Anche quando sono distesa lungo il mio letto, non riesco a non pensare a quello che è successo questa sera.
Le sensazioni che viaggiavano in me subito dopo aver baciato Nash, si presentano ogni volta che ci penso. Vorrei provare disgusto, odio; ma tutto quello che percepisco veramente è piacere. Quel suo modo rude di attirarmi a sé è stato particolarmente piacevole, anche se brusco.
Ma cosa ti prende, Alessia?
Non lo so. Non ne ho la minima idea. Ma le mie emozioni parlano chiaro.
Fisso il soffitto come se ci fosse qualcosa di meraviglioso da ammirare. Vengo distratta dal rumore della suoneria del telefono che echeggia nella stanza.
Numero sconosciuto: Scusa per questa sera. Non volevo baciarti
Perché si sta scusando?
Io: Perché scusa? Ci siamo baciati, non presi a botte. Comunque tranquillo. Non volevo baciarti neanche io.
Numero sconosciuto: Non farti strane idee
Strane idee? Ma cosa sta pensando? Che mi sia innamorata di lui? Di lui?
Io: Non mi sto facendo nessuna strana idea. Non ne ho il motivo. Ora vado, buonanotte
E spengo il telefono, noncurante se mi risponda o no. Poi però lo accendo subito, ricordandomi che mia sorella mi aveva scritto di mandarle un messaggio quando sarei tornata a casa dato che lei era via e i miei genitori anche.
Io: Sono a casa
Checca: Okay. A dopo:*Penso a cosa stia facendo mia sorella in questo momento con Will. Si stanno invertendo di sicuro, quei due. A modo loro, non costretti a baciarsi sotto l'obbligo di qualcuno.
Il telefono squilla nuovamente.
Numero sconosciuto: Ciao Alex! Domani pomeriggio sei libera? Io e Hayes volevamo uscire. Fammi sapere, Jack G.
Dopo aver letto la firma del mittente alla fine del messaggio, mi sbrigo a salvarlo nella rubrica e a rispondere.
Io: Certo! Facciamo alle quattro?
Gilinsky: Perfetto! A domani;)
Spengo per l'ultima volta il telefono, alzandomi dal letto per cambiarmi. Mi lascio addosso solo un paio di mutande e una canottiera. Sprofondo nel mio letto e nel dolce abbraccio di Morfeo.
***
Mi sveglio con un brontolio da parte del mio stomaco. Sto morendo di fame. Decido dopo qualche minuto di mugoli e lamenti di alzarmi dal letto. Mi infilo un paio di calzini e vado giù in cucina. Siccome non c'è nessuno, decido di prepararmi da sola qualcosa. Prendo del latte e dei cereali, una scodella e ci verso tutto dentro. Sento nella mia testa la voce di mia mamma che mi dice di mettere il latte nel microonde, ma non le do ascolto. Continuo a mangiare, finché non mi ritrovo con la scodella vuota e il mio stomaco che mi supplica di buttar giù qualcosa di più. Metto nel frigorifero il latte, i cereali nella dispensa e poso nel lavandino la ciotola.
«Che fai?»
La voce impastata di sonno di mia sorella mi fa sobbalzare.
«Ho fatto colazione» le spiego.
Fa un cenno con la testa e poi si siede sul divano. Sembra... triste?
«Tutto bene?» le chiedo appoggiando le mani sul lavello.
«Sì... Circa.»
«Cosa succede?»
«Diciamo che ieri sono uscita con Will pensando mi portasse da qualche parte per stare sola con lui, invece mi sono ritrovata in una casa piena di scimmioni vestiti con le maglie da Football» dice agitando le braccia e strofinarsi il viso con le mani.
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My hero wears Vans || Nash Grier
Fanfiction«Io mi chiedo perché i supereroi siano tutti uguali.» «Cioè?» domanda Nash. «Hanno tutti un mantello, una maschera o una tuta particolare. Il mio no.» «Il tuo com'è?» «Il mio porta le Vans.» -- highest rank: #51 in fanfiction Cover by: MaryStoriex