Sono stesa sul letto a scrollare la home di instagram e solo ora mi sono resa conto di quanto in realtà è successo in questa città in mia assenza.Kylie ha organizzato tanti altri party e feste a cui sono stata addirittura invitata, mentre in molti mi hanno chiesto dove fossi finita.
Evidentemente, anche se credevo di essere trasparente, un po' di colore l'ho sempre avuto.
Sono immersa nei miei pensieri quando la finestra di camera mia si spalanca, facendo entrare una folata di vento gelido.
Cado dal letto e rimango la dietro, talmente spaventata da non riuscire nemmeno a muovermi.
<<Preso paura, bambolina?>> al sentire la sua voce, tutti i miei nervi si calmano e riprendo a respirare.
<<Sei forse diventato pazzo?>> dico a bassa voce, altrimenti mio padre al piano di sotto ci sentirà.
<<Ho una voglia fottuta di baciarti da quando mi hai chiamato in quel modo in macchina, insieme ad una gran voglia di sfondarti, da quale iniziamo?>> si siede comodamente sul mio letto, con due braccia dietro alla testa e un sorriso beffardo sul volto.
<<Nessuna delle due, c'è mio padre al piano di sotto>> gli faccio notare e subito dopo, come se glielo avessi chiesto io, mio padre fa sentire la sua presenza tossendo due volte.
<<Lo stesso che sta per ricevere una chiamata da mia madre per una rimpatriata tra esattamente dieci minuti al bar qui affianco?>> risponde lui e il suo sorriso si allarga ancora di più.
Non faccio in tempo a rispondere che il telefono di mio padre al piano di sotto suona.
<<Pronto?>> <<Certo, perché no?>> <<Dammi cinque minuti>> sono le uniche cose che riusciamo ad udire tra mio padre e la persona al telefono.
<<Tesoro, sto uscendo con Grace e il parte di Carl, ordinati una pizza se ti va, o ci sono dei broccoli in frigo>> mi urla dal piano di sotto.
<<Va bene, papà. Opterò per la pizza>> grido io di rimando.
<<Opterai per il mio cazzo>> giustamente non poteva non fare una battuta anche su questo.
<<Contaci>> gli rispondo avvicinandomi a lui, ancora steso sul letto.
<<Come stai?>> mi domanda banalmente, invitandomi a stendermi accanto a lui.
<<Benino, tu?>> mi stendo sul suo corpo a pancia in giù, con le mani sul suo torace e la testa appoggiata su esse, così da poterlo guardare in faccia.
<<Bene, credo>> infila le mani tra i miei capelli ed inizia ad accarezzarli dolcemente.
<<Sophie, mi stavo chiedendo se...non è necessario, ma...ti va di uscire con me?>> mi chiede, visibilmente imbarazzato.
<<Mi stai chiedendo un appuntamento?>> scoppio a ridere senza volerlo, incapace di trattenermi.
<<Sei una stronza>> sussurra, coprendosi la faccia con le mani per nascondere quanto ciò faccia ridere anche lui.
<<Va bene, accetto. Dove mi porti?>> mi metto a cavalcioni su di lui e traccio con le dita le linee dei suoi pettorali.
<<Dove ti andrebbe?>> mi lascia fare, appoggiando le mani sul mio fondoschiena.
<<Sei tu che mi hai chiesto un appuntamento, non io>> gli ricordo, sorridendo come una bambina.
<<Allora dove ti porterò sarà una sorpresa>> mi da uno schiaffo sul culo facendomi imprecare.

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Amore e odio
ChickLitSophie ha avuto un'infanzia memorabile nella grande città di Manchester finché alla tenera età di cinque anni non ha perso sua madre in un incidente stradale. Suo padre ha sempre lavorato molto e rimanendo per lo più sola, dalla solare bambina che...