Direzione America

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In quegli occhi, nei suoi occhi, mi ci rivedo mi sembra di poter vedere e vivere tutto ciò che ha passato e ci leggo tanto dolore.

<<Non dormi?>> fa scorrere il dito lungo la ringhiera fino ad arrivare a pochi centimetri da me.

<<Si, mi aspettano>> rimango immobile mentre lui  avanza verso di me.

<<Ritarderai>> mi appoggia una mano sulla spalla e mi spinge lentamente verso il muro.

Quando la pelle nuda della mia schiena tocca quella del muro in marmo sobbalzo ed il mio corpo viene ricoperto di brividi.

Prende tra le dita una ciocca dei miei capelli e comincia a giocarci, guardo le sue labbra schiuse mentre lui è intento ad osservare i suoi movimenti.

<<Perché mi guardi, Sophie?>> sussurra il mio nome con voce bassa e rauca sul mio orecchio e sento le mie guance andare a fuoco.

<<Se vuoi baciarmi puoi farlo, prima che lo faccia io>> mi bacia l'orecchio e mi lascia una scia di baci fino agli angoli della bocca.

Oh no, gioca con la persona sbagliata...

<<Oppure..>> cambio le posizioni e faccio aderire la sua schiena al muro.

Infilo le mie dita tra i suoi capelli mentre lentamente avvicino la mia bocca al suo collo.

Appoggio le mie labbra sulla sua pelle e le schiudo assaporando il sapore della sua pelle mischiato a quello del profumo.

<<Sophie..>> vedo il suo pomo d'Adamo accentuarsi quando inghiottisce più volte.

Fa un respiro profondo che assomiglia più ad un inutile tentativo di mantenere la calma.

Alza la testa al soffitto schiudendo le labbra lasciandomi libero spazio sul suo collo.

È una sensazione soddisfacente sentire come si muove in presa al nervosismo sotto di me.

Mi prende il viso tra le mani e mi allontana la bocca suo collo.

Ha la bocca aperta e boccheggia con la testa appoggiata al muro.

Tenta di dire qualcosa ma improvvisamente giunge un vociferare da dietro alla porta.

Evidentemente se ne accorge anche lui perché mi prende per il braccio e mi trascina dietro ad un mobile in legno.

<<Ma signore è pericoloso por questi niños così piccoli>> la voce si interrompe con il suono dei passi.

<<Non dire sciocchezze Isabela, sono più che cresciuti>> ribatte lui.

Sono un uomo e una donna; lui è sicuramente il signor Miller e lei ha una voce mai sentita prima ma dall'accento e dal fatto che le scappa qualche parole spagnola deve essere sudamericana.

<<Porqué non potete dire la verità voi stessi?>> ribatte lei riprendendo a camminare.

<<Perché non la so, se la sapessi non li avrei chiamati, oh santo cielo...>> Miller sbuffa e si appoggia proprio all'armadio dove ci nascondiamo.

Poi sento la mano di Jack appoggiarsi sulla mia coscia e stringerla, faccio un respiro profondo e cerco di non muovermi.

<<Sophie ha anche trovato la palla di neve, io non ne so nulla da dieci anni>> Miller riprende a camminare avanti e indietro.

<<Sophie es una chica molto intelligente>>afferma quella che deve chiamarsi Isabela.

La mano sulla mia coscia inizia a salire fino ad insinuarsi sotto al mio vestito.

Amore e odioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora