ventitré

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Non sapresti dire cosa stia spingendo le tue gambe a muovere quei passi frettolosi, cosa le stia tenendo in equilibrio, se sia la paura di rimanere indietro o la voglia di seguire Colin verso la fuga. Eppur ti muovi, corri alle spalle del principino Kray, svelta come ti era stato insegnato fin dalla più tenera età pur di non rimanere mai sprovvista di difese, nonostante la stanchezza ti gravi sulle spalle come un macigno di diverse tonnellate. Ci metti il tuo impegno per rimanere al passo di Colin e ti domandi se lui avverta la tua stessa fatica o se la ferita sul suo addome abbia già smesso di recargli dolore. Che abbia preso una manciata di antidolorifici prima di venire da te? Non vedi altra spiegazione plausibile.

Colin volta l'angolo e tu fai lo stesso un attimo prima che un'orda di men in black percorra il corridoio nella direzione opposta. Svelti e miracolati dal perfetto tempismo, chiudete la porta alle vostre spalle e cominciate a salire i gradini. Solo adesso comprendi di esser stata sottoterra per tutto quel tempo, che quegli inquietanti laboratori si trovano nascosti dalla luce del sole. Ma non ricordi quella parte della planimetria. L'avevi studiata bene prima di infiltrarti in casa Kray e il seminterrato era ben diverso da quello che stai osservando ora, seppur di sfuggita.

"Dove siamo?" Ti curi di chiederlo, in ritardo rispetto a quanto ci si aspetterebbe. Colin ti considera a malapena, punta la mitraglietta contro uno degli omoni in nero che incontrate sulle scale e risponde solo per togliersi il pensiero. In quel momento ti accorgi che la sua arma sia silenziata. Anche in quello lo distingui da Dwight, seppur sia un dettaglio pressoché insignificante: suo fratello avrebbe attirato l'attenzione facendoti correre allo stremo per poi darti ristoro, invece Colin dimostra controllo anche nella scelta dell'arma, potente ma quasi inudibile.
"Tenuta Kray, ci sei già stata. Ricordi?"
"No, questa zona non c'era sulle carte."
"Nemmeno Dustville è sulle carte."

È la risposta più ovvia che potesse darti, così scontata che ti senti stupida a non averci pensato. Ma dunque ti chiedi perché, quale sia la necessità di celare agli occhi di una città già corrotta un luogo così nell'ordinario per una famiglia di criminali come la loro. E sebbene tu voglia riempirlo di domande, improvvisamente ricaricata delle forze che sembravano mancarti, non ti è concesso riaprir bocca in cima alle scale. Il numero "0" risponde al dubbio di quanti piani foste sotto la superficie terrestre e, contando le rampe alle vostre spalle, puoi affermare con certezza di esserti risvegliata al meno cinque. Quanto diamine è grossa quella reggia? Come ha fatto a sfuggirti tutto questo ben di Dio?
Colin sbircia in una fessura sottile tra porta e stipite, cercando di capire se la via sia libera o meno. Essendosene accertato, ti fa cenno di muoverti in silenzio e non gli negheresti un pugno in faccia a seguito di così poca stima nei tuoi confronti. Cosa crede? Che avresti suonato le trombe al tuo passaggio? Sei tu la vittima, la fuggitiva che rischia l'ennesimo elettroshock o persino la morte; lui al massimo avrebbe subìto una strigliata.
Colin nota la tua espressione stizzita, il che sembra divertirlo: lo fa apposta a darti ordini così stupidi, neanche stesse parlando con una poppante di sei anni.

Percorrendo il lungo corridoio che identifichi nell'ala est della villa, ti nascondi dietro le grosse spalle del ragazzo. Egli solleva di nuovo l'arma e con freddezza spara i proiettili dritti al petto della guardia che vi fronteggia sull'uscio di una porta. L'uomo cade a terra e Colin si china a raccoglierlo, trascinandolo appena dietro il muro per non farlo notare a vista e poter chiudere la stanza in sicurezza. Fortuna vuole che non vi siano altre guardie, o forse fortuna non è, forse Colin n'era al corrente e per quel motivo ha camminato indisturbato.

Ora isolati dal baccano dell'allarme e del via vai di gente, riesci a udire il gemito sofferto del Kray: dunque la ferita fa ancora male, ne sei felice. Ti piazzi oltre una scrivania di legno scuro; siete in una libreria. Ottima scelta, pensi tra te e te, qui tra gli scaffali avreste potuto nascondervi meglio. Ma no, non gli avresti fatto i complimenti.

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