ventidue

77 18 14
                                    

Bobby e Dwight sembrano gli alleati più improbabili della città, eppure i due si sono ritrovati spesso a scambiare due chiacchiere e capirsi a vicenda. Questo li rende perfettamente complementari. Avevano deciso di comune accordo di fare tappa in un luogo frequentato da entrambi, in cui sapevano di poter formare trovare aiuto ma anche di rischiare la pelle: il quartiere a luci rosse, la famosa vecchia zona industriale, una frazione di Dustville geograficamente appartenente alla corrotta città, ma eticamente e legalmente ben divisa da essa. Lì il capo è giusto. Il capo è famelico, fuori di testa ma sempre freddo e razionale. Il capo è beatamente intrappolato nel corpo di una delle più sensuali donne su cui Dwight e la bestia abbiano mai posato gli occhi.
In prossimità di quella zona di confine, quella che si potrebbe chiamare "la portineria" di Dustville, il Kray stringe il volante dell'auto rubata scaricando la tensione. Bobby opta per una sigaretta, ingrigendo ancor di più il cielo della città di polvere.
Superato il confine, i due puntano lo sguardo sul cartello con scritto a caratteri cubitali "West Town". Era quello il nome che avevano dato al quartiere, rievocando subito il vecchio far west dei film americani, oltre che la posizione nella mappa.

"E se incontrassimo musi gialli?" Bob interrompe la voce profonda dei suoi pensieri, dando un taglio all'aria di tensione che si percepisce nell'abitacolo dell'auto.
"Che intendi?"
"Sì, insomma, lo è anche Nana. Magari ci aiutano."
Dwight scuote la testa, rilassa i muscoli delle mani e percorre la strada in cui si sono imbucati con una marcia più bassa. "La vogliono almeno quanto Roger. Non parliamo con i "musi gialli"."

Gli risponde così, sovrappensiero, preso dalla consapevolezza che loro abbiano già puntato il mirino sulla macchina, che li seguono come si segue una gazzella nell'ombra dei fili d'erba. Le leonesse di quella savana sono ovunque, Dwight può sentirne il ruggito. È una sensazione che non provava da tempo, pericolosa... inebriante.

"E se incontrassimo--"
"Fa silenzio." Dwight lo rimprovera con tono calmo, quasi tenero. Bobby non può prendersela con lui per averlo messo a tacere e dunque obbedisce da bravo soldato. E ora che vede il Kray con più attenzione, capisce di esser giunto a destinazione. Gli diventa però chiaro, lampante, solo quando vede il vestito svolazzante di Pam dietro l'angolo di uno dei mille edifici.
Le ragazze li hanno circondati. Attendono solo che il motore della macchina si spenga e che i due palesino le loro intenzioni.

Così accade.

Dwight Kray gira la chiave nel quadrante. Il rombo si zittisce e la portiera si apre, seguita pochi secondi dopo da quella del passeggero. Bobby si guarda attorno stringendo i pugni per tenerli a bada, sentendosi come un elefante in un negozio di porcellane. Per quanto gradita fosse la bestia all'interno della West Town, anche lui è ben conscio del fatto che una mossa sbagliata avrebbe portato alla sua morte e che lì, tra quei confini, nemmeno Roger Kray in persona avrebbe potuto dargli vendetta.
Dwight invece è calmo, totalmente a suo agio in quell'ambiente, seppur consapevole di dover temere la bellissima e fatale Ophelia. Quella donna ha provato per lui qualunque emozione possibile: l'ha amato, l'ha odiato, l'ha ammirato, disprezzato, temuto, rimpianto, respinto, bramato. Ad oggi, il moro può solo immaginare quale sentimento lei possa provare a seguito del loro ultimo incontro.

"Siamo qui per chiedere aiuto. Non abbiamo cattive intenzioni." Specifica lui con voce alta, ma senza strillare. Sa d'essere ascoltato, sa persino d'esser sotto tiro; se alzasse la testa e osservasse con attenzione sui tetti delle case che li circondano, vedrebbe la punta di un fucile di precisione brillare sotto la luce fioca della luna.

"Non ne hai mai." Ed ecco la familiare voce felina di Ophelia. La pantera spunta fuori da un angolo in tutto il suo splendore. La sua perfetta e setosa pelle nera è fasciata da uno striminzito vestito in pelle e da calze a rete. I lunghi capelli sono trattenuti da una treccia che cade sulla sua spalla, raggiungendo l'altezza dell'ombelico. I tacchi la rendono una Dea, le armi incollate alla vita fanno di lei una minaccia. Il suo sorriso tagliente fa mancare un battito al cuore del Kray.
Dwight è ormai bravo a non mostrare emozioni, a sembrare un robot privo d'anima e sangue, ma quella donna sa perfettamente ch'esso scorre nelle sue vene e sa che sta ribollendo di desiderio alla sua sola vista. "Eppure qualcosa va storto ogni volta che superi il confine." Sentenzia lei, in ricordo dei mille guai in cui si sono cacciati fino ad oggi. Guai che poi è stato lui stesso a rimettere a posto, dimostrando d'essere solo una maledetta testa calda.
"Sono qui per chiedere a voi di superarlo."
La richiesta di un pazzo. L'espressione sorpresa, no, non sorpresa ma sconcertata di Ophelia lascia presto spazio a una risata arrogante e divertita. Deve aver perso totalmente la ragione per chiederle una tale follia. Ma perché non indagare sulla motivazione che lo spinge verso una richiesta così stupida?! Perché non capirne di più?

"E sentiamo: cosa dovremmo fare nella squallida fogna che regnano i Kray?"
"Combattere." Dritto al punto, schietto, lancia la bomba con una naturalezza che l'ha sempre caratterizzato, privo di timore per una reazione negativa. Ophelia, ancora una volta, schiude le labbra e corruga la fronte. Quella parola deve aver avuto l'effetto di uno schiaffo... più o meno simile a quel che di rimando colpisce la faccia dell'uomo. La guancia pizzica. È un dolore che solletica i nervi piacevolmente e che porta la mano di Dwight a rendere indietro quel gesto. Dinanzi a tale oltraggio, una decina di donne sguscia fuori dal proprio rifugio e il doppio delle armi scattano nella direzione dell'intruso, portando Bobby a sollevare le mani, spettatore silente fino ad ora proprio come le ragazze pronte a sparare e trasformare Dwight in una carcassa bucherellata in ogni parte del corpo. Ma Ophelia solleva un dito e tanto le basta a fermarle dal renderlo un ammasso informe di carne. E poi la medicina che li travolge: le bocche si scontrano in un bacio famelico che si consuma in pochi secondi, ma che sembra fermare il tempo per anni. Quando si staccano i corpi caldi sono gli occhi a continuare il lavoro, divorandosi ancora l'un l'altra, ma la conversazione trova proseguimento con gli stessi toni con cui è iniziata.

"Chi combattiamo?" Domanda la donna.
"Mio padre."
"Perché?"
"Lo sai perché."
"Perché ora?" Specifica, sollevando gli occhi al cielo. Dwight sta evitando i dettagli importanti. Davvero crede che lei non se ne accorga?
"Dobbiamo salvare una persona." Confessa con quattro parole che possono voler dire tutto o niente e che, nella testa della pantera di West Town, hanno un sottotesto ben preciso.
"Una donna?" Chiede con tono provocatorio e sorrisetto scaltro. Dwight non le risponde. Conosce la sua gelosia e non vuole che il suo piano venga mandato a puttane per un suo capriccio infondato.
"Posso contare su di voi oppure no?" Si limita dunque a dare un ultimatum. E la pantera acconsente, accarezzando le labbra con la punta della lingua, pronta a divorare la sua preda.

Il Filo BiancoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora