sedici

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Suicidio. È quello che hanno detto i giornali dopo aver incolpato Bobby. Se non avesse lavorato per il grande capo, ora starebbe sfidando il boia a procedere con la sedia elettrica. Il bestione, a cui mai nessuna donna si sarebbe avvicinata per via dell'aspetto burbero, è stato il primo indiziato quando hanno trovato il cadavere di Molly. Hanno pensato che proprio la sua apparenza gli sarebbe costata un rifiuto da parte della bella stripper. Eppure, è stato subito rilasciato e ogni sospetto è stato nascosto sottocoperta, non perché innocente ma in quanto bodyguard di Roger Kray.
Bobby non ha resistito alla tentazione di guardare con i suoi occhi la scena del crimine. Così, una volta annunciato il terribile accaduto, si è intrufolato tra la folla di agenti. Ricorda quei piedi perfetti puntare il pavimento senza mai raggiungerlo. La visione di un angelo, spezzato dal peccato che popola la città.
Ma Bobby non ci crede. Non ci ha mai creduto. Molly non può essersi suicidata, qualcuno deve aver inscenato il tutto. E quel qualcuno, nella testa di un uomo distrutto e tormentato dal ricordo di una storia che narra gli ultimi incontri della vittima, ha già un volto ben delineato.

Quando il giornale della radio ha pronunciato il titolo della notizia più importante, Bobby se ne stava sdraiato a petto nudo sul letto della sua stanza. Lì fumava e guardava il soffitto, mentre le luci delle auto in strada scivolavano lungo l'intonaco grigio, formando delle strisce brillanti. Le serrande abbassate di notte vogliono dire una sola cosa: lutto, uno dei più dolorosi.

"Dwight Kray, il primogenito della famiglia numero uno di Dustville, è stato arrestato con l'accusa di terrorismo."

Anche a Bobby è sembrato un po' esagerato, ma non è che gli importasse ciò per cui l'assassino di Molly è finito tra le sbarre. La giustizia cadrà su di lui come una ghigliottina e Bobby non farà altro che ridere con la sua testa tra le mani e ballare soddisfatto. Si sarebbe assicurato personalmente del suo ultimo respiro.

Così, protetto dal suo cappottone in pelle, Bobby si prepara a vestire i panni del giustiziere. Rifornito di litri d'alcol in corpo, il carburante per eccellenza per un bestione come lui, se ne va per la città a far danni con il solo obiettivo di raggiungere il prediletto Kray. Sa bene che nonostante la sua posizione di favore tra le fila di Roger, non avrebbe mai avuto il consenso esplicito del capo per far ciò ch'è giusto venga fatto. Sta rischiando il tutto per tutto, sta per commettere l'errore più grande, ma deve farlo... deve farlo per Molly, per darle giustizia e pace nell'aldilà.
Distrugge ciò che gli passa a tiro: la vetrina di un pub, la faccia di un teppistello con la bocca sporca di latte, fino ad arrivare ad una delle volanti della polizia. È difficile trovare sbirri non corrotti a Dustville, ma Bobby sa esattamente come fare ed è da loro che si è diretto. I due colleghi non hanno esitato un solo istante, ligi al loro dovere da poliziotti non hanno guardato in faccia al nemico della quiete pubblica e lo hanno ammanettato. Per Bobby non sarebbe stato un grosso problema irrigidire i polsi e liberarsi di quella morsa fredda con la stessa facilità che ha nel bere un bicchiere d'acqua. Ma oggi, gli sbirri, stanno facendo proprio ciò che la bestia di Dustville vuole che facciano.

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