La notte

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New York di sera è più spaventosa, gran parte delle luci dei negozi sono accese mentre in alcuni punti non si vede quasi nulla.

<<Ci siamo quasi>> mi annuncia, quando mi stringo a lui in un tragitto buio.

<<Di qua>> mi indica delle scale antincendio all'esterno di un edificio.
<<Sicuro non sia rischioso?>> domando titubante.

<<Sono stato qua tutta la sera, non verrà nessuno>> mi rassicura porgendomi una mano per indurmi a salire.

Mi convinco e piano piano lo seguo su per le scale che fremono ad ogni nostro passo.

In cima alla scale ci si apre davanti un grande spazio completamente vuoto, il tetto dell'edificio.

<<Bel modo di passare la serata>> inizio a camminare avanti a indietro per la piazza e lui mi segue qualche metro distante da me.

<<Immagino che quindi la vostra serata sia stata più interessante a questo punto>> mi canzona facendo qualche passo più lungo verso di me.

<<A proposito, avresti potuto dirmi che non eri d'accordo>> mi siedo a gambe incrociate per terra.

<<Non sono uno che ha la tendenza ad esprimere le proprie idee>> guarda il cielo davanti a noi con sguardo perso.

Rimaniamo qualche minuto in silenzio prima che lui parli di nuovo.

<<Una sera mia madre ha scoperto mio padre con un'altra donna, l'ha cacciato di casa, non è tornato per settimane poi ci hanno detto che era morto>> una fitta alla pancia mi fa quasi venire da vomitare.

Per quando il dolore possa essere infinito in fondo capisco perché non voglia rivedere suo padre.

<<Mi dispiace tanto, Jack, anche se non servirà a far passare il dolore>> abbasso la testa e fisso l'asfalto.

<<Mia mamma è l'unica donna della mia vita>> è la cosa più bella che abbia mai detto di qualcuno, ne sono certa <<l'unica donna che ho mai amato>>.

Gira la testa verso di me e mi guarda dritto negli occhi, giro la testa anche io e lo guardo.

Mi avvicino lentamente e scavalco le sue gambe per sedermici sopra.

Infilo le mani tra i suoi capelli e attorciglio le dita intorno ad essi.

<<Perché sei venuta da me>> mi afferra i fianchi e spinge contro di se.

Alza la testa verso il cielo socchiudendo le labbra.

Non rispondo e scendo con le labbra sul suo collo assaporando il suo sapore ormai familiare.

Appoggia le mani dietro di se per reggersi mentre
io mi sistemo meglio sopra di lui.

Emette respiri profondi e qualche volta si fa scappare un grugnito.

<<Non mi piace questo gioco>> dice con un sussurro muovendosi sotto di me.

<<A me molto invece>> soffio sulla sua pelle provocandogli brividi lungo tutto il corpo.

Amore e odioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora