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La location è di certo molto invitante.

Ha l'aspetto di un tipico casinò americano. 

Le luci di ogni colore sono puntate verso l'altro a colorare il cielo e l'entrata è un'enorme ricostruzione della statua della libertà.

Le porte sono ognuna controllate da più di otto buttafuori dalla corporatura decisamente massiccia e vestiti completamente di nero.

<<Wow>> è tutto ciò che riesco a dire, non ho mai potuto ammirare nulla del genere dal vivo e il mio cuore fa un tuffo nel petto nel vederlo.

<<Vi ricordate chi siete?>> ci risveglia Carl dallo stato di trans.

<<Figli e nipoti del signor Thompson si>> ripeto a pappagallo ciò che ci ha detto per tutto il viaggio.

<<C'è solo un minuscolo problema>> Carl sembra parecchio teso nel pronunciare queste parole.

<<Cioè?>> lo incito io, ansiosa. 

<<Sono sicuro che Thompson sia un famoso e rispettato mafioso criminale, proprio per questo temo che ci sarà oggi e non durerà molto la copertura perché non ci metteranno molto a scoprire la verità, a meno che..>> esita dubbioso della sua pensata.

<<Non vi liberate di lui, solo per qualche ora>> sospira nervoso.

<<Scherzi?>> è una pazzia, è già tanto se riusciremo ad entrare vivi e dovremo anche liberarci di un temuto mafioso. 

<<Se ci credono e riuscite a passare, cercheranno Thompson per degli accertamenti e ci impegheranno massimo un quarto d'ora, liberandovene avreste qualche ora in più, sto elaborando come>> si gratta la testa mentre fissa il pavimento pensieroso.

<<Ci divideremo, io, Juliette e Luke andiamo in cerca di questo qui e troveremo un modo per corromperlo a venire con noi, mentre Sophie e Jack cercheranno qualcosa che possa esserci utile>> propone Jessica.

<<Se ci ammazzano la colpa è vostra>> Luke si sistema i capelli gellati all'indietro.

Faccio un bel respiro profondo per scaricare la tensione accumulatasi nei polmoni.

<<Siamo pronti, andiamo>> guardo un'ultima volta da lontano il grande casinò e mi avvio verso l'entrata.

Sento i tacchi delle altre sbattere sul terreno a tempo con i miei e il mio cuore accelera i suoi battiti ad ogni passo che faccio.

Sento una mano sfiorarmi la schiena e accarezzarla dolcemente come per cercare di calmarmi.

<<Tranquilla, andrà tutto bene>> la sua voce mi regala una scarica di brividi e allo stesso tempo mi rilassa istantaneamente.

Mi ritrovo davanti due buttafuori che mi bloccano la strada mentre tengono le braccia strette al petto.

<<Nome>> esordisce uno dei due con sguardo serio e voce grossa.

<<Thompson, sua figlia>> la mia voce è solida e decisa, ma le mie gambe tremano e le mani sudano.

<<Gli altri?>> ora è l'altro a parlare, questo mette ancora più ansia e ogni parte di me ha un sussulto.

<<I nipoti, ci ha esplicitamente chiesto di presentarci oggi in quanto la nostra entrata nella società è vicina>> non mi capacito di come io abbia fatto a parlare così tanto senza andare in panico.

I due si guardano e poi il primo che ha parlato dice qualcosa ad un piccolo microfono che tiene attaccato al collo.

Mi giro a guardare gli altri ed hanno tutte facce parecchio preoccupate.

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