Scoperte

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Tengo gli occhi fissi su di lui e lui fa lo stesso.

Leggo nei suoi occhi una rabbia incontrollabile ma non riesco a darci una spiegazione.

Poi guarda il suo amico che mi tiene ancora la mano, ed è proprio lì che sposta lo sguardo poco dopo.

Carl la molla immediatamente facendo ricadere le braccia lungo i fianchi.

Lo guardo ma lui è concentrato a sfidare con gli occhi Jack, che ancora se ne sta fermo sulla soglia della cucina.

<<Sophie, vieni>> non so perché, forse perché mi incute timore, ma lo seguo.
Mi afferra il polso e mi trascina con se su per le scale.

Il mal di testa c'è ancora ma sento che dentro di me non c'è più neanche una traccia di alcool.

<<Che stavate facendo?>> fruga nei cassetti in cerca di qualcosa e lo fa talmente tanto velocemente che il mio mal di testa non mi consente nemmeno di seguire ogni suo movimento.

<<Parlando, suppongo>> si ferma e mi guarda da capo a piedi.

<<Supponi?>> lascia tutto quello che sta facendo e si avvicina a me, facendo sfiorare le nostre mani.

Abbassa lo sguardo sul punto dove le mani si toccano e vedo balenare nei suoi occhi una scintilla di divertimento.

<<Non hai risposto alla mia domanda>> si avvicina sempre di più e sono costretta ad indietreggiare.

<<Quale delle due?>> sono sempre più vicina al muro e lui sta invadendo il mio spazio vitale sempre di più.

Trattiene una risata e distoglie lo sguardo, ma poi si fa subito serio e prendendomi per le spalle mi appoggia al muro.

Stiamo respirando la stessa aria anche se io sento la mia mancare.

<<Perché mi tieni nascoste le cose, mh?>> infila la testa tra il mio collo e la spalla e annusa il mio profumo.

Con un gesto quasi spontaneo inclino la testa per lasciargli più spazio e sento le sue labbra sfiorare la mia pelle calda.

<<Non ne volevi sapere>> fa scorrere la sua mano su e giù per il mio braccio facendomi venire la pelle d'oca.

<<Era per convincerti a non starci più in mezzo ma se tu ci stai ci devo stare anche io>> strofina il naso sul mio collo quasi come fosse una carezza.

<<Devi?>> respiro profondamente.

<<Devo>> schiaccia il suo corpo contro il mio e sento l'aria mancarmi del tutto.

Sentendo che non rispondo riprende a parlare.

<<Sophie, Sophie, Sophie...>> prima che possa dire altro sento Jessica chiamare il mio nome nel
corridoio.

Sfilo via passando sotto le sue braccia e lui si allontana da me con un gesto veloce.

Jessica apre la porta e inizia a spostare lo sguardo tra me e Jack.

<<Mi spieghi cosa sta succedendo? Carl mi ha detto che dovresti dirci qualcosa, lo dici a Carl e non a me? Fai sul serio Sophie?>> vedo chiaramente quanto in questa momento si senta poco considerata e so che è una delle sue più grandi paure.

<<Sarei venuta a dirtelo, ma non volevo rovinarti la festa>> sussurro.

<<Ah quindi c'è qualcosa?>> dietro di lei compare Carl che la affianca poco dopo.

<<Entrate>> mi faccio da parte e in gran velocità Jessica mi supera e si siede sul letto.

Quando sono tutti seduti pronti ad ascoltarmi faccio un respiro profondo e prendo a parlare.

<<Due giorni fa ero a casa e ad un certo punto è arrivato il postino con una lettera, indirizzata a me, l'ho aperta e c'era un invito per una specie di festa domani sera, inizialmente credevo che fosse un ragazzo, poi ho letto l'indirizzo ed è lo stesso che c'è dietro al documento che ho trovato nel cassetto in camera di mio padre>> li guardo negli occhi e sembrano tutti molto confusi.

<<Jessica non era raggiungibile così ho pensato di andare a casa di Carl ma mentre ero lì ho notato sul camino una palla di neve identica a quella di mio padre e sotto di essa c'è la stessa scritta, della stessa persona, cioè mia madre>> per un momento rivolgono lo sguardo a Carl poi di nuovo a me.

<<Carl quando ho visto che la stavo osservando mi ha cacciata in un modo non molto carino, e prima, in cucina, si stava scusando>> tamburello le unghie sulla coscia in attesa di una risposta.

<<E mi hai tenuto nascosto tutto questo?>> mi domanda Jessica.

<<Te l'avrei detto alla fine delle festa, ovvio, ma Carl ha pensato che il momento adatto fosse nel bel mezzo della serata>> gli rivolgo un'occhiata di disapprovazione e lui mi guarda triste.

<<Quando ho visto la palla a casa tua mi sono spaventato, non capivo cosa c'entrasse tutto questo con mio padre, perché a lui è stata inviata quella palla di neve, da chi non me l'ha mai detto, e quindi mi chiedevo se fosse il caso di dirtelo>> parla Carl.

<<Penso che ci sia un collegamento tra i nostri genitori, ma non capisco quale>> continuo accomodandomi su una sedia.

<<Probabilmente allora anche la madre di Jack ha ricevuto la palla di neve, ne hai mai vista una simile in casa tua?>> Jessica si rivolge a Jack e lui scuote la testa pensieroso.

<<Quindi che facciamo?>> dopo qualche secondo di silenzio Carl riprende a parlare.

<<Andiamo alla festa, c'è sicuramente qualcosa sotto, ormai quel che è fatto è fatto andiamo in fondo a questa storia>> rispondo.

<<Dubito che sia sicuro, potrebbe avere cattive intenzioni colui che ti ha inviato la lettera>> dice Jack con una nota di frustrazione nella voce.

<<Ne dubito, sarebbe troppo una coincidenza tutti questi indirizzi che corrispondono>> ribatte Jessica.

<<E come credete di arrivare a Londra, o spiegarlo ai vostri genitori>> continua Jack.

<<Io ho la patente e un furgone vecchio che mio padre non usa più>> si fa avanti Carl.
<<E possiamo dire che ci fermiamo qua a dormire una settimana, ognuno con il suo amico>> lo segue Jessica.

<<Fate come vi pare>> sbuffa Jack arreso e si lascia andare sul letto.

<<Io farei un tentativo, nel peggiore dei casi torniamo domani stesso>> sento crescere in me l'adrenalina dell'avventura e allo stesso tempo la paura che qualcosa vada storto.

<<Ci state?>> chiede Jessica tutta euforica.

Annuiamo e Jack borbotta qualcosa prima di annuire poco convinto.

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