cinquantasei

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"L'agente Gabriel Tucker ha fatto questo?"

Dwight lo chiede a Mallory, osservando con sgomento la mole di cadaveri perfettamente allineati sul pavimento del capanno, sul retro della villa. Un lavoro esemplare, preciso, privo di scie inutili di sangue o tracce, se non quell'unica prova dell'arma del delitto: un proiettile in mezzo agli occhi di ognuno. Quello che Dwight e Mallory possono osservare sconfitto, è uno dei gruppi di "terroristi" per cui il Kray aveva dato ordine. Gabriel, da bravo soldato, ha obbedito.

"Quel ragazzo è dannatamente pulito e letale. Ci servirà. Tienitelo vicino, dà lui una promozione e fallo salire di grado. Ne abbiamo bisogno per quando arriverà la Yoshima."

E così è accaduto. Nei giorni a seguire, Gabriel è rimasto incollato al culo di Mallory, sempre operativo e pronto a nuovi ordini. Un'arma come quella avrebbe cambiato le carte in tavola, o almeno è ciò di cui è convinto Dwight. Mallory, al contrario, è scettico. Quel ragazzo è in polizia da troppo poco tempo, sarà pur bravo ma è quasi un novellino, ha poca esperienza e si comporta in modo troppo instabile per tenerlo tra le proprie fila. Il detective ha notato in lui dell'empatia, un'abilità umana che cozza fin troppo con il suo operato impeccabile da assassino. Sta davvero solo eseguendo gli ordini? O c'è dell'altro? O magari è solo Mallory a temere d'esser rimpiazzato per comodità da Dwight Kray? Forse, in fondo, si rende conto d'esser una mera pedina e di non aver instaurato un rapporto di profonda fiducia e stima con l'erede di Roger. Forse sa che non avrebbe dovuto affidarsi troppo a un uomo di cui mezza città dubita.

"Dove hai imparato a lavorare così, agente?"
"Da mio padre." Ha risposto Gabriel senza esitazione, dopo aver mandato giù l'ultimo sorso di latte per mandare giù il pranzo. Ne beve a litri, tanto che Mallory si chiede se defechi tronchetti di ricotta. "Mi ha insegnato ad essere tutto ciò che è stato lui e tutto ciò che non è mai potuto diventare."

Non è la prima volta che un agente di polizia risponde con queste esatte parole. Mallory sa perfettamente quanto spietati siano i genitori dei futuri soldati. È probabile, dunque, che Gabriel fosse destinato a quel lavoro. Mallory lo dà per scontato. "Era un poliziotto anche lui?"
"No, ma avrebbe voluto."
"Capisco." E ora che quel punto è stato chiarito, la nebbia scompare quasi completamente: il padre deve aver fatto qualunque sacrificio per entrare nel corpo di polizia e, non esserci riuscito, deve averlo portato a proiettare il suo sogno sul figlio. Ecco perché Gabriel è così capace e spietato, chissà cos'ha passato. Generalmente condannerebbe quel tipo di comportamento, eppure visti i risultati non riesce a lamentarsene. Il timore d'esser rimpiazzato non supera l'oggettiva visione che possiede nei confronti delle sue abilità militari.

"Posso farle una domanda, detective?"

È stesso Gabriel a interrompere la sua riflessione interiore. Pone la richiesta alla domanda con un'educazione dovuta ma non necessaria. Mallory non risponderebbe negativamente, ora che gli ha messo il tarlo della curiosità. "Prego." Afferma dunque.

"Siamo alleati della Yakuza?"
Non proprio ciò che s'aspettava. Rimane sgomento per appena un misero paio di secondi, poi l'indignazione sale. "Questo non ha rilevanza per me e te, soldato." Taglia corto lui, ma Gabriel fa trentuno, tentando un approccio più chiaro ed esibendo le proprie intenzioni e i propri dubbi.
"Ma se ci attaccassero, gli omicidi dell'East side verrebbero vanificati."

Mallory tace, almeno per un po'. Come può non sentirsi in dovere di concordare dopo ciò di cui s'è macchiato il soldato? Con tutto quel che è accaduto nelle scorse settimane, Mallory e Dwight sono rimasti perlopiù a dar ordini e controllare che venissero eseguiti. L'alleanza con Kray non precede mica la privazione di una coscienza o dell'empatia. Mallory è ancora dalla parte della verità, dalla parte della giustizia e dell'autorità che, stavolta ne è certo, coincide nonostante le barbarie di cui l'erede di Roger sembra esser capace. Forse è questo a spingerlo ad essere onesto con Gabriel, seppur quasi di sfuggita.

"Credo anche io che ci sia il rischio. Ma il signor Kray ha tutto sotto controllo, dobbiamo fidarci di lui."

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