"Quanti ne sono rimasti?" la domanda di Dwight risuona affranta nell'eco dell'ufficio. Il primogenito s'è messo comodo sulla poltrona del padre, ora defunto e incapace di rivendicarne il possesso. Se non avesse pronunciato il quesito con quel tono d'amarezza e non si fosse passato le dita tra i capelli per la disperazione, Mallory sarebbe stato colto dal dubbio. Eppure è evidente che il piano che si sono ritrovati a mettere in atto ferisse lui tanto quanto il detective. A chi può piacere mietere vittime come le stanno mietendo loro?
"Con questo ne mancano solo due. Ma sono testardi, non capiscono cosa stia accadendo, perché lei lo stia facendo e... la brutta notizia è che stanno formando nuove cellule di manifestanti, con un'organizzazione diversa."
Mallory porta una mano sulla cravatta, allentandola appena prima di raccogliere la penna da dietro l'orecchio. Un capello grigio si lascia cadere al pavimento, leggero e a malapena visibile, si suicida denotando la prossima calvizie dell'uomo. Non che ciò lo stupisca, considerato il carico di stress che grava sulle sue spalle da qualche giorno.
"Niente più leader?" domanda Dwight, interpretando la comunicazione di Mallory a suo modo e indovinando. È il detective ad annuire, confermando il dubbio del Kray. Era prevedibile, se l'erano detti: quella guerra va vinta con le buone o con le cattive e, se necessario, avrebbero raso al suolo l'East Side pur di non mandare a monte gli accordi con la Yakuza. Tradirli è fin troppo pericoloso.
"Non va bene. È scoppiata una vera e propria guerra." Prosegue Dwight scuotendo la testa in preda all'orrore che sta per piombare sulla sua città. "Sono morti degli agenti: padri, madri, figli, fidanzati, mogli e mariti. Non possiamo più permetterlo."
"C'è di più."
C'è decisamente di più: cos'aveva detto di voler fare Dwight quando ti ha illustrato il piano originale? Lasciarti uccidere suo padre per riavere la tua vendetta e in cambio avresti dovuto far fuori anche il sindaco, facilitando la sua salita al potere. Ebbene, non è sparito magicamente da Dustville, nonostante si fosse rinchiuso nella tana a seguito dell'attentato alla villa, ben consapevole d'essere il prossimo bersaglio. No, il sindaco – ritenendosi ormai fuori pericolo – è tornato a respirare l'aria polverosa delle strade di Dustville e adesso desidera confrontarsi con l'erede di Roger Kray.
Dinanzi a tale notizia, Dwight prova del risentimento. Con tutto ciò ch'è accaduto negli ultimi tempi, aveva erroneamente ignorato la presenza di quell'omuncolo corrotto. Tu sei scappata, Colin s'è messo in mezzo e ha spifferato tutto decidendo nel peggior momento possibile di comportarsi da eroe e ricordarsi di avere una morale. E lui, Dwight, è stato abbastanza codardo da non avere il coraggio di risolvere quell'ultimo problema. Così sono giunti ad oggi, con un sindaco vivo e irritante che desidera un incontro con l'erede, probabilmente ben scortato e conscio del fatto che Dwight non possa toccarlo nemmeno con un dito... a meno che non voglia perdere la fiducia di Mallory, una pedina rivelatasi sorprendentemente importante per quella partita a dama."Non c'è alcun problema. Lo incontro volentieri." Conclude Dwight, prima di leggere negli occhi di Mallory un velo d'incertezza. "Credo sia il momento migliore per stipulare il nostro nuovo accordo e ripulire Dustville dalla corruzione. Con queste manifestazioni in atto, la città è distratta. Potremo parlare senza interferenze."
"Signore." La voce di un agente bruno sulla soglia dell'ufficio rimbomba fino ai timpani dei due alleati. Si voltano entrambi. Tempismo perfetto per interferire con la conversazione. Eppure, a giudicare dal linguaggio del corpo del ragazzo, sembrerebbe aver bussato anche a lungo prima di infiltrarsi nell'ufficio. Devono averlo ignorato, troppo sovrappensiero per accorgersene. "Ho il corpo del target numero 5: Patrick Roden, leader del gruppo di manifestanti dell'High Road."
Ed eccola, la vittima cinque di sette di cui parlava Mallory qualche minuto fa. Dwight, paranoico com'è, ha dato l'ordine di portare i cadaveri nel suo ufficio per un riconoscimento prima di smaltirne i resti ed eliminare ogni prova. "Entra."
Così fa, con a seguito una barella su ruote che trasporta un sacco nero e una cartellina. Una volta al centro della stanza, abbassa la cerniera esibendo la faccia di Patrick Roden con un buco in fronte. Apre poi la cartellina e mostra la scheda con ogni dato raccolto sull'uomo inerme e pallido che giace sotto i loro occhi. La foto corrisponde. L'identità è confermata.
Dwight annuisce prima prendersi qualche secondo. Ne ha visti fin troppi di cadaveri ultimamente; si direbbe essersi abituato, tant'è che nessun conato trafigge la sua gola ma piuttosto della mera curiosità lo spinge ad avvicinarsi al buco che apre la fronte del ribelle. "Resta nei paraggi." Ordina a Gabriel, stringendo le palpebre e insinuando lo sguardo fino a dentro il cervello della vittima. "Hai una mano ferma." Annuncia fiero del lavoro del soldato, mentre il vivido rosso del sangue gli annebbia la vista.
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Il Filo Bianco
Action𝘈 𝘋𝘶𝘴𝘵𝘷𝘪𝘭𝘭𝘦 𝘭𝘢 𝘨𝘪𝘶𝘴𝘵𝘪𝘻𝘪𝘢 𝘴𝘪 𝘤𝘰𝘮𝘱𝘳𝘢. È questa la violenta certezza che muove i fili della città. Chi la abita si è da tempo arreso al dominio di Roger Kray e alla corruzione che striscia tra pistole e distintivi. Dustvill...