Capitolo 82

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Il forte vento della notte scorticava gli abiti, ma lei rimase immobile nella notte: sembrava una statua addobbata con un mantello nero con dei fini decori azzurri; guardava dritto davaniti a se con le iridi nocciola, ricolme di odio, ciò che Zero, non aveva visto e che avrebbe tanto voluto vedere. Però non era semplice odio, sembravano gli occhi di un morto: vacqui, senza speranza, ormani lei non sapeva più il significato di questa parola. Iridi spente, senza luce, senza vita erano incastonate nel suo volto. Finalmente dopo anni di dolore e sofferenza e sete di vendatra avrebbe messo la parola fine a quella storia durata per troppo tempo.  Sentiva le mani pruderle per il desiderio di sangue. Dopo anni finalmente i suoi genitori sarebbero stati vendicarti, da lei, dalla figlia che hanno amato più della loro stessa vita. Perché lo sapeva, anche se le costava ammetterlo, quei assassini erano venuti per lei, per il potere che si cela in lei. Si morse il labbro inferiore con il canino mentre un rivolo di sangue scendeva dalla ferita che lei stessa si era procurata. Ma il gusto del sangue non fece altro che agitare la sete per quella sostanza viscosa, scarlatta e dal gusto ferroso. Ora il villaggio di Marte si stanziava davanti a lei, le erano voluti solo due giorni grazie alla sua abilità di muoversi tra le ombre
Grazie Shadowstorm del tuo potere
Non c'è di che
Rispose il drago dell'ombra mentre il neo sulla fronte da nero come la pece divenne del suo solito colore marrone e le iridi tornarono nocciola. Per impiegare così poco tempo, infatti, si era mossa tra le ombre usufruendo del potere del drago.
Guardò il villaggio davanti a sé per un ultima volta e si incamminò con un ghigno sul volto e gli occhi spenti sentiva il chakra che turbina a in lei, come un mare in tempesta. La notte le dava pace, lo aveva sempre fatto, il buio la tranquillizzava, fin da piccola sapeva che i mostri non si nascondono tra le tenebre, ma in lei stessa e i veri mostri, quelli che ti distruggono sono gli esseri umani non i demoni, che sono molto più umani a dispetto alle persone. Si passo una mano sulla goccia di sangue che le era sceso da labbro ferito, ma che era già guarito grazie al fatto di essere una forza portante
Finalmente, dopo anni, c'è l'hai fatta
Commentò la voce di Firestorm nella sua testa e la castana sorrise
Che c'è ti ha svegliato l'odore del sangue?
Chiese la castana con ilarità ricevendo in risposta una risata profonda dal drago del fuoco che era  diventano più mansueto e più potente.
Sempre la solita acida, è il momento di spargere flotti di sangue
La ragazza rise a quelle parole, dato che non ne aveva mai sentite di più vere.
Il vento della notte le sferzava il mantello muovendolo al suo volere, mentre lei camminava in direzione del villaggio di Marte. Aveva scoperto che tutto il villaggio in realtà era una la stessa  famiglia, infatti, gli antenati dell'attuale villaggio erano fratelli che prendendo mogli diverse ampliarono il loro clan. Fino a diventare un intero villaggio con il medesimo sangue che scorre nelle vene. Anche se ormai del sangue originario ne rimaneva ben poco; Sara ghigno mentre estraeva una delle due spade dal fodero la lama bianca, come la neve appena caduta brillo, grazie alla luce della luna e delle stelle che illuminava o il blu del cielo, mentre nella mano sinistra si trovava la katana con la lama nera, che sembrava riflettere la luce oscura della notte. La ragazza dai capelli bruni aveva sempre adorato porre fine ad una linea di sangue e ora, proprio in quella notte ventosa, sarebbe accaduto proprio quella fine al clan che aveva mandato alla rovina la sua famiglia; sterminando suo padre e sua madre. Le mani le prudevano mentre si avviava nel villaggio, mentre si muoveva chiamò a se il potere della notte, i principi con i quali Zero l'avesse cresciuta: nessuna pietà, nessun sentimento e immensa gloria per chi arriva sino alla vetta, nin uno scalino più in basso. Così comincio il massacro uccidendo chiunque incontrasse non preoccupandosi di nulla ne di età né del sesso, perché quel  giorno nessuno si era preoccupato per lei. Si muoveva nella notte ormai le lame erano sporche di sangue, ma nessuna goccia l'aveva sfiorata, dopotutto era il ninja migliore addestrato da Zero. Solo dopo aver sterminato l'intero villaggio si ritrovò davanti alla reggia del capovillaggio, colui che aveva commissionato l'omicidio di sua madre e suo padre. Una nuova ondata di dolore e rabbia la invase nuovamente, ma ormai era abituata  che quel tipo di emozioni la tormentassero notte e giorno senza tregua. Si morse il labbro, mentre un rivolo di sangue le usciva e la ferita si cicatrizzava nello stesso istante in cui se l'era inferta; con gesto veloce e senza esitazione aprì uno squarcio sul portone in legno davanti a lei, che cadde al suolo con un immenso rumore. "un ninja si deve muovere nella notte senza fare rumore"  le aveva insegnato Zero, così si era mosse nel villaggio, ma ora voleva che la sua preda avesse paura di lei che scappasse. Come se lei fosse il cacciatore e lui la preda. Varcò la soglia piena di detriti della porta che si era portata giù con lei parti di muro. Quando entrò nella stanza fu accolta da un immenso salone in legno scuro, decorato con motivi di katane e altre armi sul soffitto camminò nel suo interno e, mentre poggiò il piede sinistro sull'asse in legno quella sprofondò. Per tale ragione si mise in moto un meccanismo che causò la fuoriuscita di kunai dal soffitto. La ragazza mosse la mano sinistra e i kunai vennero tutti deviati dalla lama nera della katana. Successivamente si concentrò e richiamando a se il potere dei draghi mentre le sue iridi si tinsero dei colori dell'arcobaleno, mai in vita sua avrebbe mostrato il suo vero potere a un individuo talmente vile da nascondersi dietro a una schiera di uomini, ed infatti, eccoli davanti a lei i mercenari.
La ragazza ghignò mentre disse
-che c'è? Ora ti nascondi? Dopo che hai ucciso i miei genitori non hai nemmeno il coraggio di mostrare il tuo volto? Ma sappi che io ti troverò!
I ninja mercenari attaccarono, ma con una mossa aggraziata gli sbaraglio. Tutti finirono a terra decapitati, il rancore era tale che la sua sensibilità fosse pressoché assente, mentre la voglia di sangue aumentava ogni singolo secondo, chiamò a se i venti e in un nanosecondo si ritrovò in aria, i suoi piedi non toccavano minimamente il suolo.

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