Capitolo 6

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<< Hope svegliati >> mi sveglio spaventata dalle urla di Melody. Ieri sera dopo la "festa", mi ha proposto di dormire da lei. Quando siamo arrivate a casa, abbiamo incominciato a parlare del più e del meno. Mi ha raccontato che sta con Logan da quattro anni. Si sono conosciuti al mare.

Che dolci.  

Mi ha detto che suo fratello maggiore, Alan, abita a New York da tre anni per studiare, ma che lo vede ad ogni festività. Mi ha detto che a scuola c'è una ragazza che odia... Megan. Chissà chi sarà questa Megan.

<< A proposito di ieri sera... >> incomincia. Oh no, spero che non parli di Demon.

<< Mi sono dimenticata di dirti che lunedì ti presenterò una mia amica con il suo ragazzo. Lui è il migliore amico di Demon fin dall'asilo. Gli è sempre stato molto vicino. Demon...beh... non ha avuto un'infanzia semplice. >> dice. 

Siete più simili di quanto pensiate-.

<< Ehm... la sua ragazza si chiama Rose e lui Tayler. Sono molto simpatici. Tutti noi siamo una specie di famiglia o gruppo...chiamalo come vuoi >> dice sorridendomi. << Adesso anche tu ne fai parte >> esulta strizzandomi l'occhio.

Non ho mai avuto un gruppo o degli amici da poter chiamare famiglia, prima sì, ma mi sbagliavo.

<< Sei ancora in pigiama? >> domanda tirandomi i suoi vestiti.

<< Vado in bagno e arrivo >> la inforno

Mi faccio una doccia veloce per poi indossare i vestiti che Melody mi ha prestato come cambio. Jeans bianchi con gli spacchi, e maglietta a manica corta rossa. Il problema è che mi stanno alquanto piccoli, ho più sedere e seno di lei. Speriamo mi entrino. 


Mezz'ora dopo ci troviamo al centro di Miami, la zona è piena di negozi straordinari.

<< Sei pronta per lo shopping sfrenato? >> domanda lei, esultando.

<< Certo che si >> rispondo esultando a mia volta. 

Un'ora dopo, siamo sfinite, abbiamo letteralmente svaligiato i negozi. Abbiamo comprato di tutto: jeans, magliette, vestiti, gonne, tacchi e materiale per la scuola.

<< Posso farti una domanda? >> mi chiede Mel dal nulla sedendoci su una panchina.

<< Dimmi pure >> pronuncio. Ho paura di quello che mi possa chiedere.

<< Non voglio intromettermi nella tua vita, so che ci conosciamo da pochissimo, ma... per me sei diventata come una sorella. >> dice sorridendomi imbarazzata.

Non posso dire che sia lo stesso per me, la reputo anch'io come una sorella, ma ho ancora paura di fidarmi. Ho paura che da un momento all'altro mi svegli e che tutto questo sia un sogno, che io sia sola e rinchiusa ancora in quella cantina buia.

<< Anche tu per me sei diventata importante, solo... io... beh, faccio fatica a fidarmi delle persone. Ho paura che si dimostrino per quello che non sono. >> dico << Che cosa dovevi chiedermi? >> domando sviando il discorso della fiducia.

<< Beh... cosa è successo con tuo padre? Se posso saperlo...se non vuoi, capirò >> domanda fissandomi.

Merda... in realtà non so nemmeno io cosa sia successo.

<< Non lo so, è scomparso da un giorno all'altro... >> spiego. Non sono pronta a raccontargli del mio passato...forse un giorno... ma non oggi.

<< In realtà... >> incomincio. << Forse un motivo c'è... ma non so se è collegato a un avvenimento, successo... >> dico. Mi guarda senza capire...

<< Quale evento? >> domanda incuriosita. Forse se gli raccontassi un qualcosa, sentirei meno i peso sul cuore. Così prendo un bel respiro e inizio a raccontare.

<< Quando avevo dodici anni, successe una cosa. Persi i miei migliori amici, scomparvero nel nulla. Poco dopo che ho compiuto i tredici anni, mia madre e Matt incominciarono a non andare d'accordo, sapevo che succedeva da molto prima, ma feci sempre finta di nulla... >> mi fermo. Mi fissa senza battere ciglio. << Così divorziarono. Una sera litigarono, ma pensai che fossero discussioni da matrimonio, ma non fu così. Matt una ricevette una chiamata, disse che fosse di lavoro. Da quella sera lo vidi e sentì sempre meno. lasciò mia madre distrutta dal dolore, e una ragazzina di tredici anni senza dare nessuna spiegazione >> mormoro. << Pensai che sarebbe tornato, che fosse uscito solo per la chiamata che ricevette e che poi sarebbe ritornato, ma non tornò. Mi ripetei che fosse tornato, che non ci avrebbe mai abbandonato. Lo chiamai i giorni successivi, lo telefonai per due fottuti mesi. Mia madre non capì perché non lo cercò, col tempo io stavo sempre più male, mentre lei sembrava aver superato l'accaduto. Non gli chiesi mai cosa succedette, anche se la curiosità predominava ogni giorno di più. Se mio padre non voleva avere a che fare con la sua ex moglie e sua figlia, mi andava più che bene. Se mia madre giorno dopo giorno sembrava star meglio, chi ero io per distruggere la sua vita? Nessuno. Non avrei più cercato mio padre, e così feci. >> conclusi fissando il vuoto con le mani tremanti.

Alzo lo sguardo vedendo Melody in lacrime. Non volevo che piangeva per me, non pretendo compassione da nessuno. Non né ho mai voluta, e mai né vorrò.

Vedo Melody slanciarsi su di me abbracciandomi forte. Ricambio l'abbraccio, né avevo bisogno.

<< Ehi, non piangere. Non volevo, mi dispiace >> dico asciugandole le lacrime.

<< No, ti chiedo scusa io...non volevo tirare fuori un argomento così delicato. Mi dispiace Hope>> dice guardandomi.

Non provo rabbia, non servirebbe a nulla. Provo solo delusione e tristezza verso la persona che più amavo al mondo insieme a mia madre. Sento come se la mia vita fosse in attesa di qualcosa che non arriverà mai. Avrei voluto che mi rimanesse accanto, invece di sparire nel nulla. Avrei voluto che mi accompagnasse a scuola, che mi stesse vicino quando ne avevo bisogno... avevo bisogno di un padre... di mio padre.

<< Forza, torniamo a casa >> dice Melody alzandosi dalla panchina e tendendomi la mano.

Il resto del weekend passò subito. Incrociai Demon solo una volta, ma facemmo finta di niente, come se non esistessimo l'uno per l'altro. La domenica la passai a casa a guardarmi film e mangiare schifezze. Domani sarebbe iniziato il primo giorno di College, ero pronta... più o meno.

Odio e Amo - Non posso stare senza di teDove le storie prendono vita. Scoprilo ora