<<Credevo non sareste arrivati più>> si lamenta Jessica sorseggiando un caffè macchiato.<<Già>> sorrido imbarazzata.
Mi sono assicurata che le mie guance non fossero più rosse dall'eccitazione e poi siamo scesi.
Ho il suo sguardo addosso da quando sono uscita dal bagno dove mi ero nascosta dopo ciò che avevamo fatto in camera.
Mi siedo di fronte a Juliette nel posto infondo
e lui accanto a me lasciando al margine del tavolo accanto a noi, Luke.<<Scoperto nulla?>> domando sventolandomi in faccia le mani.
<<Tutto bene Sophie?>> mi chiede Jessica vedendo il modo agitato in cui mi sto comportando.
In realtà no, non va niente bene.
È come se fossi insoddisfatta di come sono andate le
cose, forse speravo che lui ricambiasse il favore.Il mio basso ventre fremeva ancora dalla voglia delle sue dita dentro di me.
Oh no.
<<Si, sto bene>> sorrido forzatamente e mi muovo di nuovo sulle sedute in pelle.
Sento il suo sguardo su di me e quando mi giro a ricambiarlo leggo nei suoi occhi una scintilla di eccitazione mai vista prima.
Rabbrividisco e cerco di concentrarmi sui discorsi degli altri.
<<Comunque no non abbiamo trovato nulla>> parla Carl smanettando qualcosa sul telefono.
Vorrei riuscire a concentrarmi su qualcosa che non sia lui, ma mi è difficile avendolo accanto che mi fissa come fossi un diamante prezioso.
<<Ciao ragazzi>> arriva David che ci saluta calorosamente ormai abituato alla nostra presenza qui.
Gli sorrido e mi concentro per un attimo sul suo viso e le sue espressioni tentando di dimenticare quelle del ragazzo accanto a me.
Poi una mano mi afferra la coscia e tutti i miei tentativi svaniscono come nuvole in cielo.
Lo guardo con sguardo assassino mentre lui se la ride in silenzio.
<<Ai vostri amici ho già portato, a voi posso portare qualcosa?>> si riferisce a me e Jack con tono gentile.
Alla sua domanda Jack strige di più la mia coscia come se fosse infastidito dal fatto che lui mi stia parlando.
Sorrido per l'idea a cui sto pensando.
Mi sporgo verso David che mi guarda in attesa di una mia risposta e gli faccio un sorrisetto che potrebbe far fraintendere sulle mie intenzioni.
Lui mi guarda stranito forse non aspettandosi questo comportamento da me.
Degno di una veloce occhiata Jack che ha gli occhi spalancati e mi guarda.
Gli altri fortunatamente sono troppo impegnati a parlare per accorgersene.
<<Un succo>> rispondo con un ultimo sorrisetto malizioso.
La sua mano stringe la mia coscia così forte che impreco per il dolore e gli appoggio una mano sul braccio.
<<Tu?>> domanda David a Jack guardandomi confuso.
<<Nulla>> il suo tono di voce è così basso che quasi mi incute timore.
Fissa il tavolo tenendo stretta la presa sulla mia gamba, probabilmente mi starà lasciando i segni rossi.
<<Arrivo subito>> sorride imbarazzato e si allontana velocemente dal tavolo.
<<A che gioco stai giocando?>> mi sussurra all'orecchio perché non se ne accorga nessuno.
<<A quello di farti andare fuori di testa>> soffio sulla sua pelle calda del collo.
Toglie la mano dalla mia coscia e si risistema sulla seduta avvicinandosi di più al tavolo.
<<Non ti piace?>> gli domando di nuovo, in tono più sensuale, all'orecchio.
<<Stai zitta, per favore>> mette una mano sotto al tavolo e la mette in tasca.
<<Speravo di sì, perché mi stavo divertendo parecchio>> continuo senza lasciargli tregua.
<<Ho detto zitta, bambolina, o ricambierò il favore esattamente qui su questo tavolo invece che dopo in camera>> mi schiaccia allo schienale della seduta
appoggiandomi una mano sul fianco.Una strana sensazione di eccitazione cresce in me e sono in bilico nella decisione di continuare e fermarmi qui.
<<Eccoti il succo>> David arriva di nuovo e porgendomi il succo sfiora la mia mano e accenna un sorriso.
Non appena il contatto tra noi dura qualche secondo di troppo Jack afferra il bicchiere al posto mio e lo sbatte rumorosamente sul tavolo.
Tutti interrompono la loro conversazione per guardarci esterrefatti e anche alcuni dei tavoli affianco si chiedono che sta succedendo.
<<Grazie>> cerco di non far sembrare il tutto più imbarazzante di quanto già lo sia e aspetto che David se ne vada di nuovo e tornino tutti ad occuparsi dei fatti loro.
<<Hai intenzione si darci un taglio?>> gli chiedo a bassa voce fingendo di sorseggiare il mio succo.
<<No>> risponde, senza nemmeno un accenno di ironia, è spaventosamente serio.
Alzo gli occhi al cielo e mi arrendo lasciandomi andare sul posto e bevendo con tranquillità il succo.
Dopo un quarto d'ora siamo di nuovo fuori dal bar senza nessuna notizia in più.
Abbiamo comunque deciso che come primo passo dovremmo cercare di capire a cosa lavorava mia madre e il padre di Jack.
Temo che però sarà molto complicato in quanto informazioni segrete della SIS.
Jack, come non è strano che faccia, si accende una sigaretta e si appoggia al muretto.
Vorrei nom guardarlo ma non riesco a non pensare a come sia incredibilmente bello.
La pelle è lisca e perfetta, il viso è proporzionato e zigomi e mascella sono poco più accentuati.
Gli occhi azzurri mi intrappolano, ogni volta che lo guardo, in un vortice di sensazioni suggestive e sanno essere allo stesso tempo freddi, come ghiaccio, e spaventosi.
Ogni volta che inspira il fumo appoggia le labbra, definite e carnose, sull'estremità della sigaretta e lo trovo dannatamente attraente, come ogni altro movimento che compie o atteggiamento che ha.
Braccia e addome sono scolpiti e amo guardare come i muscoli frizzano sotto la pelle ogni volta che si porta la sigaretta alla bocca.
<<È inquietante, se continui a fissarmi così>> quasi non mi accorgo che si avvicina a me e mi sussurra all'orecchio.
<<Non ti stavo fissando, smettila>> agito le mani verso di lui per cacciarlo via.
<<Tranquilla, è comprensibile>> si porta di nuovo la sigaretta alla bocca e io mi impongo di guardare per terra e non nella sua direzione.
Sbuffa una risata, come se si fosse accorto di questo
mio rifiuto nel dargli ragione e soddisfazione.Mi sta dando sui nervi.
Il telefono mi vibra nella tasca posteriore dei pantaloni.
Lo prendo e lo accendo per vedere chi è.
Papà
chiamata in arrivoCazzo.

STAI LEGGENDO
Amore e odio
ChickLitSophie ha avuto un'infanzia memorabile nella grande città di Manchester finché alla tenera età di cinque anni non ha perso sua madre in un incidente stradale. Suo padre ha sempre lavorato molto e rimanendo per lo più sola, dalla solare bambina che...