Non appena lo vedo improvvisamente tutto l'alcool fa meno effetto e la mente torna lucida.<<Cosa cazzo ti è saltato in mente?>> urla venendo verso di me e per la paura indietreggio.
<<Sai che ore sono? Mezzanotte, Sophie. Stavo per... Dio mio>> mi afferra il viso tra le mani e lo sposta da una parte all'altra come per controllare la mia salute fisica.
Non è di certo il momento, ma arrabbiato e nervoso è anche più bello del solito e se non fossimo qui in questa situazione non penso che ci penserei due volte prima di buttarmi su di lui.
<<Tu..>> sposta il suo sguardo verso David che chiaramente spaventato indietreggia come me.
<<Lascialo in pace Jack, lui non ha fatto nulla>> mi reggo la testa mentre gli corro dietro e barcollo fino a sbattere contro il bancone.
<<L'hai fatta anche ubriacare>> sbraita contro il povero David, rosso dall'imbarazzo.
<<Non dire una parola>> lo zittisce Jack prima che lui possa dire qualcosa e mi trascina fuori prendendomi per un polso.
<<Mi fai male?>> mi lamento, massaggiandomi poi il polso quando me lo molla.
<<Non farlo mai più>> la sua voce è finalmente calma ma cammina comunque velocemente e pestando i piedi lungo la strada.
<<Non fare cosa?>> cerco di stargli al passo ma ogni volta che provo ad andare più veloce mi gira la testa.
<<Andare chissà dove, senza dire nulla a quest'ora, se ti fosse successo qualcosa, mh? Cosa avrei potuto fare?>> si gira verso di me, nei suoi occhi c'è rabbia e spavento nello stesso momento.
<<Cazzo>> colpisce con il piede una bottiglia di plastica e sfoga tutta la sua frustrazione.
<<Dai Jack>> gli afferro una mano ma si scansa subito e si gira verso di me.
<<Non scherzare con me>> parla a denti stretti frugando in cerca di qualcosa nella tasca.
Fa qualche passo in più e si siede sul solito muretto.
Tira fuori un pacchetto di sigarette ne estrae una e se la mette in bocca.
Avvicina la fiamma dell'accendino alla sigaretta, la accende e fa una prima grande inspirazione di fumo.
<<Posso una?>> chiedo timidamente sedendomi accanto a lui.
<<Vuoi fumare?>> mi domanda perplesso ed io annuisco.
Estrae dalla scatola un'altra sigaretta e la accende, tenendo in bocca la sua.
Me la porge e io per poco non so nemmeno tenerla in mano.
Che razza di idea ho avuto.
La avvicino alle labbra e, sotto al suo sguardo divertito, la metto in bocca inspirando subito abbastanza fumo per iniziare a tossire forte.
Sbuffa una risata e dopo aver fatto un'ultima inspirata della sua la butta per terra per poi pestarla e spegnerla.
Mentre ancora tengo la sigaretta accesa in mano e tossisco, mi afferra la coscia portando una mano sotto di essa e mi fa mettere a cavalcioni sul muretto, di fronte a lui.
Mi avvicina di più al suo viso prendendomi per i fianchi e sorride compiaciuto vedendo il mio sguardo perplesso.
Circonda, con la sua, la mano con cui tengo la sigaretta e la guida fino alla mia bocca.
<<Devi inspirare finché non lo senti bruciare nei polmoni>> si avvicina al mio orecchio e sussurra, nel frattempo metto in bocca la sigaretta.
Inspiro, come ha detto lui, finché non sento il fumo soffocarmi e bruciare nei polmoni e poi lo butto fuori in una volta dal naso.
Riesco a non tossire perché il fumo esce dalle mie vie aere prima che possa darmi fastidio.
<<Brava bambina>> prima che possa dire altro mi prende la sigaretta dalle mani e unisce le nostre labbra in lento bacio colmo di desiderio.
Infilo le dita tra i suoi capelli e lo attiro a me ricambiando il bacio.
La sua lingua perquisisce ogni angolo della mia bocca prendendosi tutto ciò che gli offro.
Si spinge con prepotenza contro le mie labbra, approfondendo di più il bacio, facendomi perdere nel dolce sapore delle sue labbra.
Poi improvvisamente interrompe ogni contatto e si stacca lasciandomi un senso di insoddisfazione.
Quando fa così provo un odio incolmabile nsi suoi confronti.
<<Riprova>> mi allunga di nuovo la sigaretta che nel frattempo aveva tenuto stretta tra le dita.
Gli sposto bruscamente la mano facendo cadere la sigaretta sull'asfalto e me ne vado a passo svelto.
<<Torna qui>> urla, ma io non lo sto più ascoltando e procedo verso l'atrio dell'hotel.
Quando mi sveglio la mattina accanto a me non c'è nessuno, solo un forte mal di testa.
<<Ben svegliata, sbronza serale?>> Jessica entra in stanza con un sacchetto ed un forte odore di brioche invade le mie narici.
<<Che ore sono?>> domando, allungando un braccio per farmi passare il sacchetto.
<<Le undici di mattina>> mi lancia il sacchetto in faccia ed io impreco per il dolore.
<<Ieri..>> mi massaggio le tempie per alleviare il mal di testa <<David mi ha detto qualcosa>> mi
sforzo di ricordare ma ho i ricordi ancora offuscati.<<Magari dopo aver mangiato un po' ti chiarirai le idee, io sono di la>> esce dalla stanza ed io mi butto a peso morto sul letto.
Ricordo cos'è successo con Jack, mi ha infastidito talmente tanto che penso di essermene andata di colpo.
Non sopporto più i suoi comportamenti di questo tipo, sta volta non lo perdonerò facilmente.
Esco poco dopo dalla stanza, dopo essermi ripulita è sistemata.
Sono tutti in punti diversi della stanza e nel momento in cui entro nella stanza si girano tutti e poi tornano a fare ciò che stavano facendo.
L'unico che resta ad osservare i miei movimenti è lui che io ignoro aprendo il telefono e sedendomi sul letto accanto a Luke.
Due chiamate perse da Jessica, tredici messaggi di Jack che ignorerò come sto ignorando lui ora e un' email.
Apro l'app e vedo che è di David, corrugo la fronte incuriosita e schiaccio sull'icona.
Cazzo.
Ecco cosa devo dire.

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Amore e odio
Literatura FemininaSophie ha avuto un'infanzia memorabile nella grande città di Manchester finché alla tenera età di cinque anni non ha perso sua madre in un incidente stradale. Suo padre ha sempre lavorato molto e rimanendo per lo più sola, dalla solare bambina che...