cinquantotto

36 13 8
                                    

Le dita di Henry il mariolo non hanno mai corso tanto velocemente sui tasti di un computer. Una colonna sonora a quell'incontro di cui Sōsuke nemmeno comprende la pericolosità. Sta impacchettando, ordinando e spedendo tutte le informazioni da Colin richieste. Furbo, prevede l'epilogo di quella che senz'altro si sta rivelando una dura battaglia, all'insaputa del suo stesso salvatore.

"So che possiedi un'arma particolare, una sorta di firma." Aveva detto Sōsuke, mentre Henry si nascondeva indisturbato dietro la scrivania. Poi ha indicato il taschino; si vedeva spuntare un pezzo di corda, pareva strisciar fuori come un velenoso serpente sottile, sinuoso, letale... come di consueto. Sōsuke n'è sembrato affascinato, Colin non è riuscito a pensare ad altro se non a come gli donerebbe stretta attorno al collo. "Mi sembra sleale usare la katana. Mi batterò disarmato. Ti va bene?"

L'onore di Colin è stato scalfito da quella proposta. La replica è stata repentina, decisa. "Usala. Non cambierà l'esito."

E così ha fatto Sōsuke, dinanzi agli occhi increduli di Henry. Colin sta mettendo a rischio quell'operazione per il suo orgoglio? Ci dev'essere altro al di là della semplice offesa. Ci riflette attendendo il caricamento dell'ultimo file, riparandosi sotto la scrivania e osservando dalla sottile fessura il combattimento surreale ed elegante dei due uomini. Sembra più di assistere a un mortale tango.

Nota qualcosa negli occhi del suo alleato: può identificarlo con un forte sentimento d'odio e può persino azzardare qualche ipotesi sul motivo. Colin non sta difendendo sé stesso, né tantomeno lui... oh no, Colin sta difendendo te, il tuo onore, l'onore della tua famiglia ancor più di quello della propria città. Henry si domanda dunque cosa sia realmente accaduto tra voi nei giorni scorsi, perché ti abbia davvero salvata, se il suo riguardo nei tuoi confronti sia dovuto a pura strategia di guerra o a qualcosa di più. Henry ha visto crescere la sua figura, l'immagine del minore dei Kray ha sempre fatto tremare Dustville. Ricorda bene l'effetto del suo nome pronunciato tra vicoli della città, così come ricorda l'aria vibrare al suo solo passaggio. Se sul fratello Dwight i dubbi coinvolgono la sua ribellione e le leggende parlano di diatribe familiari, su Colin non vi sono mai state incertezze: il figlio più silenzioso, il più letale, privo di sentimenti e incapace d'essere amato, un sicario talmente temuto da spingere le vittime al suicidio. Non c'è niente di rassicurante in lui, esser uno dei suoi target non equivale alla morte ma al tormento eterno. Eppure... oggi Henry lo guarda e vede in lui qualcosa per cui combattere. No, non qualcosa ma qualcuno.

Forse è vero, forse voi Yoshima siete davvero kitsune in grado di ammaliare gli uomini e renderli marionette. Di Vasilisa ne è certo, d'altronde. Ma tu? Tu non l'hai mica ammaliato Dwight, né l'hai fatto con metà Dustville. Non sei propriamente una sirena che canta ai marinai, sei più... sei più come Colin.

Il suono della notifica proveniente dal computer silenzia i pensieri. Henry sguscia fuori dal riparo per premere il tasto d'invio, appena in tempo, a un soffio dal fallimento. Sì, perché Sōsuke se ne accorge finalmente e la sua reazione è talmente rapida da non dar il tempo ad Henry di realizzarla. Quando la lunga lama della katana oltrepassa il suo cranio, inchiodandolo al muro, è ormai troppo tardi.

Colin è stato sopraffatto per un momento, Sōsuke ne ha approfittato, ma non è riuscito a evitare l'inevitabile. Henry lascia il mondo terreno con un sorriso, soddisfatto d'aver completato la sua missione poco prima di dare la vita.

"Chi cazzo era lui?" la domanda lascia la bocca di Sōsuke con indignazione. Quella è la conferma di quanto invisibile sia stato Henry e di come – realmente – il nemico non s'era accorto della sua presenza. Se non fosse la vita reale e non gli avesse appena perforato il cranio con la lama, quel quesito sembrerebbe risultato quasi comico. Difatti Colin accenna una risata, ma la reprime all'istante riprendendo autocontrollo e simulando una smorfia di disgusto nei propri confronti.

Sōsuke fa per avvicinarsi al computer per controllare cosa abbia fatto fino a quel momento, ma Colin non gliene dà il tempo. Si lancia su di lui, ormai stremato, scoprendo quanto vere siano le dicerie sugli Yokumura e su quanto siano difficili da mettere a tappeto. Eppure è più giovane lui di quell'inquietante giapponese. Come può esser rimasto sprovvisto di energie?

"Sei testardo. Cazzo, bravo!" afferma con un improvviso picco d'entusiasmo, quasi urlando contro Colin e ricambiando il pugno che il Kray riserva alla sua faccia. Colin al contrario suo non lo sostiene, crolla in ginocchio stringendo la corda nel pugno chiuso. Sōsuke perde a malapena un rivolo di sangue dalla narice destra; se lo pulisce col dorso della mano, poi piazza un calcio sullo stomaco di Colin. Tanto gli dà il tempo necessario ad alzare la cornetta del telefono e chiamare i rinforzi. Forse, in fin dei conti, è solo bravo a mascherare il dolore per arrivare a barare così.

Colin è ora più solo che mai. Non ha modo di uscire da lì, lo sa. Si accascia a terra, lascia che il destino lo porti lì dove secondo lui dovrebbe essere, nella speranza che tu abbia avuto più fortuna di lui. 

Il Filo BiancoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora