Big party

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È passato un giorno dal momento in cui abbiamo deciso di proseguire con questa indagine e andare a fondo di questa storia.

Per ora però, tutto ciò che abbiamo scoperto, è che non solo questa associazione mafiosa, ma anche altre, organizza dei cosiddetti big party.

Grandi feste che dovrebbero essere all'insegna del divertimento in realtà hanno lo scopo di unire in collaborazioni più associazioni minori rendendo quella in questione più forte.

<<Vi siete mai chiesti perché questo caso ha questo nome?>> Carl smanetta qualcosa con il computer mentre noi ci risposiamo stesi sui nostri letti.

<<In effetti è un nome particolare, si riferisce di sicuro ad una persona>> commenta Jessica, mentre si lima le unghie

<<Sarebbe curioso sapere chi, potrebbe aiutarci a scoprire di più>> ho perso il conto di quante volte ho aggiornato la pagina sperando di trovare altre informazioni sul caso ma rileggendo sempre le stesse ormai inutili.

<<Sentite forse avete anche ragione, ma è un giorno che quei vestiti meravigliosi che ho preso per l'occasione sono chiusi a marcire in quell'armadio andiamo a questo 'big o come si chiama' e vediamo
cosa troviamo lì>> Juliette si alza dal letto ed inizia a sbraitare agitando le braccia.

<<Ti prego smettila di urlare mi hai già fracassato sette timpani>> Jack e la sua innata simpatia si risvegliano dopo ore di mutismo selettivo.

<<Ha ragione, è per questo che ci stiamo preparando: affrontare quella gente fingendoci parte di loro, sicuramente li scopriremo più di quanto scopriamo stando stesi qui a non combinare nulla>> mi alzo anche io e in modo più calmo mi rivolgo a tutti quanti.

<<Sto mettendo a rischio la mia vita per questa puttanata, mitico, ci sto>> Luke non perde tempo e si alza per affiancarci.

Non so perché di punto in bianco abbia deciso di aderire a questa missione, se così possiamo chiamarla, ma non mi dispiace il suo supporto, che ora come ora è sicuramente più attivo di quello di Jack.

<<Si, anche io>> anche Jessica con fatica si tira su e poi si risiede su una sedia della cucina.

Jack come al solito lascia la sua conferma in modo alquanto ambiguo alzando le spalle e annuendo.

<<Perfetto, hai detto che è domani?>> Jessica si riferisce a Carl che ci ha già fatto sapere che il suo compito sarà gestire la situazione da qui.

<<Si esatto, ragazzi però l'accesso può essere davvero complicato e ci vorrà coordinazione...>> prima che Carl possa finire lo blocco.

<<Ce la faremo, come siamo arrivati qua entreremo anche lì, non può essere così complicato>> faccio un respiro profondo perché, come al solito, credo poco alle mie stesse parole.

Dopo due ore di scambi di sguardi intuisco che Jessica sta ancora aspettando una spiegazione logica per la sera precedente.

Il problema è che non ce l'ho.

Non capisco il rapporto che abbiamo io e lui, non so su che dinamiche si basa, ne come mi definisce, se un'amica o altro..

Poi il mio sguardo cade sul viso angelico quanto diabolico di Jack che mi sta già guardando.

Mi guarda intensamente, scruta il mio viso, mi penetra l'anima con gli occhi ma non sembra esprimere alcuna emozione.

Non riesco a capire quel ragazzo e credo che non riuscirò a farlo mai.

Jessica mi sta ancora guardando forse si aspetta che mi alzi e che le spieghi cosa sta succedendo, ma non ora ne oggi.

<<Saremo patetici con questi vestiti>> gli abiti che Juliette ci ha procurato forse sono un po' esagerati.

Mancano poche ore all'inizio del big party ed io non potrei essere più in ansia.

Non ho idea se appena ci vedranno ci spareranno un colpo alla testa o crederanno alle nostre bugie.

Vorrei chiamare mio padre e dirgli che gli voglio bene nonostante siano anni che mi mente su ogni cosa della mia vita, ma pensare che potrebbe trovarmi stesa sull'asfalto con un colpo alla testa mi fa venire il voltastomaco.

Sono tutto ciò che ha, che gli rimane, forse non è stato onesto, ma rimane sempre mio padre e non voglio che soffra a causa mia.

<<Oh avanti, sono perfetti, ho cercato così tanto su internet per trovare qualcosa che mi si è graffiata un' unghia ora non potete deludermi così>>  il suo vestito è di certo io più appariscente.

Di un verde smeraldo sgargiante arriva poco sotto al ginocchio, è stretto e segue alla perfezione le sue curve del corpo, la scollatura è molto accentuata e fa intravedere parecchio della sua sostanza.

<<Secondo me ci stanno>> Jessica invece ha un vestito di un rosso tenue, poco più corto di quello di Juliette con le maniche e sbuffo. 

Il mio invece è nero, di un tessuto sottilissimo che fa intravedere le gambe sotto, arriva fino a poco più sopra della caviglie e ha un enorme spacco sulla gamba destra che che inizia a metà coscia.

Non è troppo scollato ma da una prospettiva dall'alto si vede il mio reggiseno.

Per i maschi invece sono tutti semplici completi: blu scuro per Luke e nero per Jack.

<<Secondo me siete perfetti>> si complimenta Carl che nel frattempo è steso sul letto con un sacchetto di patatine in mano.

<<Ti godi la vita da quello che si para il culo?>> lo canzona Jack sistemandosi la giacca.

Gli sta decisamente bene, gli dà un'aria autoritaria è questo lo rende incredibilmente...

<<Sophie ci sei?>> a interrompere i miei pensieri è Jessica che con nervosismo mi sventola una mano davanti alla faccia.

<<Si, si lo sono>> vado verso la porta seguendo tutti gli altri.

<<Carl ti sei dimenticato che sei l'unico che può guidare?>> lo rimprovera Jessica prendendolo per
il polso e trascinandolo alla porta.

<<E come farò a fare l'uomo che sta nella base segreta e da indicazioni alle spie in missione?>> si lamenta, ma alla sua espressione mi blocco.

Spie..

Iniziano a scendere le scale dell'hotel mentre io sono ferma in cima ad esse pietrificata da quella parola.

<<Attenta a non perdere la scarpetta, principessa>> Jack è infondo alle scale con le mani in tasca aspettando che io scenda le scale.

Siamo solo noi due nel pianerottolo, gli altri sono tutti già al piano più in basso.

<<Divertente>> inizio a scendere tenendomi la gonna del vestito con una mano per evitare di pestarlo.

Mi allunga la mano come se fosse un gentiluomo d'epoca ed io rido divertita afferrandola.

<<Ti piace?>> gli domando continuando a scendere al suo fianco.

<<Cosa?>> tira fuori dalla tasca le sue solite sigarette di cui è probabilmente dipendente.

<<Il mio vestito>> sembro una bambina piccola che mostra al padre il suo disegno.

Mi guarda dal basso con sguardo poco convinto e si sofferma sulle mie gambe in bella vista.

<<No>> borbotta, portandosi la sigaretta alla bocca e accendendola.

Sento qualcosa in me rompersi, forse la sicurezza di piacergli anche poco vestita.

<<Vaffanculo>> accelero il passo e scendendo le scale frettolosamente rischio di cadere tre volte.

<<Finirai per ucciderti>> sento l'eco della sua voce anche se è due rampe di scale più su e la cosa non fa che innervosirmi di più.

<<Bene>> arrabbiata come non lo sono mai stata sbatto la porta di vetro dell'uscio dell'hotel facendo rimbombare il rumore fino alle orecchie degli altri che mi guardano perplessi.

La serata si prospetta uno schifo.

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