Sulle tracce

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<<Qui il rumore è più ovattato grazie ai muri spessi>> questo posto ha parecchie stanze anche se non ne capisco precisamente l'utilità.

Non mi ha dato ancora nessuna informazione rilevante.
Spero che gli altri siano riusciti a prendere tempo perché qua siamo indietro.

Jack cammina diversi metri dietro di noi controllando ogni suo minimo movimento o avvicinamento.

Più mi soffermo a guardare il suo volto serio e concentrato, la sua camminata sicura ed elegante, il modo in cui si sistema nervosamente i capelli, più  penso che sia estremamente bello.

Il più bello mai visto.

<<Questa è la stanza più importante in assoluto, ma purtroppo non posso farvi entrare>> conclude così il suo tour indicandoci una porta infondo al corridoio.

<<Sei sicuro? Ormai siamo qua>> provo a convincerlo facendo gli occhi dolci e accarezzandogli la spalla lentamente.

<Ehm...cioè si sono sicuro>> parla impacciatamente tirandosi indietro.

<<Mh, secondo per me puoi fare un'eccezione>> scendo con le mani lungo il petto e lui chiude gli occhi per recuperare la concentrazione.

<<Si, forse si>> si allontana con un sorriso da stupido stampato in volto e va verso la misteriosa porta.

Non ho il coraggio di guardare Jack, so che è accanto a me e mi sta fissando, ma temo il suo sguardo tagliente potrebbe essere difficile da gestire.

Edward prende una minuscola chiave dalla tasca della giacca e la infila nella serratura con cautela.

Nonostante la serratura sia minima la porta è molto grande, in legno massiccio, addirittura difficile da spostare.

<<Ecco>> all'interno c'è una scrivania al centro della stanza e una grande finestra che occupa tutta la parete.

Ai lati della scrivania invece due librerie alte, piene zeppe di libri e a vista polverose.

<<Ora la mia ricompensa>> improvvisamente Edward mi afferra per i fianchi lanciandomi con poca delicatezza contro la libreria alla mia destra.

Mi accarezza i fianchi e appoggia la testa sulla mia spalla.

Prima che possa provare ad allontanarlo io stessa qualcosa colpisce la sua testa e lui scivola via dal mio corpo rannicchiandosi a terra.

Jack fissa il suo corpo inerme con occhi incendiati gli stessi che poi dedica a me.

<<O mio dio>> mi abbasso sul corpo di Edward che, fortunatamente, ancora respira.

<<Sei impazzito?>> mi rialzo guardando Jack, che stringe così forte un porta penne in ferro che le nocche sono diventate bianche.

Ha le narici dilatate e il viso rosso di rabbia, quasi mi fa paura.

Prendo la mano con cui stringe il porta penne e glielo tolgo dalla mano.

Un gorgolio di sangue, dovuto al fatto che premeva il palmo della mano su uno stilo appuntito, scorre lungo le sue braccia e bagna il mio dito.

<<Come ti è saltato per la testa?>> sento che la sua voce pacata è trattenuta e che se potesse urlerebbe.

<<Non credevo si sarebbe spinto così oltre>> nel frattempo cerco qualcosa per fermare la fuoriuscita del sangue.

<<Avrei voluto ammazzarlo con le mie mani>> sussurra, mentre tampono con del cotone la ferita.

<<Immagino>> alzo gli occhi al cielo, abbattuta.

<<Cosa cerchiamo?>> la sua voce è decisamente più calma mentre con gli occhi segue i movimenti della mia mano mentre gli tampono la ferita.

<<Qualcosa sul caso a cui lavoravano i nostri genitori e qualche traccia di loro>> mi guardo intorno, a parte un uomo steso a terra e qualche libro caduto, sembra tutto nella norma ma è chiaro che qualcuno presto verrà a controllare.

Dobbiamo fare in fretta.

<<Cerca nei cassetti io tra le mensole>> vado verso lo scaffale più vicino e comincio ad ispezionare ognuna delle cartelline.

Ci sono scritti sopra nomi di persone, ma anche di associazioni.

Le osservo una ad una ma nessun nome mi risulta familiare.

<<C'è un cassetto chiuso a chiave>> mi informa Jack.

Mi avvicino a lui e testo anch'io la chiusura del cassetto.

Mia madre quando ero bambina mi aveva insegnato a scassinare le serrature con le mollette.

Una volta non riuscivo ad aprire uno scrigno segreto, dove custodivo i miei disegni preferiti, perché avevo perso la chiave.

Aveva estratto una molletta fine dal suo chignon e con alcune semplici mosse aveva aperto lo scrigno.

Dopo diversi tentativi per convincerla ad insegnarmi come ci era riuscita mi spiegò uno ad uno i passaggi ed io capii al volo.

<<Hai una molletta?>> domando.

<<No, certo che no, perché dovrei averne una?>> mi chiede come se avessi fatto la domanda più stupida che potessi formulare.

Sbuffo e cerco se tra i miei capelli Juliette ne ha infilata una per caso.

Ne trovo una che teneva ferma una ciocca davanti al viso e la infilo nella piccola serratura.

Dopo qualche giro e sforzo un click mi indica che il cassetto si è finalmente aperto.

<<Wow, vedevo queste cose solo nei film>> ride sinceramente sorpreso nel vedere come io l'abbia aperto con tanta facilità.

Dentro ci sono alcune carte polverose che danno l'idea di non essere toccate da parecchio tempo.

Ne tiro fuori alcune e le passo velocemente sotto le mie dita, leggendo di cosa si trattano.

<<Porca puttana>> Jack tira fuori uno degli ultimi fogli della pila e lo fissa incredulo.

Mi allungo verso di lui per leggere cosa c'è scritto.

Il foglio è per la maggior parte bianco a parte un testo di poche righe nella parte alta della pagina.

"Lily Bennet e Richard Harrison - missione completata con successo"

Guardo incredula Jack e lui fa la stessa cosa.

Dio mio.

Amore e odioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora