Sogni

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Sarei rimasta fuori di più se non mi fossi accorta che mancava il foglio nella borsa.

Corro verso casa non posso permettere che lo trovi.

Entro in casa lasciando la porta aperta e salgo in fretta dando veloci sguardi in giro per vedere se mi è caduto da qualche parte prima.

Quando salgo e lo trovo appoggiato allo stipite della mia porta mi sale il cuore in gola.

Calma, non è detto che l'abbia trovato.

<<Cosa posso fare per te?>> chiedo dondolandomi sui talloni per l'ansia.

<<Spiegarmi questo>> tira fuori da dietro la schiena un foglio, quel foglio, e me lo sventola davanti alla faccia.

Trattengo il respiro.

Merda.

<<Jack dammelo non è roba tua>> sbuffo
<<Perché tua? Vorrei farti notare che c'è scritto anche il nome di mia madre>> mi avvicina il foglio alla faccia ma sempre a debita distanza.

<<Voglio solo scoprire la verità>> dico incerta mentre mi allontano da lui.
<<Io scoprire cos'è>> fa qualche passo verso di me.

<<Che cosa?>> mi giro di scatto e lui con me appena sentiamo una voce provenire dalle scale accanto a noi.

Mi aggrappo al braccio di Jack per la paura, ma si sposta subito.

Carl e Jessica se ne stanno fermi a guardarci.

<<Che cazzo fate voi due qui?>> chiede Jack spazientito, mentre tiene ancora stretto a se il foglio.

<<Stavo venendo a trovare Sophie quando per la strada ho visto lui>> indica Carl alla sua destra <<che ha detto di star venendo qua, abbiamo trovato la porta aperta e siamo saliti>>.

Jack si passa la lingua nell'interno guancia mentre passa lo sguardo tra Jessica e Carl, infastidito.

<<Non c'è tanto da sapere, c'è solo questo documento che nomina i miei genitori è quelli di Jack e c'è scritto che è da tenere in assoluta riservatezza>> Jack se ne sta fermo lontano da noi senza dire nulla.

<<Posso vedere?>> Jessica mi chiede il foglio e glielo passo.

<<C'è dell'altro...>> la mia voce risulta un sussurro ma riescono a sentirmi tutti.
Jack mi guarda con un'espressione interrogativa e tiro fuori la palla di neve dalla borsa.

<<È stata regalata a mio padre da mia madre, spedita dall'ospedale il giorno stesso che è morta>>
cerco di mantenere la calma e non farmi sopraffare dalla tristezza <<ma la cosa strana, che non mi convince, è la scritta sotto>>.

Giro la palla di neve e sta volta si avvicinano tutti a me.

<<Trentaquattresima Avenue, una via di New York>> afferma Jessica. Annuisco.

Carl per un attimo guarda pensieroso la palla poi distoglie lo sguardo.

Jessica, nel frattempo intenta a guardare il foglio, fa un gesto che ne io ne Jack abbiamo pensato di fare, presi probabilmente dalla fretta.
Gira il foglio e si sofferma sulle parole al centro della pagina.

<<Qua c'è scritto qualcosa di interessante>> Carl si fa più vicino a lei e io faccio lo stesso per leggere.

Per mantenere le informazioni al massimo della riservatezza rivolgersi all'indirizzo 44 Barnsbury street a Londra.
Vi aspettiamo presto.

Legge Jessica ad alta voce.

<<I nostri genitori andavano a Londra, ma probabilmente non era la loro tappa finale>> dico.

<<Pensi che le due cose siamo collegate?>> interviene Jessica. Annuisco continuando ad osservare la neve cadere sui palazzi in miniatura di New York.

<<Potremmo provare a cercare l'indirizzo>>
azzarda Carl.
<<Neanche per sogno, che buffonata>> sbotta Jack.

<<Non hai detto che volevi scoprire cos'era>> lo fermo prima che possa entrare in camera sua.

<<Ma smettila, come puoi pensare che una stupida palla di neve e un foglio siano collegati, saranno affari di lavoro dei nostri genitori, non faremo un bel niente>> entra in camera e si chiude la porta alle spalle.

Esito un attimo e ripenso alle sue parole mentre la porta mi si chiude davanti alla faccia.

<<Ha ragione, è una stupidaggine, basta>> rimetto tutto nella borsa lasciandolo a terra vicino alla mia stanza.

<<Sicura?>> Carl mi sfiora il braccio ma mi ritraggo
<<Si>> nella mia voce c'è una chiara nota di disappunto, ma Jack ha ragione, non avrebbe senso che fosse tutto collegato.

<<Si è fatto tardi ci vediamo domani ok?>> Jessica mi saluta con un gesto della mano e Carl la segue probabilmente si è reso conto che l'amico non è dell'umore.

Sento come se fossi stata illusa. Credevo che le due cose potessero avere un senso, ero per la prima volta dopo tanto davvero motivata, ma come sempre erano solo sogni.

Sogni andati in fumo, come qualsiasi altra cosa.

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