cinquantasette

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Deludente, ma prevedibile. Così Sakamoto aveva giudicato la risposta di Vasilisa, prima di congedarvi con un pacifico seppur minaccioso "Sono certo che ci rincontreremo.".
Avete colto subito la palla al balzo, approfittando della grazia di esser rilasciate senza inutili fatiche. Avete tutte camminato più velocemente di quanto abbiate fatto all'andata. Tu dinanzi agli occhi puoi vedere la tua sola motivazione; il volto di Colin ti tortura ad ogni passo. Come hai potuto lasciare che la tua garanzia per la fuga si separasse da te? Come hai potuto fargli fare di testa sua? Come hai potuto fidarti, credere in quell'assurdo piano e metterlo a rischio, oltretutto ancora ferito? Sei stata una stupida. Non hai scusanti. E il modo in cui i passi si rincorrono verso la vostra meta la dicono lunga sul pentimento che ti infuoca. Eppure, vi è dell'incertezza nei movimenti di ognuna di voi tre. Davvero Sakamoto vi ha lasciate andare così? Senza un pegno da pagare, senza trucchetti, senza tutto quel terrore che le leggende raccontano esser peculiarità della famiglia?

E poi capisci. Solo dopo le vedi, eppure eccole lì, lo sono sempre state o ve ne sareste accorte prima, al primo movimento. Sapevate che ci fosse qualcosa di strano nell'aria e dinanzi agli occhi vi appaiono le due chiari prove. Due bestie sbarrano il cancello. Sono due giganti, letteralmente. Pensavi di aver trovato in Bobby una armadio a tre ante, ma quei due lo superano ampiamente.

Come diamine è possibile? Le loro dimensioni hanno qualcosa di grottesco, di illogico, di...

"Sono reali?" lo chiede tua madre, ma sebbene lei lo faccia col presupposto di una mente fulminata e di facile ricaduta nelle allucinazioni, né tu né Uvula pensate a una domanda migliore. Vasilisa ha solo espresso un dubbio comune. "Non c'è modo che quei due siano umani. Che diamine sono?"

Ne hai viste di assurdità a Dustville, ne hai incrociati di esseri bizzarri. Forse sei la più preparata in quel campo. E forse è questo il motivo della tua espressione determinata e combattiva. Sei l'unica pronta a impugnare l'arma, l'unica a sfoderare la katana in previsione di uno scontro.
È allora che quello a sinistra avanza d'un paio di passi, scuotendo il terreno. La grossa lama che impugna somiglia a un coltellaccio da cucina grande dieci volte tanto, forse persino di più: non ti stupiresti a scoprir che la lama sia larga e alta quanto te. Ma ciò non t'intimidisce affatto.

"Non puoi battere quegli affari, Nana!" rimprovera tua madre.
"Non abbiamo altra scelta."

Il kasa, il grosso copricapo in bambù, tipico dei samurai, si solleva lentamente e senza mai esibire il volto ombreggiato del nemico. Solo due punti rossi delineano gli inquietanti occhi della bestia e il fumo che sbuffa risalendo la visiera ne identifica il respiro.

"Sono grossi, ma senza dubbio anche lenti. Noi siamo in tre e siamo agili. Matthew e Joshua ci daranno copertura dall'alto, li hanno sotto tiro."

Ebbene sì, li hai notati. Vedi ancora quel luccichio in cima al tetto, stavolta intenzionale da parte di entrambi per segnalare le posizioni. Le due compagne se ne rendono conto solo dopo, i colossi in armatura da samurai invece non ci fanno caso troppo presi dalla tua caparbia determinazione. Hai lo sguardo in fiamme, lo noterebbe persino un cieco. Non concederai a due estranei il lusso di fermare il tuo cammino. In fondo, ormai, l'avresti consentito solo a Colin. Bizzarro, no?

"Levatevi di mezzo!" tenta di intervenire Uvula, cercare un dialogo. La donna non ha ben chiara la minaccia, ma ne sottolinea l'entità a voi Yoshima: i due giganti sono qui con la sola intenzione di uccidervi.

Quello qualche metro più avanti dell'altro non ti ha tolto gli occhi di dosso per un misero istante. È evidente ce l'abbia con te. E proprio lui prosegue nella tua direzione; ora la lama colpisce il terreno, facendo rimbalzare i sassolini circostanti, striscia sul viale, pesante, trascinata dalla grossa mano guantata. È allora che un proiettile proveniente da est colpisce in un minuscolo spiraglio di luce dell'armatura, ma la reazione del colosso fa deglutire all'unisono ognuno dei presenti. Si ferma solo un istante per localizzare la minaccia, come quando svegliandosi in piena notte si cerca la maledetta zanzara che ha interferito col riposo. E poi torna a puntare i fari rossi su di te. Corre, spinto da quel lieve pizzico sul collo, e l'ambiente diventa caotico. Corri a tua volta e finalmente Vasilisa e Uvula reagiscono seguendo le tue intenzioni. Senti chiaramente l'imprecazione di tua madre mentre si allontana da te assieme a Ugola d'Oro; punta all'altro colosso. 

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