Quinta strada

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Perché sono qui?

Probabilmente perché il signor Miller ha detto che dovrei esserci.

Per scoprire la misteriosa verità, ma sono sicura di volerla scoprire?

<<Per un progetto scolastico, si chiama... 'scuole nel mondo', per i bambini meno fortunati>> gli sorrido imbarazzata perché per quanto io ci abbia provato decisamente non è credibile.

<<Grandioso, la scuola si arrabbierebbe se vi invitassi al party che si terrà qui sta sera?>> non penso che sarebbe una buona idea ma un po' di distrazione non fa male a nessuno soprattuto ora.

<<Essendo gestito solo da giovani in questo posto spesso facciamo cose di questo tipo>> mi spiega.

<<Certo faremo in modo di venire>> tamburello le unghie sul bancone per il nervosismo.

<<Fantastico, speravo in un si>> fruga tra i soldi per un resto.

<<Non ho ancora avuto il piacere di sapere il tuo nome>> aggiunge poi.

Mi giro a guardare gli altri e noto senza sorpresa che Jack fissa me e David dal fondo del bar.

<<Sophie, mi chiamo Sophie>> gli rispondo ritornando in me.

<<Beh credo tu già lo sappia, comunque io David piacere>> mi allunga la mano ed io la stringo.

Non è deciso a mollarla finché qualcuno mi strattona via il braccio.

<<Hai sentito cosa ho detto prima Danny, hai tanto lavoro da fare>> il tono con cui si rivolge a David è quasi spaventoso.

<<Tieniti il resto>> mi afferra per il polso e mi trascina via sotto gli occhi straniti delle persone sedute.

Non avverte nemmeno i nostri amici e senza pensarci due volte esce dal bar spingendo con forza la porta in vetro.

<<Non posso credere che tu l'abbia fatto>> sfilo il polso dalla sua presa e lo massaggio per il dolore.

<<È una sensazione fottutamente brutta>> parla a denti stretti come se la rabbia se lo stesse mangiando vivo.

<<Che sensazione?>> domando, senza smettere di osservare come intorno al mio polso si sia formato il segno rosso delle sue dita.

<<Grazie di averci avvertiti>> non fa in tempo a rispondermi che ci raggiungono gli altri.

<<Quindi quale è questa via?>> domanda Luke annoiato.

<<Trentaquattresima Avenue, ho ricontrollato prima>> dico nascondendo il polso nella giacca.

<<Non è troppo distante da qui, ma credo non sia un caso>> parla Jessica che chiudendo la giacca del cappotto si affretta verso il nostro furgone che abbiamo noleggiato sta mattina.

Ci sediamo ai soliti posti ed io e Jack ci rimettiamo vicini sul retro del furgone.

<<Ti ho fatto male al polso, prima?>> mi sorprende che se ne preoccupi.

<<È già passato>> lo tranquillizzo.

<<Dammi>> mi sfila il braccio dalla tasca della giacca e osserva il mio polso arrossato.

Lo rinchiude tra le sue mani massaggiando le parti più arrossate.

Sorrido e lo lascio fare mentre proseguiamo il viaggio in completo silenzio.

Amore e odioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora