Tutto al suo posto

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Jack

Mi sveglio alle prime luci dell'alba, quando il sole entra nella stanza riflettendosi sulle pareti bianche.

Mi serve qualche minuto per realizzare che i capelli sparsi sul mio petto, il profumo inconfondibile e i respiri regolari e rilassati, sono di Sophie.

Ripenso a ieri sera e un sorriso involontario mi si crea sulle labbra, ma si spegne subito dopo quando penso a che giornata ci aspetta.

Dovremo parlare tutti insieme, di quello che è successo, di quello che succederà e forse dovrei fare due chiacchiere con mia madre.

Guardo Sophie che dorme silenziosa con la testa sul mio petto. Le labbra carnose formano una smorfia buffa mentre dorme, le guance paffute hanno un colorito rosato e le ciglia lunghe si adagiano sulle sue occhiaie.

A quel dettaglio mi si stringe lo stomaco: è stanca, avrebbe solo bisogno di riposo e tranquillità, mentre dovrà ancora affrontare accesse conversazioni e lottare contro l'istinto di scappare dalla realtà, come so che vorrebbe fare.

Sono state settimane intense per tutti, lei ha avuto tante sorprese, ha provato diverse emozioni e avrà la testa incasinata, un po' come me.

Le sposto la testa del mio petto e con delicatezza la appoggio sul cuscino morbido.

Tiro le tende così che possa riposare ancora un po' e mi infilo un paio di pantaloni per scendere.

La guardo un'ultima volta e mi sembra quasi strano vedere il suo viso così rilassato, senza nessuna espressione corrucciata o preoccupata.

Chiudo la porta, cercando di fare il minimo rumore, ma ne faccio comunque troppo quando alle mie spalle mi ritrovo Carl e faccio una salto in aria dalla paura.

<<Che cazzo ti passa per la testa?>> inizio a camminare per il corridoio raggiungendo le scale in vetro.

<<Scusa, sono appena uscito anche io dalla stanza e ti ho visto lì>> mi spiega ancora nella posizione di quando l'ho visto.

Mi fermo sul primo gradino e mi sporgo indietro per vedere la camera da dove è uscito.

<<Sbaglio o quella è la camera di Jessica?>> sbatto gli occhi più volte, magari ancora sotto l'effetto del sonno ho visto male.

I miei dubbi svaniscono quando invece che rispondermi riduce le labbra ad un linea sottile e si pizzica la mano per cercare di non ridere.

<<Non ci posso credere, era ora>> cerco di non ridere ad alta voce tappandomi la bocca.

<<Parla quello uscito dalla camera di Sophie>> si lascia scappare un risata e non riesco più a trattenere la mia.

Scendiamo insieme al piano di sotto senza smettere di ridere e fare battutine.

Seduti al tavolo ci sono già il signor Miller, mia madre e Ken. Ci zittiamo improvvisamente, indecisi sul da farsi.

Anche loro sembrano non sapere cosa dire e la situazione prende inevitabilmente una piega imbarazzante.

<<Ciao>> sussurra mia madre, volgendomi un sorriso che ignoro.

<<Quei letti sono la cosa più comoda che io abbia testato negli ultimi dieci anni>> Luke fa capolino dalle scale, <<e ne ho testate di cose comode>> ovviamente usando un tono troppo alto.

<<Mi fa piacere>> ammette il signor Miller posando la tazza di caffè sul tavolo e alzandosi dalla sedia.

<<Jack, dovrei parlarti>> parla mia madre, sistemandosi i capelli con fare nervoso.

Amore e odioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora