Mi accomodo sulla sedia difronte alla scrivania, vedendo Matt fare la stessa cosa, al capo opposto.<< Di cosa vuoi parlare? >> chiedo, sapendo già l'argomento. Non posso negare che sono molto grata a lui per quello che ha fatto per me ultimamente, ma questo non vuol dire che i nostri problemi sia stati risolti. Fa saettare lo sguardo dal suo anello di matrimonio con Chloe a me. Chissà dove sarà l'anello che aveva con mamma.
<< Ho visto le foto che hai appese sulla parete in camera >> dice sorridendomi tristemente. Si riferisce alle foto scattate a ogni anno del mio compleanno da quando lui se ne è andato via. Ho sempre sperato che prima o poi in quelle foto comparisse anche lui in almeno una.
Da quando sono nata, fino ai tredici anni, lui è sempre stato presente in ogni foto, ad ogni mio compleanno, ogni mia festa scolastica. Non si perdeva nulla.
<< Sono foto di ogni mio compleanno dopo che tu te ne sei andato >> spiego non staccando gli occhi dai suoi che mi guardano con tristezza. Lo vedo muoversi in modo goffo sulla sedia, segno che è a disagio. Ho un sacco di domande da fargli, ma in questo momento ho il vuoto cosmico, dovuto al lieve mal di testa che mi sta venendo.
<< Chiedimi quello che vuoi >> sussurra raddrizzandosi sulla poltrona << Posso rispondere solo quello che posso >> chiarisce.
Quello che può? Lui mi deve più di questo. Lui mi deve molto più di quello che immagina o pensa di immaginare.
<< Tu mi devi delle risposte Matt, da sette lunghissimi anni. Apprezzo quello che hai fatto in questi mesi e negli ultimi giorni, ma questo non vuol dire che ho perdonato le tue azioni passate. Ho bisogno di sapere. Sono stanca di vivere all'oscuro di tutto. Mamma mi ha detto che venendo qua, avrei avuto delle risposte, ma per adesso non ho sentito nulla di tutto ciò >> sbotto massaggiandomi le tempie.
<< Stai bene? >> domanda sporgendosi verso di me. Annuisco facendo respiro profondi per poi rilasciare l'aria. Con un gesto della mano, lo incito a parlare. Voglio cercare di mantenere la calma e non impazzire. Voglio solo delle risposte, non chiedo troppo.
<< Chiedimi pure >> dice accavallando le gambe. Non ho più nemmeno lacrime. Sono stanca di piangermi addosso, sono stanca di non ricevere le risposte che voglio.
<< Sarei dovuto essere un...padre migliore, Hope >> esordisce, giocherellando con una penna senza guardarmi negli occhi.
<< So di averti fatto soffrire, di aver fatto soffrire la mamma, ma io... >> si ferma, agitandosi sul posto.
<< Tu cosa? >> chiedo.
<< Ho dovuto farlo Hope. Io avevo fatto una promessa tempo fa. Promessa ad un amico e un amica. Ma poi tutto è andato a rotoli e, io non ce l'ho più fatta. Dovevo proteggerti, ma non ci sono riuscito. Ho fallito come padre, come amico >> confessa guardando un punto fisso sulla scrivania.
<< Se volevi proteggermi, non te ne saresti andato proprio quando io avevo bisogno di te >> sputo con odio. E poi cosa centro io con le promesse che ha fatto ai suoi amici?
<< Tu non hai minimamente idea Hope. Di tutto il casino successo in passato. Di quello che ho passato >> mormora. Quello che ha passato? Lui? Io cosa dovrei dire allora?
<< Il casino che hai passato? Tu non hai minimamente idea di quello che ho passato io. Ho avuto incubi per cinque cazzo di anni. Mi svegliavo nel cuore della notte urlando il suo nome. Mi nascondevo dentro all'armadio per pausa che potesse trovarmi. Passavo notti intere la dentro >> sussurro abbracciandomi le braccia ricordando quei momenti che non scorderò mai. Per me, parlarne ad alta voce, fa ancora male. Quei ricordi mi rimarranno per sempre impressi, ne ho il ricordo inciso sulla pelle.
<< Io...io non lo sapevo >> balbetta. Ovvio che no poteva saperlo.
<< Come facevi a saperlo? Tu non ci sei mai stato dopo quel giorno. Non ti sei fatto più vedere, ne sentire >> dico ricordandogli l'ovvio.
Matt sostiene il mio sguardo, per poi abbassarlo sul polso dove porta un bracciale, presumo d'oro.
<< Ci sono cose che non possono esser dette Hope, per adesso. Ma ti posso promettere che, te ne parleremo al più presto >> sussurra più a se stesso, che a me.
Saremo? A chi si riferisce?
<< Quando sarà questo "presto", Matt? >> chiedo ormai sull'orlo di una crisi isterica.
<< Quando saremo pronti >> bene. Allora mia, chiunque sia questo "noi".
<< Bene, allora non ti dispiace se torno nella mia stanza >> dico alzandomi. Avrei saltato anche la cena. Il mal di testa adesso è peggiorato. Voglio solo dormire e non pensare a nient'altro.
<< Ringrazia lo stesso da parte mia Chloe per la cena, ma stasera passo >> dico, per poi aprire la porta e uscire dal suo ufficio. Salgo le scale camminando lentamente reggendomi alla parete. Devo assolutamente prende l'antidolorifico che mi ha prescritto il dottore.
<< Ehi >> mi sento chiamare alla mia sinistra. Mi giro, notando Logan appoggiato con una spalla sullo stipite della porta della sua stanza.
<< Ehi >> rispondo a mia volta.
<< Tutto ok? >> domanda scrutandomi in viso.
<< Si >> mento. Non sto per niente bene.
<< Tieni >> dice porgendomi il mio telefono che, probabilmente avevo dimenticato sul divano, notando che è spento per colpa della batteria.
Merda!! Se Demon mi avesse risposto, avrei dovuto aspettare un infinità prima che il mio telefono si caricasse.
<< Ho accompagnato Melody a casa. Mi ha detto di salutarti e che ti avrebbe scritto dopo >> m'informa sorridendomi. Lo ringrazio, per poi abbracciarlo e entrare nella mia stanza.
Un'ora dopo, vedo che finalmente il mio telefono si è accesso. Notando l'orologio che segna le 22.00.
Il mal di testa, grazie all'antidolorifico, è migliorato molto. Mi sdraio sul letto, dopo aver indossato il mio amato pigiama con gli ippopotami con i pattini. Prendo il telefono notando il messaggio di Melody.
"Non ti ho salutato perché ho sentito che stavi parlando con Matt. Domani, dato che Bryce verrà a trovarti, ti se tu, Logan, io e Bryce andiamo a mangiare fuori? "Rispondo con un enorme si e, tantissime emoji delle fragole. Proprio come mi chiama Mel.
Sto per mettere via il telefono, quando sento la suoneria dell'arrivo di un altro messaggio. Sarà di sicuro la risposta di Melody. Ma quando leggo il mittente, per poco non mi viene un infarto e le lacrime iniziano a scendere come fiumi in piena sulle mie guance.
Demon.
Apro il messaggio, leggendo il contenuto.
" Tornerò. Te lo prometto"
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Odio e Amo - Non posso stare senza di te
Literatura FemininaHope Evans. Dopo essere stata abbandonata dal padre dopo un evento accaduto, cambierà città per frequentare il College. Si trasferirà a Miami, nella casa dove vive il padre insieme alla Moglie Chloe e i suoi due figli Logan e Demon. Con Logan andr...