ATTO TERZO

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"Buongiorno Dustville!
Qui è il vostro Robert Cooper che vi parla e questa è Radio K, come ogni mattina alle cinque pronta a darvi la dose di energia quotidiana per affrontare questa splendida città!"

La voce del radiofonico leccaculo di quartiere martella i tuoi timpani con tono fin troppo allegro. Con le palpebre ancora socchiuse, intravedi parte del caldo abitacolo in cui ti trovi: una familiare mano sporca di sangue sul cambio delle marce, il display dell'autoradio e parte del parabrezza. Sei rannicchiata in una giacca il doppio della tua taglia; sotto di essa, sai per certo di essere coperta di sangue, ne avverti la consistenza, l'odore e ne vedi persino l'intenso colore. Quando parte la canzone Talking 'bout my girl scopri la voce di Colin, intonata e profonda. Ti sembra assurda la sua spensieratezza: se il volto di suo padre continua ad apparire ogni volta che chiudi gli occhi, immagini lui cosa possa vedere. Eppure, quella perdita non pesa e non grava nell'ambiente, non trionfa nel silenzio. Forse è questo il trucco. Non darsi il tempo di ricordare.

Colin guida verso una meta ignota. I tuoi occhi si sollevano appena, osservano il neo sul collo dell'uomo e scivolano di nuovo lungo la manica sporca e sgualcita. Sei quasi certa ci siano le tue lacrime lì sopra.

È una strana sensazione quella che ti pervade. Non sai descriverla, ma c'è una cosa che puoi affermare convinta.

Ti senti al sicuro. 

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