L'assordante allarme, già ovattato dalla presenza della porta, si interrompe. Colin corruga la fronte e si allontana da te per raggiungere la finestra e sbirciare oltre la pesante tenda nera. L'entrata sud è il delirio totale, tra sangue, proiettili ed esplosioni nel grande giardino del Re Kray, sembra quasi di trovarvi in Vietnam. Da dietro la spalla del moro, ora vicina al vetro della finestra, puoi scorgere i due metri della bestia e sentire la sua sadica risata vibrar sul terreno, mentre attorno a lui donne agili e armate distruggono ciò che capita a tiro. Le riconosci, o meglio ne riconosci qualcuna: Tiffany, la ragazza col caschetto verde acceso e il tatuaggio di una grossa croce in mezzo al decolleté; Ginger, col suo viso fanciullesco e i lunghi boccoli rossi; Ellen, la formosa e solare ragazza con una grossa cicatrice sull'occhio sinistro. E molte altre, agguerrite come mai le avevi viste. Ma che stanno facendo lì? E perché Bobby combatte assieme a loro? Che sia merito di Dwight? Che sia l'ora della resa dei conti?
Colin volta il capo e ti guarda. Legge nei tuoi occhi il desiderio di andare in contro al pericolo. Le vostre menti, ormai connesse sugli stessi pensieri, comunicano per una manciata di secondi a sguardi. Poi il suo dito si solleva a mo' di rimprovero; tu indietreggi, dondoli appena la testa ridacchiando sotto i baffi. "Non abbiamo tempo per questo." Afferma lui, confermando ogni tuo dubbio: se le donne di West Town hanno sconfinato, accompagnate da Bobby, evidentemente anche Dwight si trova in questa villa. E con molta probabilità non è qui solo per te, ma anche per suo padre, il che significa che quel bastardo potrebbe trovarsi sopra le vostre teste, barricato nel suo ufficio fino alla fine di quella battaglia che pensa non riguardargli. E Colin lo sta proteggendo.
"Non farlo." Sembra l'ultimo avvertimento, a giudicare dall'espressione seria che assume e dalla postura tesa e sull'attenti. L'uomo che hai di fronte ti punta l'arma, ma non la userà e lo sapete entrambi. Per questo motivo decide d'abbandonarla ispirando violentemente aria nei polmoni, si fa sfuggire un "ok" e allora puoi avvertirla dalla sua voce: avverti tensione nel corpo di Colin, tipica di chi sta per attaccare, di un animale intento a prender le misure per saltare al collo della preda. E dunque non ci pensi due volte, lo anticipi balzando la scrivania e scivolandoci sopra, per poi dirigerti verso la porta. È una corsa frenetica, dal ritmo deciso e intenso. Ma non sei l'unica a muoverti e in pochi passi l'uomo è già lì; afferra il tuo avambraccio e ti strattona via, spingendoti nella direzione opposta. Le cosce sbattono inevitabilmente sul legno del tavolo e l'istante dopo un pugno ti colpisce in piena faccia. La testa rimbalza indietro e torna in avanti, ti porti d'istinto una mano sulla zona battuta, la massaggi e barcolli, dichiarando una finta tregua. Lo guardi con indignazione, come se fosse inaccettabile che il tuo nemico ti prendesse a cazzotti... come se fosse la prima volta. E solo quando ti sembra di averlo convinto della tua resa, quando lo vedi rilassarsi, decidi di contrattaccare.
Con una spinta ti lanci in avanti, la spalla destra colpisce il suo addome, lì dove ancora soffre la ferita inferta col kunai - che tra le altre cose giace nascosto sotto le tue vesti. Colin si piega, geme a denti stretti prima di afferrare i tuoi capelli e tirarti indietro, colpirti col ginocchio, trascinarti più lontana possibile dalla porta e cercare di rigirarti all'interno del suo braccio. Dopo un po' di fatica riesce nell'intento; l'incavo del gomito stringe la tua gola, mentre con il petto fa da muro per non darti via di fuga. Vuole farti perdere i sensi? Tiri fuori il kunai, scivola come una carta di magia fuori dalla manica di un illusionista, ma anche in questo Colin sembra un passo avanti a te. Blocca il tuo polso con la mano forte, la sinistra, e stringe anch'essa facendo cadere a terra la lama.
"Cominci a stancarmi."
"Tuo fratello ha resistito di più."Una risata vibra nel tuo orecchio a seguito della provocazione lanciata. E quella breve distrazione libera il peso dal tuo piede destro. Con il tacco colpisci il ginocchio di Colin fino a che non cede e, solo quando allenta la presa ti lasci cadere a terra, riafferri il kunai e gattoni via.
Sembra un déjà-vu quando ti ferma dalla caviglia. E da quel momento la lotta torna a farsi frenetica. Colpi su colpi, uno dopo l'altro, si rincorrono instancabili nella libreria di Villa Kray. Al di là della porta - e del cadavere che assiste alla scena imperterrito - nemmeno potete udire quei flebili rumori. È Travis a camminare fino all'entrata del grande salone, attirato dall'improvviso baccano. Gli tremano le gambe come un bambino nella sala d'attesa di un dentista. Povero piccolo, è terrorizzato a morte. Quei pugni e schiaffi, i gemiti, le imprecazioni, non hanno mai emesso tanto frastuono. Poi il rumore di oggetti che cadono, che vengono lanciati, i corpi che impattano contro le mura e un... cos'era? Una risata? "Ma che diamine...?" Mormora il ragazzino confuso."Ok." Si fa coraggio il ragazzino impugnando la carabina con forza, teso come una corda di violino. "Devi controllare, Travis. Sii uomo. Potresti fare la differenza." È ridicolo anche solo da pensare, ma Travis decide di fare l'uomo esattamente come si è ripromesso di fare.
Si volta meccanico verso la grossa porta di legno duro e allunga una mano sulla maniglia. "Ora devi solo abbassarla e controllare." Ripete a mo' di mantra, facendo il tifo per sé stesso e ringraziandosi da solo per la fiducia. Solo all'ennesimo tonfo che sente in lontananza, fa come dice e crea una sottile fessura tra muro e porta. Non è che ci veda molto, ma quel poco gli basta: gli basta vedere te, sdraiata a terra e a pancia in su, con la gonna strappata lungo la gamba, i piedi nudi e un tacco in mano. Nell'altra una lama nera come la pece. Colin si trova sopra di te, stringe con i palmi entrambi i tuoi polsi mentre sogghigna crudele. Gli sembrate... felici? Per lui non vi è dubbio che siate fuori di testa.
Eppure, l'ha già vista una scena simile, quando era appena un bambino e a seguito di un incubo, andando in camera dei suoi, li sentì gridare. Non era proprio la stessa situazione, ma la posizione era quella, senza dubbio.Il signorino Kray sembra cavarsela, anche se a fatica. Travis non ha molto pane per i suoi denti, in quella stanza. Ma è... ipnotizzato. Vi osserva, confuso, apre persino la porta allargando la fessura di qualche centimetro. Rischioso, sì, ma non se ne accorge. State combattendo? Deve chiamare i rinforzi? Deve sparare? Con ciò che sta accadendo nella tenuta, chi è il nemico? Solo tu? O entrambi? Domande a cui non avrà risposta, colto in flagrante dal tuo occhio sano e successivamente da quelli furiosi di Colin. Travis trema di nuovo e dunque tu approfitti della distrazione per scivolare via da quella presa, colpirlo di nuovo dove sai che sia debole e costringerlo a lasciarti andare le braccia. Una delle due mani resiste, non cede e continua a stringere nonostante il dolore. Così avvicini la bocca all'avambraccio e ci stampi un morso fino a che non avverti del sangue sotto i denti. Colin ruggisce come un leone ferito e tu lo colpisci con il tacco, ora di nuovo libera. Centrato il bersaglio, ti fiondi con un sorriso killer contro Travis. Sono attimi di terrore a cui il ragazzo non sa reagire. Stai per colpirlo, stai per strappargli la carotide con gli stessi denti con cui hai morso il signorino Kray. Travis se la fa addosso. No, inteso letteralmente.
L'urina gli bagna i pantaloni della divisa mentre il cuore gli sale in gola. Ma il tuo obiettivo non è lui, rappresenterebbe un grosso rischio, una perdita di tempo importante.
Ecco perché una volta giunta dinanzi a lui ti limiti ad afferrarlo per la giacchetta e spingerlo contro Colin, già furioso e pronto a rincorrerti per l'ennesima volta.
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Il Filo Bianco
Action𝘈 𝘋𝘶𝘴𝘵𝘷𝘪𝘭𝘭𝘦 𝘭𝘢 𝘨𝘪𝘶𝘴𝘵𝘪𝘻𝘪𝘢 𝘴𝘪 𝘤𝘰𝘮𝘱𝘳𝘢. È questa la violenta certezza che muove i fili della città. Chi la abita si è da tempo arreso al dominio di Roger Kray e alla corruzione che striscia tra pistole e distintivi. Dustvill...