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Non ricordo di preciso come ma sta mattina mi sono svegliata nel mio letto.

Jessica non mi ha detto nulla ma ha l'area di essere preoccupata per qualcosa.

Ho la stessa sensazione con Carl ma non so se le due cose sono collegate.

Quando mi sveglio regna il silenzio più totale.

Nessuno parla, ci si scambia solo occhiate perplesse.

Ho pensato a ciò che è successo ieri sera e sono molto dubbiosa sul da farsi.

Infondo non ho pensato al fatto che io e Jack potremmo ipoteticamente diventare fratellastri e di certo questo è un grosso ostacolo.

Silenziosi come al risveglio lasciamo la camera.

Mio padre da quando sono partiti non mi ha mai chiamata, mi ha scritto solo qualche messaggio per chiedermi se andava tutto bene.

Ho l'impressione che sia molto impegnato qualsiasi cosa stia facendo, e non lo biasimo, New York è impegnativa anche solo viverci dentro.

Jack non mi rivolge alcuna occhiata, non capisco ne se è arrabbiato o se non gliene frega nulla o se è cambiato qualcosa.

Sta mattina gira aria diversa e qualcosa sotto tutto questo mi puzza.

L'unica che qualche volta mi guarda e cerca di farmi capire qualcosa è Juliette ma non riesco a recepire i suoi messaggi.

Busso alla stessa porta di ieri e faccio un respiro di sollievo quando la porta si apre e mostra lo stesso uomo di ieri.

<<Prego>> ci fa entrare e indica il divano facendoci sedere esattamente come ieri.

<<Ci dica quello che sa>> parla Carl.

<<In realtà non un granché>> si siede sul divano tenendo la palla tra le mani <<del resto io ero solo una piccola parte della missione che dovevano compiere i vostri genitori>>.

<<Missione?>> domando.

<<Certo, erano stati inviati dalla SIS, acronimo di Secret Intelligence Service, agenzia di spionaggio del Regno Unito>> parla come se fosse la cosa più ovvia del mondo.

Improvvisamente vedo delle stelline luminose per tutta la stanza ed inizia a girarmi la testa.

<<Mia madre era una spia?>> chiedo con il poco fiato che mi è rimasto in gola.

<<Come anche il padre di Jack, sarebbero dovuti venire qui in cinque, ma erano solo due>> continua.

Chi erano gli altri tre?

Perché hanno lasciato che mia madre e il padre di Jack venissero qui da soli?

<<Quale era la loro missione?>> rendendosi conto del mio stato di scock Jack parla al posto mio.

<<Non lo so, purtroppo sono solo un consulente non mi è concesso avere tutte queste informazioni, ma ho una pista per voi>> alzo gli occhi verso di lui.

Rendendosi conto di avere tutta la nostra attenzione riprende a parlare.

<<Ho analizzato la palla di neve, è speciale, non è stata ideata e creata da un semplice costruttore di oggetti in miniatura ma bensì da un'altro uomo>> si alza per prendere dei fogli da un tavolo.

<<Non sono riuscito ad identificare chi, ma sotto alla palla, aggiungerei poco intelligentemente, ha messo una firma>> ci allunga un foglio.

È la stampa del retro della palla di neve e in grande si legge un nome.

Non l'ho notata mai per quante volte io abbia girato la palla di neve.

<<Purtroppo non posso esservi troppo d'aiuto ma questo è il massimo che ho potuto fare>> sembra sincero nel pronunciare quelle parole.

<<Perché mia madre o chiunque abbia ideato questa palla di neve ha fatto in modo che ci conducesse proprio qui?>> mi torturo le unghie per il nervoso.

<<Penso per condurre qua la persona che l'avrebbe avuta in futuro tra le mani>>.

Sono confusa.

Quali erano le tue intenzioni mamma?

<<Lei cosa crede sia successo ai nostri genitori>> azzardo a chiedere temendo che la risposta possa farmi male come ogni volta.

Fa su respiro profondo ed esita un attimo prima di risponde alla mia domanda.

<<Beh, per quanto ne so io la missione è stata annullata perché le spie sono morte, ma io credo che il vero motivo dell'annullamento della missione sia perché le spie sono misteriosamente scomparse, quindi, forse mi sbaglio, ma io credo che tua madre sia ancora in vita, Sophie>>.

Sento le lacrime bruciarmi gli occhi, poi nero.

Usciti dell'edificio mi appoggio ad un muro e mi accascio per terra.

Ancora in vita.

Ancora in vita.

Ancora in vita.

<<Sophie>> Jessica viene verso di me sedendosi con me sull'asfalto.

<<Se è ancora viva voglio trovarla>> riesco a dire mentre sono tutti intorno a me ad ascoltarmi.

<<Allora troviamola>> si fa avanti Carl.
Alzo la testa e gli sorrido riconoscente.

Poi mi cade l'occhio su Jack.

Lui si è allontanato da noi e si sta accendendo una sigaretta, ho l'impressione che non sia molto entusiasta della nostra idea.

Non vuole trovare suo padre?

<<Dai andiamo>> Jessica si alza e mi allunga la mano per fare lo stesso.

<<La troviamo vedrai, appena mi sarò comprata delle scarpe più comode potrò tornarvi utile>> parla Juliette facendosi scappare un lamento per il dolore ai piedi.

<<Non penso saresti utile comunque>> scherza Carl prendendo a camminare lungo il viale che porta alla strada principale.

<<Davvero molto simpatico>> risponde lei camminando a tentoni per evitare i buchi della strada.

Guardo Jack e lo osservo camminare a testa bassa senza dire nulla.

<<Però sai che figo avere un genitore spia segreta>> si intromette Luke.

<<Se lo dici tu>> rispondo io.

<<Certo che lo dico>> si porta la sigaretta alla
bocca e ride divertito.

E avanti così fino all'hotel.

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