Capitolo 77

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Unknow

<< Mi spieghi come cazzo ha fatto a rimanere viva quella puttana? >> urlo tirando un pugno alla scrivania. Sono incazzato nero. Quando gli ho chiesto che fine avesse fatto, mi aveva detto che era morta, allora perché cazzo l'ho vista con i miei occhi?

<< Quando l'hanno portata in ospedale, l'avevano data per morta. Aveva poche probabilità di sopravvivere. Ha passato quattro mesi in ospedale, tra i quali due in coma >> spiega accavallando una gamba sull'altra.

Se non fosse per il fatto che mi serve ancora, probabilmente l'avrei già ammazzato con le mie mani. 

<< Ti conviene tenere al guinzaglio anche la tua puttana >> ringhio sfidandola con lo sguardo.

<< Lei è innocua. È tutta una facciata la sua, dovresti saperlo >> dice sbuffando il fumo dal naso facendo cadere la cenere per terra.

<< Ti conviene avete tutto sotto controllo. Altrimenti sai come va a finire >> lo avverto. Gli conviene fare come dico io.

<< Gli altri sono un problema? Hanno scoperto qualcosa? >> chiedo. Nonostante lo vorrei vedere morto, mi fido di lui. Fino ad ora ha svolto il suo lavoro in modo ottimale, anche se certe volte mi dà la sensazione che si stia affezionando alla principessa insieme a quella troia della bionda.

<< Ho scoperto che alcuni di loro stavano indagando su di te, erano sulle tue tracce. Ma poi, come solo tu sai fare, sei scomparso >> ammette. Sapevo di essere stato sottocchio per un po, ma come ha appena detto lui, ho i miei metodi e i miei uomini che lavorano per me.

<< Dove sono gli altri? >> chiedo. Si staranno chiedendo dove sia finito << Non ti staranno cercando? >> domando vedendo che tira fuori il telefono dalla tasta, per poi mettermelo sulla scrivania. Lo prendo leggendo il messaggio arrivato pochi minuti fa.

"Abbiamo cercato ovunque. È come se si fosse volatilizzato. Fatti trovare davanti l'entrata del bar."

Istintivamente scoppio a ridere per il messaggio appena letto. Sul serio pensano di farmi fesso? Devono rinascere altri mille anni per prendere me per il culo.

Accendo una sigaretta facendola penzolare tra le labbra.

<< Posso andare? >> dice tirando fuori dalla tasca un foglio che mi lancia sulla scrivania. Lo prendo leggendo il contenuto. Mi prende per il culo? Cosa dovrei farmene?

<< Dovrei appenderlo? >> dico aggrottando la fronte. Lo vedo alzarsi per poi guardarmi.

<< Quello che ha subito per colpa dell'incidente, per colpa tua >> sputa con odio << La prossima volta falle bene le cose >> dice per poi uscire dalla stanza.

Mi alzo dalla sedia con quel foglio in mano, per poi avvicinarmi al camino. Leggo quel foglio cento volte per poi buttarlo tra le fiamme.

<< Questo è solo un assaggio principessa >> dico alzando lo sguardo sulla mensola sopra il camino. Sfioro la cornice della foto, soffermandomi con l'indice su quelle labbra troppo piccole e acerbe che aveva un tempo.

Se non potevo averla io, non poteva averla nessuno. Io sono all'inferno, e lei sarebbe venuta con me.

Torno alla scrivania, per poi digitale il codice che apre il primo cassetto. Prendo la chiavetta USB che custodisco da anni, rigirandomela tra le dita.

Sento il mio cazzo diventare duro al solo pensare il contenuto della chiavetta. La sua schiena, i suoi occhi colmi di lacrime, il suo sangue sul mio cazzo, il suo sangue sulle mie mani. Brividi di eccitazione mi scorrono su tutto il corpo.

La voglia di vendetta aumenta sempre di più.

Manca sempre meno principessa.

Odio e Amo - Non posso stare senza di teDove le storie prendono vita. Scoprilo ora