𝐰𝐨𝐫𝐝𝐬 𝐨𝐧 𝐩𝐚𝐩𝐞𝐫

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27 gennaio 2015

Mi sento come sporca, come se non riuscissi a togliermi da dosso il suo schifoso profumo, come se le sue mani continuassero a toccare il mio corpicino esile ed innocente, come se la sua voce non smettesse mai di sussurrare al mio orecchio quelle orrende parole.

Prima di questa sera amavo ed ammiravo tutto quello che faceva.

Il suo profumo, fino a qualche ora fa, per me era "l'odore di casa". 

A casa però ci si sente protetti, io invece ora ho paura di tornare in quel posto.

Le sue mani, che spesso cadevano lungo i miei fianchi o lungo la mia schiena per correggere e migliorare la mia qualità nei salti, ora mi fanno paura. Quelle mani, che mi avevano sfiorato solo per il mio miglioramento, sono le stesse mani che prima stavano immobilizzando i miei polsi e che ora hanno lasciato posto a dei grossi lividi violacei.

La sua voce, che prima mi sembrava una melodia meravigliosa, ora invece mi fa rabbrividire.

Domani devo tornare in quel posto. Domani sentirò di nuovo il suo profumo, le sue mani mi toccheranno di nuovo i fianchi e la schiena, la sua voce risuonerà di nuovo nella mia testa ed io ho paura, ho terribilmente paura che lui possa di nuovo farmi del male.

Sto provando con tutto il mio cuore a fingere che sia solo tutto un malinteso, sto provando ad auto convincermi che forse non mi ha fatto veramente quelle cose, ci sto provando e riprovando ma non riesco a pensare ad altro.

Al momento dovrei essere in cucina a festeggiare e divertimi assieme alla mia famiglia ma non riesco a sorridere, non riesco nemmeno a parlare o a fingere che vada tutto bene.

Riesco solo a piangere in questo momento.

Credevo di essere importante per lui, di essere quasi come una figlia dal modo privilegiato e gentile con cui si comportava con me.

Come ha potuto farmi una cosa del genere?

Caro diario, oggi è il mio quindicesimo giro attorno alla terra e non desidero altro se non morire.

𝐂𝐎𝐋𝐃 𝐀𝐒 𝐈𝐂𝐄Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora