La partenza

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L'atmosfera della festa sta diventando nauseante.

La puzza di fumo e sudore ha invaso la sala completamente e penso che ormai abbia intaccato tutto il vicinato.

<<Come vorrei non averla mai organizzata>> l'unico a sentirmi è Jack che alza gli occhi al cielo e sbuffa.

<<Che facciamo con loro?>> chiede Jessica.

<<Non saprei>> Carl si gratta la testa dubbioso.

Vedo farsi spazio tra la folla una ragazza mediamente alta e bionda che punta a Jack.

<<Juliette...>> sussurra lui per poi allontanarsi da noi velocemente.

Seguo ogni suo movimento dal modo in cui si ferma a pochi centimetri dalla ragazza e come le stringe le spalle per spostarla da un'altro lato della stanza.

Un brivido mi corre lungo la schiena quando lei gli accarezza il petto ridendo divertita.

<<Sophie, tutto ok?>> Jessica mi tocca la spalla risvegliandomi dallo stato di trans nella quale ero finita.

Distolgo lo sguardo il più velocemente possibile, ma non abbastanza.

<<Ma che guardi?>> segue il mio sguardo e guarda nella loro direzione ma nel momento in cui anche io torno a guardarli non ci sono più.

<<Nulla>> sospiro e dopo un'ultima occhiata mi butto in mezzo alla gente.

Dopo qualche ora la sala si svuota e troppo stanca per cambiarmi o struccarmi cerco un posto dover addormentarmi.

Poi sento una strana sensazione allo stomaco e un succo acido inizia a salirmi su per l'esofago.

Non voglio vomitare.

Corro in bagno ma quando arrivo lo sento tornare giù e mi appoggio più rilassata alla parete del bagno.

Poi con l'arrivo del sonno il pavimento del bagno diventa estremamente comodo e mi ci accascio per dormire.

Il sonno sta per trasportarmi via mentre ogni parte di me è scossa da brividi a causa delle mattonelle fredde.

Poi due braccia mi tirano su da per terra e sento una piacevole e familiare sensazione di caldo dopo il freddo.

Il morbido materasso del mio letto viene a contatto con la mia schiena facendomi rilassare completamente.

Con ancora gli occhi chiusi mi giro e mi sistemo tra le coperte mentre ne sento un'altra coprirmi il corpo.

Poi mi addormento e sogno i suoi occhi, le sue labbra, i suoi capelli ed il suo corpo.

Sogno lui.

La mattina dopo mi sento fresca e come nuova.

Non ho addosso le scarpe che avevo ieri, i capelli che avevo legato in una coda ora sono sciolti e sparsi a ventaglio sul cuscino.

Esco dalla porta e un mormorio mi giunge alle orecchie dal piano basso.

Scendo e trovo Jessica e Carl a bisbigliare qualcosa mentre sorseggiano del the in cucina.

<<Dov'è Jack?>> è la prima cosa che chiedo entrando in cucina e prendendo posto.

<<Buongiorno>> Jessica reprime una risata.

<<Abbiamo un problema più grande di dove si trova Jack>> Carl che si era allontanato da noi per prendere una cosa nella camera degli ospiti, torna seguito due persone.

Dietro di lui Luke e Juliette si stropicciano gli occhi e si guardano straniti.

<<È stata una serata spaziale>> Luke sorride scaltro facendosi spazio tra di noi e avviandosi verso il frigo.

Intuisco cosa potrebbero aver fatto nella stessa stanza durante la notte e non sono l'unica a capirlo.

Guardo Jessica e il suo sguardo è perso nel vuoto mentre i suoi occhi si fanno lucidi.

Non faccio in tempo a dirle altro che sento l'aria spostarsi dietro di me e il suo odore inondarmi le narici.

Le parole mi si bloccano in gola e mi giro lentamente fino ad incontrare i suoi occhi.

Poi distoglie lo sguardo e lo sposta tra il Carl e Luke ripetutamente.

Poi guarda Juliette e fa una faccia apparentemente scocciata.

<<Cosa ci fai qui?>> sbotta allontanandosi da me e avvicinandosi a lei.

<<Credevo ti facesse piacere>> le sussurra lei all'orecchio.

<<Cosa pensiamo di fare con questi due pesi morti in casa?>> sbuffa Carl prendendo dalle mani di Luke un barattolo di latte.

<<Dobbiamo andare comunque>> Jessica che era rimasta in silenzio fino a quel momento finalmente parla.

<<Dove?>> si intromette Luke parlando con la bocca piena.

Faccio una smorfia di disgusto e mi giro dall'altra parte.

<<Siamo in ritardo se non partiamo entro mezz'ora non arriveremo in tempo, tra una cosa e l'altra>> ci rammenda Carl consultando l'orologio al polso.

<<Andiamo allora>> Jack afferra una mela dal cesto della frutta.

Pochi minuti dopo Carl è già davanti alla porta ed il furgone poco distante da lui.

Ha l'aria di non essere usato da parecchio tempo: la vernice che, forse un tempo, era bianca ora è di un colore grigio tendente al nero, i finestrini sono rotti in più parti e all'interno i sedili sono sgualciti.

<<Potreste spiegarmi dove andiamo?>> borbotta Juliette mentre tenta di reggersi in piedi infilando i tacchi del giorno prima.

<<A Londra>> rispondo con noncuranza sistemando le ultime cose nel bagagliaio.

<<Fantastico sono anni che non mi muovo da qui>> il suo tono di voce è irritante ma qualcosa in lei mi fa intuire che sotto sotto ci sia qualcosa che non va.

<<Staremo via tanto?>> si lamenta Luke portandosi la sigaretta alle labbra.

<<Puoi anche restare qua, ci fai un favore>> sbuffa Carl facendo partire il motore del furgone.

<<Nah, vengo>> salta sul retro del furgone si attacca ad una mensola che forse un tempo serviva per le merci.

Carl si siede al posto del guidatore e Jessica al suo fianco mentre noi stiamo seduti per terra sul retro.

Sembra una specie di trasferimento illegale da Berlino Ovest a Berlino Est negli anni novanta.

Jack ci raggiunge subito dopo e ha portato con se una borsa di tela.

Mi sporgo a guardare dentro quando me la porge e vedo i vari fogli con le informazioni accumulate finora e la palla di neve.

Ci ha pensato.

Gli sorrido riconoscente e mi siedo accanto a lui.

Si scosta quando mi avvicino di più, ma non importa.

Va bene così.

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