trentasei

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Le manette attorno ai polsi della bestia somigliano a due fil di ferro. Cinque uomini sono serviti per infilargliele e il doppio per trascinarlo fuori dalla villa Kray. Dwight inerme dinanzi al corpo del padre, non degna la scena d'uno sguardo. Ma li sente bene quei grugniti d'odio che gli vengono rivolti.
Le donne di West Town invece sono fuggite, l'hanno abbandonato sotto ordine di Ophelia che saggiamente ha intuito ciò che la mente del Kray stesse elaborando. Prima d'esser pugnalata alle spalle, in attesa dell'arrivo della legge e della scoperta dell'attentato al potere, il boss del quartiere a luci rosse gli ha sputato un'imprecazione contro e se l'è data a gambe levate. La donna è ben conscia di quanto la sua parola valga paragonata a quella d'un membro di quella famiglia e dunque di come la verità sarebbe stata modellata pur di far salire al potere della città il primogenito successore del defunto Roger.

"Signore." Uno degli uomini richiama l'attenzione di Dwight. Piange lacrime che sembrano vere sulla carcassa dilaniata del padre. "Lasciatemi in pace! Andate via!" esplode la furia del ragazzo contro l'incravattato alla soglia della porta. "VIA!"

Così è accaduto. Lui e altri colleghi hanno atteso al di fuori dell'ufficio. Socchiusa la porta l'hanno comunque tenuto sotto sorveglianza, ma tutto ciò che hanno potuto osservare è stato un figlio distrutto dal dolore che abbraccia il cadavere insanguinato e puzzolente di Roger. Sono rimasti lì per diversi minuti, mezz'ora probabilmente; e poi è stato Dwight a lasciare di sua sponte quella posizione e rimettersi sulle sue gambe. Asciugate le lacrime si è rivelato a sottoposti e poliziotti.

L'interrogatorio ch'è seguito è stato lungo, lento ed estenuante, ma non abbastanza da tirargli fuori la verità. Dwight n'è uscito vincitore, ancora una volta.

"Signor Kray, i sospetti si stanno rivolgendo contro di lei." Aveva detto il detective Mallory.
"Dovrebbero." Ha poi drammaticamente risposto l'imputato. "Ho permesso che l'ammazzasse, non sono riuscito a mediare, non sono riuscito a convincere quella donna a risparmiare la mia famiglia."

Ed eccola, la pietà e la comprensione della polizia e di chiunque appartenga a questa disgustosa città corrotta. "Non ha impugnato lei il coltello, però." Ha subito specificato l'ispettore, allungando una tazza di caffè fumante.
"Ha importanza?"
"Ne ha. Lei è l'unico che ha tentato. E ora deve tentare di nuovo."
Ignaro, Dwight solleva il mento per puntare gli occhi dritti in quelli del suo interlocutore, chinare il capo di lato ed esibire pura e innocente confusione. Che sia dunque un altro il reale motivo per cui lo stanno interrogando? Che sia altro ciò che cercano? E allora cosa?
Il detective chiarisce ogni dubbio, faticando nel trovar parole per trasmetter quell'informazione a un uomo che ha appena passato il dolore più grande. "Signor Kray." Esordisce con tono rispettoso e distaccato. Poi finalmente lo ammette, sputa il rospo. "Sua madre è sparita."

Sono stati minuti strazianti quelli che sono seguiti. Forse più per gli agenti in quella stanza che per Dwight stesso. Vedere un uomo così ben piazzato piangere e infuriarsi per aver perso entrambi i genitori nello stesso giorno, non è cosa da poco. Per di più... per mano di una donna. Donna di cui s'è fidato, che ha tentato di redimere e portare sulla giusta via. Per l'ispettore quello scenario è dilaniante, gli spezza il cuore, gli ricorda quanto siano state autentiche le parole del suo vecchio: "non fidarti mai delle donne. Sono velenose, sono nate per ammaliare e rovinare la vita di noi uomini onesti e lavoratori." Mallory ha sempre pensato si trattasse della farneticazione di un bisbetico, d'un orgoglioso uomo di mezza età ch'è stato ferito. Ma ad oggi, dinanzi alle avventure di Dwight Kray, comincia a comprenderne a pieno il significato.

Mallory l'ha affiancato, silente, durante il suo discorso. Microfoni e videocamere puntano tutte contro l'erede di Dustville. E lui regge magnificamente e dignitosamente la tensione, guadagnandosi ulteriore stima da parte del detective.

"Quel ch'è successo a casa nostra è indescrivibile." Afferma Dwight a denti stretti, decorato di una certa malinconia. La sofferenza è ben visibile. "Non ho mai visto una tale carneficina."
Un sussurro che i microfoni dei telegiornali locali catturano senza fatica, seguito da un sospiro volto a fargli riprendere lucidità e forza per proseguire in quell'appello pubblico. Deve delle spiegazioni, lo deve agli abitanti quanto al defunto padre. È ciò che pensa Mallory osservando la tenacia dell'uomo che fronteggia la tragedia a testa alta. All'improvviso si rende conto di sentirsi coinvolto, di parte... la giusta parte.

"Nana Yoshima si è intrufolata all'interno della tenuta con l'aiuto del mio stesso fratello... Colin." C'è una nota di tristezza e delusione nel modo in cui ha pronunciato il suo nome. A Mallory è subito evidente che Nana sia riuscita ad ammaliare anche lui. E all'istante l'ispettore sviluppa il desiderio di non voler rimanere nella stessa stanza di quella donna. Non osa immaginare quanto malvagia debba essere per riuscire ad avere ai suoi piedi entrambi i figli Kray. "Non so se c'entrino loro con la sparizione di mia madre, ma non mi darò per vinto finché non la rivedrò, sana e salva. Lei non ha niente a che vedere con tutto questo. Nana." Si rivolge a lei. Punta una delle videocamere dritta nell'obiettivo e l'affronta. Mallory è sorpreso, affascinato dalla forza d'animo di quell'uomo. Li salverà. Ora lo sa.

"So che ti ha fatto del male, so che non era un santo. E hai ottenuto la tua vendetta. Quel che io desidero e tu lo sai – ne abbiamo parlato quando ti sono stato vicino in questi giorni – è che la mia città sia fuori pericolo. Roger ha dato la caccia anche a me, mi sono schierato dalla tua parte per trovare un accordo che non mietesse vittime, ma non hai voluto darmi ascolto. Ora quel che ti chiedo è solo di lasciarti aiutare. Ti farò uscire da qui, andrai dove più desideri, ma rivoglio mia madre indietro. Rivoglio la pace. Riflettici: non potrai nasconderti per sempre. Ti troveremo e, se non sarò io, ti troverà qualcun altro non disposto a negoziare."

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