quarantasette

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Le rughette sul naso di Dwight si formano a seguito di una smorfia di fastidio mista a disgusto. L'uomo che varca la soglia del suo ufficio è il sindaco David Bryce, un omuncolo sulla sessantina, che all'aumentare degli anni ha ridotto considerevolmente il numero di capelli. Il suo portafogli, invece, s'è gonfiato in concomitanza con quello di Roger e probabilmente ciò che spera d'ottenere oggi incontrando l'erede del suo ex socio è il medesimo trattamento. Peccato che Dwight ne abbia abbastanza.

"Dwight! Il potere ti dona." Srotola la sua lingua mentre stringe la mano, chinandosi quasi a novanta, già pronto forse a ricevere la cattiva notizia.
"Signor Kray. Non sono più il ragazzino che conobbe."
"Oh, mi scusi. Lo vedo, lo vedo senz'altro. Ma in fin dei conti lei è nato per questa poltrona. Ho creduto che i rapporti non fossero mutati."

Mallory è lì a fianco, con le mani nelle tasche e un'espressione pensosa sul volto. Fa da testimone del comportamento ruffiano del sindaco Bryce, affatto sorpreso in realtà dopo la descrizione che l'erede Kray gli ha servito in privato. Diciamo che non sia degno del ruolo che ricopre e che questa sia l'unica certezza che l'ispettore possiede.
"Le presento il detective Mallory." Prosegue Dwight. "Mi sta aiutando nella coordinazione della squadra di polizia e nella ricerca di Martha Kray, mia madre."
Bryce indossa l'ennesima maschera. La compassione mancava alla lista di finte emozioni che Dwight gli ha visto esibire nel corso della loro conoscenza. "Ho saputo. Sono addolorato, spero la troviate al più presto. È una brava donna."

"Dunque vi lascio. È stato un piacere, sindaco." Conclude frettoloso il detective, stringendo la mano a Bryce. Sembrerebbe in procinto di vomitare. Per un attimo il Kray si convince che sia quello il motivo di tanta fretta. E dopo il rapido saluto del sindaco, ruffiano nei modi anche con lui, ma solo a seguito della spiegazione di Dwight sul suo ruolo, i due uomini rimangono soli.

"La prego, si segga." Così prendono entrambi posto: Bryce su una delle morbide poltroncine posizionate al cospetto della scrivania e Dwight dietro di essa, sul trono del padre defunto. "La ascolto." Dice infine, ponendo il sindaco nella condizione di parlare.

"Ecco, non vorrei essere indelicato venendo qui e pretendendo di discutere d'affari, ma suo padre aveva un accordo con me e mi sembra doveroso stringerlo anche con lei, per il bene della città."
"Conosco bene i vostri termini. Mi consente una controproposta?"

Bryce non attendeva di certo tale risposta. L'allarme nei suoi occhi è palese nonostante il tentativo di nasconderlo sia notevole. D'altronde, cosa s'aspettava? Che accettasse quello scempio di vincolo come aveva fatto suo padre? Che non provasse nemmeno a cambiare le cose? A rendere meno corrotta la città di polvere e a trascinare lui come una palla al piede durante le sue scelte? No, il sessanta percento non gli basta. Dwight non vuole limiti alla sua eredità, poiché è Dustville stessa ad aver bisogno – secondo la sua visione – di un singolo uomo in grado di prendere le decisioni. E in fin dei conti Bryce lo sa... non avrebbe richiesto quell'incontro, l'avrebbe dato per scontato e nemmeno si sarebbe nascosto durante l'attentato. Sarà pur un mollusco informe, privo di spina dorsale, ma non ha ancora totalmente perso il senno.

"Era un accordo molto conveniente per ambo le parti, non vedo come possa esser migliorato." Controbatte lui, con il solito sorriso ruffiano.
"Si può sempre migliorare, sindaco."
Non pare convinto – e Dwight non lo biasima – ma decide comunque di ascoltare cos'ha da dire il nuovo Kray al comando, quanto meno per curiosità. "Sentiamo."
"Lascerà la città entro sera. Al calar del sole ci assicureremo che lei sia fuori dal confine e se ciò non accadrà saremo costretti a... insistere."

Una minaccia che non lascia vie di fuga, che porta silenzio inizialmente, per poi trasformare lo shock in ilarità. Bryce ride con arroganza, colpito nel segno, debole. Che può fare lui contro un Kray? Era solo questione di tempo, la proposta sarebbe giunta in ogni caso, se Roger non avesse voluto star dietro le quinte della politica. Ma che cambia? In fin dei conti non vi è una singola anima in quella peccaminosa città a non conoscere il ruolo che riveste realmente la famiglia Kray sulla scacchiera. La storia s'è fatta ridicola, c'è bisogno di riacquistare credibilità.

"E perché mai dovrei farlo?" contesta Bryce, indignato.
"La morte non la motiva abbastanza?"
"Non puoi uccidermi."
"Uccidere un uomo corrotto? Un sindaco che ha vissuto per anni nella ricchezza sfruttando i cittadini che aveva promesso di proteggere? La sua morte passerebbe in secondo piano, dinanzi a quella di centinaia di uomini e donne là fuori."
Dwight non ha torto. Il sindaco è con le spalle al muro. Conscio, pienamente conscio di ciò che potrebbe scampare andandosene da Dustville – incluse le manifestazioni armate sul lato est e l'aria di guerra imminente che si comincia a percepire – Bryce comincia a valutare l'idea.
"Le garantisco che in ogni caso se Nana la trovasse, la sua morte non sarebbe piacevole. Ci rifletta."

Eccolo che utilizza il tuo nome per farsi grosso, concentra l'odio e la paura su di te da bravo dittatore qual è, spingendo Bryce a credere ancor più alle sue parole e valutare meglio la proposta. Il dubbio si fa lampante nei suoi occhi incerti, ora quasi sconfitti. Se sapesse del bluff, chissà come la prenderebbe... Dwight non può permettersi un omicidio, anche perché nessuno in villa è a conoscenza della sua minaccia, nemmeno Mallory. Confida però nella codardia di quell'omuncolo. E non ha tutti i torti.

"E se confessassi?"
"Cosa?" domanda con finta curiosità il Kray, scrollando le spalle. "Sanno già tutto e anche da tempo, non finga di cadere dalle nuvole. E, inoltre, la mia minaccia non sconvolgerebbe nessuno. Ha perso consensi di recente... non l'hanno avvisata? Credevo che i gusci delle uova sulle finestre di casa sua o le voci sulla piccola Bryce gliel'avessero fatto capire. Mi dia retta. Ci pensi su. Ma le consiglio di cominciare subito, non manca molto tempo a stasera."

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