Capitolo 77

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Erano passati anni dall'ultima volta in cui Sara aveva incontrato i ninja della Foglia; ora era ritornata ad essere un ninja ai comandi del maestro Zero, tutto l'amore che aveva iniziato a riempirle il cuore gli anni prima era sparito in quel giorno in cui aveva detto addio, che aveva bruciato il copritronte con disegnato sul metallo il simbolo della Foglia. Sara guardò il piccolo paese davanti a lei, il mantello nero e blu, ricopriva la sua intera figura, anche grazie al fatto di indossare l'immenso cappuccio tirato sul capo. Si incamminò per le piccole strade del paesello, mentre si infilava in una taverna per bere una tazzina di the prima di mettere in atto la missione affidatale da Zero. La ragazza si sedette ad un tavolo mentre un cameriere gli chiese cosa volesse e lei rispose
-un the, qualsiasi gusto abbiate non ha importanza
Il giovane dai capelli viola annui e pochi istanti dopo le portò ciò che lei aveva ordinato e pagò. Mentre si rilassava bevendo il suo the sentì che qualcuno le si avvicinò, non le importava chi fosse, ma da come si muoveva capí che si trattava di un ninja o di qualcun ben addestrato. Dopo l'ultima guerra ninja, dove erano spiccate le figure di Naruto Uzumaki e Sasuke Uchiha, come ninja ed eroi della guerra, la ragazza si aspettava un incremento della povertà e della malavita, cosa assai normale dopo i conflitti così grandi e duraturi. La castana con il mantello che la celava completamente dalla luce fioca del locale sospirò mentre beveva l'ultimo sorse del the
-cosa abbiamo qui? Un ninja che non riesce nemmeno a reggere un po' di sake?!?
Disse l'uomo in tono beffardo e di ilarità, ma non percependo risposta dalla figura mascherata iniziò a ridere, subito la castana noto che l'uomo devesse essere appena arrivato, dato che non emanava odore di alcol, ma cercava in tutti i modi di offenderla
-cosa c'è, ho indovinato?!? Oppure hai paura?!?
Affermo nell medesimo tono della battuta prima
-cosa vuoi da me?
Chiese tranquillamente la castana, ma la sua risposta sembrò infastidire l'uomo che non manco l'occasione per offenderla nuovamente
-levati dal mio posto ragazza o per te finirà male
La minacciò l'uomo ma la giovane scoppio a ridere
-lei vorrebbe spaventarmi?!? Ma se non farebbe paura nemmeno ad una mosca
L'uomo dai capelli viola si arrabbio ancora di più e, estraendo un kunai dalla tasca lo conficcò nel tavolo, mentre l'attenzione di tutti i presenti si concentrò sulla coppia, in sorriso tinse le labbra rosee della castana
-crede davvero di spaventarmi con un semplice kunai?
Chiese in modo sarcastico e con ilarità la giovane, il cameriere si avvicinò al tavolo e con un misto di dolcezza e timore disse
-lasciala stare, è solo una ragazza, poi non è nemmeno di queste parti
-questo non la scusa
Disse il viola poi continuò
-visto che l'hai servita vuoi dire che non è hai fatto notare che quello fosse il mio posto, nessuno può sedersi al mio tavolo! Io decido e voi eseguite quello che io dico!
Il cameriere abbassò lo sguardo, mentre la castana agrottando le sopracciglia curiosa di vedere come la situazione si stesse evolvendo. Poi il ragazzo disse
-mi dispiace
Il viola ghignò, sembrava non aspettare altro e, prendendo il kunai che aveva conficcato nel tavolo con la mano destra
-non dispiacerti, ora pagherai per le tue colpe
E con queste parole il viola si preparò ad affondare la lama grigia del kunai nel collo del ragazzo, ma la castana si mosse ad una velocità straordinaria mettendosi sulla traiettoria e a mani nude fermò il percorso della lama, dopo aver scioccato la lingua in segno di disapprovazione affermò
-non è carino mozzare la testa alle persone solo perché non sono in accordo con te o solo perché ti dissubidiscono
L'uomo dai capelli viola sgranò gli occhi non aspettandosi cotanta abilità
-mocciosa ingrata, come osi metterti davanti alla mia lama!
Disse l'uomo additato, mentre la ragazza rispose con nonchalance
-mi dispiace per lei, ma io faccio tutto quello che voglio senza chiedere il permesso agli altri
L'uomo digrignò i denti mentre estraeva un altro kunai per colpire la giovane, ma quello venne fermato da una mano che non apparteneva a lei
-ti lascio sola due minuti e guarda che combini
Si lamentò Quattro, in risposta la ragazza sorrise leggermente e dolcemente per poi dire in tono smelenso
-sapevo che saresti venuto a salvarmi
Il ragazzo a quelle parole arrossí leggermente, cosa che non sfuggí alla castana
-ci pensi tu, per favore
Chiese la ragazza e il rosso annuì, subito i rovi iniziarono a cresecere ai piedi dell'uomo, che urlò dal dolore appena le spine iniziarono a condiccarsi nella sua pelle, la giovane prese il mento del viola e disse a pochi centimetri dal suo volto
-se tenti ancora di abusare del tuo potere: per te non finirà nel migliore dei modi, quindi...
Le spine si conficcarono in profondità dei polpacci
-chi siete?
Chiese il viola tra un ansimo e l'alto, fu il rosso a rispondere
-noi simo la morte e la vita, la giustizia e la pena, il binco e il nero o la tortura e la pietà
-che poetico
Commentò la castana, mentre il ragazzo sogghignò per poi continuare
-simo dei semplici soldati assoldati  per un fine al di fuori dell'immaginabile

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