la felicità e le idee più ignobili.
-... perciò ciò causerà una grande guerra, molto probabilmente verrà chiamata la quarta guerra ninja
Zero fece una pausa, la sua espressione era immutata anche se traspariva la gioia che provava nel pronunciare quelle parole, una guerra sarebbe iniziata e lui l'avrebbe causata senza però che il mondo lo ritenesse. Anche se lo odiava, la castana doveva ammettere che, in fondo, lo ammirava: era un uomo che sapeva cosa voleva e che non si faceva scrupoli pur di ottenerlerlo ed aveva il suo potere su così tanti affari che forse, pure lui, aveva perso il conto. Si morse il labbro mentre rifletteva sulle ultime parole, un'altra guerra significava vittime e morti inutili, era davvero questo che Zero puntava ? No, lei lo sapeva a ciò che ambiva era solo al potere. Se sarebbe iniziata la guerra gli esiti che avrebbe portato sarebbero stati definitivamente e sicuramente a vantaggio dell'uomo davanti a lei, dato che non perdeva tempo per cose inutili e che non gli recassero un vantaggio personale, quindi l'unica domanda era cosa ci guadagnava veramente. Realizzò all'istante, che la guerra che sarebbe scoppiata era solo un misero  tassello del puzzle che lo avrebbe portato a governare tutte le terre ninja. Dopo poco il maestro finì di parlare e congedo i sui allievi, ma Sara rimase all interno della stanza, mentre un ghigno si tendeva sulle labbra del maestro
Lui sa... Devi soltanto chiedere e te lo dirà, senza molti giri di parole
Disse la voce profonda di Poisonstorm nella mente della ragazza dai capelli castani
-allora hai qualcosa da chiedere?
Chiese con tranquillità il maestro con un ghigno sul volto, nonostante fosse voltato nella direzione opposta della porta, la ragazza sapeva come i lineamenti del suo volto erano mutati
-lo sa
Zero si voltò i cappelli bianchi si mossero dolcemente e i occhi viola intenso si soffermarono nelle pozze nocciola della ragazza, mentre una risata cristallina, come l'acqua del riscello sotto al sole estivo, proruppe dalle labbra del maestro e con un sorriso sulle labbra si rivolse alla castana
-io so molte cose
Rispose l'uomo, per un istante la giovane volle chiederle quante cose conoscesse, ma non diede voce ai suoi pensieri, lui stesso le aveva  insegnato che se non si vuole essere tradito si deve contare unicamente su se stessi: si deve essere il proprio confessore, il proprio peccatore e la propria spalla; solo così si è invincibili. Contare su se stessi, lei lo aveva imparato nel giorno in cui era morti i suoi genitori: nessuno la aveva confortata, sorretta, consolata; tutti si erano proclamati inconfutabilmente addolorati, ma nessuno, nemmeno per un istante aveva tentato di portare il peso della perdita insieme a lei e ora, lo sorreggeva con orgoglio e dolore.
-lo so, ma come lei sa c'è un unica cosa che mi interessa in questa vita
Rispose con tranquillità la giovane, il sorriso lasciò le sue labbra rossee, mentre uno accattivante si tingeva su di esse
-la questione dei abitanti di Kanoha?
Chiese con tranquillità
-non mi interessano più, per me è come se fossero morti
Rispose con franchezza la castana, mente uno sguardo di incredibilità le veniva lanciato dal maestro, ma lei rimase impassibile.
-la questione del tuo tradimento?
Chiese il maestro ancora con più  tranquillità di prima
-mi domando la ragione per la quale non sia ancora morta, ora che mi ci fa pensare
Rispose la castana a tono, mentre egli sorrideva
-sai, lasciando da parte il principio del mai fidarsi di nessuno, era palese che mi avresti tradito, ma non sapevo come o quando. Se devo essere sincero non pensavo che avresti ucciso tutti i membro della mia organizzazione, anche se hai lasciato in vita noi quatto
-me lo ha insegnato lei, maestro mai fidarsi di nessuno se non unicamente di sé stessi
-no no, mi cara
Disse alzando il dito indice della mano destra e muovendonlo a destra e sinistra, mentre sì avvicinava alla ragazza, togliendo i tre metri che antecedente gli separavano, mentre si fermava a un passo davanti a lei, poi piego la schiena per fare in modo che i loro due volti fossero alla stressa altezza. Per tale ragione l'uomo piego la schiena nella sua direzione, molto lentamente spostando vertebra per vertebra e disse con tranquillità immensa a pochi centimetri dalle labbra rosee
-il motivo è molto più semplice di quello che credi, nonostante tu continui a negarlo,  la tua natura è quella di uccidere, di strappare la vita. Anche se non te ne rendi conto, anche se lo continui a disprezzare, è un dono. A te ha riempito di gioia il fatto di smantellare la mia intera organizzazione nel sangue. E questo non lo puoi negare
La ragazza stinse le labbra a quelle parole

Dance With Dragons Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora