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Una volta arrivati, troviamo tutti quanti a tavola che stanno già cominciando a mangiare. Ci avviciniamo al tavolone di legno, dove mi siedo vicino a Hayes sul bordo della panca.
"Tieni tesoro"
"Grazie, mamma." Mi porge il piatto con la carne e la verdura. Ad un certo punto vengo spintonata addosso ad Hayes. Mi giro e vedo Nash sedersi accanto a me. Quel ragazzo oggi non voleva tornare a casa vivo, si vede. Guardo dritta davanti a me e sbuffo, cercando di contenermi e di non saltargli addosso. Decido di prendere la bottiglia d'acqua. Mi allungo per prenderla ma me la toglie di mano Nash. Lo guardo male ma lui fa l'indifferente.
Livello rabbia: otto.
Lo lascio perdere e decido di riprendere a mangiare. Assaggio il primo boccone della carne e sento che manca di sale.
"Hayes, mi passi il sale, per fa-" Nash si allunga davanti a me e se lo prende lui, mettendolo nell'insalata. Sbuffo più forte e mi mordo il labbro inferiore.
Livello rabbia: nove.
"Ti sta bene questa maglietta" dice dolce Hayes.
"Grazie."
All'improvviso sento la testa che comincia a bagnarsi. L'acqua scorre fredda sulla mia schiena. Lancio le mani in aria e mi irrigidisco. Posso immaginare chi sia stato, quindi vado dritta al sodo.
"Ma ti sei fumato qualcosa? Mi ero appena cambiata, deficiente"
"Alessia" mi rimprovera mia mamma. La ignoro.
Livello rabbia: dieci.
Prendo il mio bicchiere d'acqua e lo getto in faccia a Nash. Fa una smorfia mentre tiene gli occhi chiusi e poi, facendo il verso del cavallo con le labbra, comincia a schizzarmi. Io gli salto addosso e gli tappo la bocca con le mani. Ci mancava un soffio per strozzarlo, ma non potevo farlo davanti ai genitori. Lui mi afferra i polsi e bruscamente le mette giù.
"Smettila" gli ordino. Mi lancia un'occhiataccia e poi ritorna sul piatto. Sbatto le mani sul tavolo e mi alzo dal tavolo.
"Checca mi presti una tua maglia, per favore?"
"Sì, certo"
"Vado in bagno" avverto mia mamma.
"Okay" mi dice.
"Ti accompagno, Ale" mi dice mia sorella.
Velocemente raggiungo la macchina e dietro di me c'è mia sorella con la maglia da ricambio.
"Voi due non ce la fate proprio a sopportarvi, eh?"
"No. Cazzo, Checca. Hai visto che rompi palle? Non mi da tregua un minuto. Lo odio." Mia sorella fa una risatina.
"Il sentimento è reciproco?" mi chiede.
"Ovvio. Non l'hai visto? Da quando eravamo dentro la pancia delle nostre mamme che ci odiamo. Tu piuttosto? Con Will?" Cambio discorso. Non voglio più parlare di quello lì. Mi fa venire solo i nervi. Checca sorride e diventa tutta rossa.
"Oggi mi ha detto che gli piaccio. Tipo, volevo urlare come una matta, ma mi sono trattenuta." Fa un saltino per la gioia e poi mi lancia la sua maglietta nera.
"Grazie." Fa qualche altro salto e poi si ricompone.
"Sei felice, eh?"
"Tu non ti immagini quanto! Cioè, io piaccio al fratello del Viner più famoso al mondo. Incredibile." La guardo seria.
"Io mi chiedo cosa ci trovano le ragazze e le fans in lui."
"Beh, Ale, è simpatico...."
"No"
"... dolce..."
"Assolutamente no"
"... ma soprattutto è figo." Mi sbalordisco alle parole di mia sorella.
"Cosa?! Figo? Ma ti sei bevuta qualcosa a colazione?"
"Dai, Ale. Non puoi dire che è un cesso, perché non lo è." Mia sorella incrocia le braccia al petto e mi guarda storta.
"Beh, non è né brutto né bello. E comunque dipende dai punti di vista."
Francesca mi fa una smorfia e poi si appoggia sul furgone di Chad.
"Dai, sbrigati a cambiarti. Vorrei ritornare presto dal mio principe azzurro." Scoppio a ridere mentre mia sorella si è già persa nel mondo dei sogni. Mi dirigo verso i bagni e in cinque minuti sono già fuori. Francesca è ancora lì ad aspettarmi che gioca con la ghiaia del parcheggio.
"Checca, possiamo andare." Lei alza lo sguardo con aria persa.
"Era ora!"
"Ma se ci ho messo meno di cinque minuti!"
"Sono anche troppi per il mio principe." La guardo male e mi avvicino a lei. Mi dà uno schiaffetto sulla spalla e poi fa una risatina.
"Scherzo, Ale. Dai, andiamo."

Ritornate a tavola, riprendiamo a mangiare. Nash si dà una calmata e mi lascia stare per un po'. Finalmente. Dopo il caffè dei genitori, ci alziamo e andiamo a distenderci sul prato.
"È bellissimo oggi" mi dice Hayes a pancia all'aria con le mani dietro la testa.
"Eh già" gli rispondo.
"Vieni qua." Mi accarezza una spalla e mi fa segno di appoggiarmi al suo petto. Non esito un secondo e appoggio la testa sul punto dove si trova il suo cuore.
"Quella nuvola assomiglia ad un pesce" dice indicandomi la nuvola.
"Non assomiglia ad un pesce" gli dico.
"Sì, invece."
"No."
"E a che cosa allora?"
"Come? Non vedi quanto siete simili? Due gocce d'acqua." Hayes scoppia a ridere e anche io. Poi comincia a farmi il solletico, mettendosi a cavalcioni su di me.
"Hayes, ti prego! Basta!" Rido come una pazza cercando anche di liberarmi. Lui non dice niente. Mi prende i polsi e mi tira su le braccia, per poi appoggiarmele vicino alla testa. È praticamente disteso su di me e, con rapidità, mi schiocca un bacio sulla guancia.
"Scemo." Sorrido.
"Sì, anche io ti voglio bene." Lo guardo un attimo e poi anche io gli do un bacio sulla guancia.

"Siete pronti?" chiede Will già al volante.
"Sì" rispondiamo in coro. Will allora accende il motore e un minuto dopo siamo già in strada. Finalmente si torna a casa, dove Nash non può rompermi più di tanto. Prendo il telefono e guardo che ore sono: le tre e un quarto. Perfetto, solo dieci minuti e questo inferno sarebbe finito. Nash è seduto accanto a me che sta messaggiando con Cameron, suo grande amico e viner come lui. Eh sì, Cameron Dallas purtroppo ha seguito le stesse orme di Nash. Poveretto. Non l'ho mai conosciuto a fondo Cam. Ci siamo visti qualche volta, ma non siamo veri e propri amici. Leggo con la coda dell'occhio i messaggi. Si vedono oggi pomeriggio da Nash e vogliono chiamare anche Matthew (Espinosa) e Jack & Jack ( Johnson e Gilinski). Come minimo mi devo aspettare qualcosa da questi cinque. O mi faranno qualche scherzo stupido o mi faranno passare per deficiente su Vine. Che palle. Tutte le volte che si vedono - anche se questo succede anche solo con Nash - mi fanno qualcosa. Mi fanno sentire una cavia, un giocattolo usa-e-getta. Sospiro, sconfitta, e sbatto il palmo della mano sulla fronte. Avrei passato un pomeriggio lungo e stressante e sinceramente non ne ho proprio voglia.

My hero wears  Vans || Nash GrierDove le storie prendono vita. Scoprilo ora