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«Alex, siediti qua» mi dice Jack martellando nel posto vuoto vicino a lui. Senza oppormi mi siedo e mi viene passato un patto di plastica vuoto.

«Cosa si mangerà?» chiedo.
«In teoria salsicce, tante. Dobbiamo smaltire tutta la salsa BBQ» continua Jack.
«Ma non ci stanno meglio le costolette?»
«Lo so, ma le salsicce le trovi anche surgelate al supermercato. È più comodo.» Faccio un cenno col capo e poi comincio a guardarmi intorno.

Tutti quanti ridono e scherzano fra loro, compreso Hayes. Potrebbe aiutarmi a socializzare con i suoi amici, dato che li conosco da poco e comincio a sentirmi a disagio. Ma mi dimentico di tutto quanto quando mi accorgo che Shawn mi sta guardando.

Shawn sta guardando me.

Non che ci siano altre ragazze a tavola, ma voglio dire... Il modo in cui mi guarda è particolare. E questo mi fa arrossire. Penso che se ne sia accorto perché fa una risata e poi ritorna su di me.

Sostengo il suo sguardo, finché non ce la faccio. Non voglio apparire come un pomodoro, anche se ci sto riuscendo molto bene. Forse è il suo obbiettivo, perché sta ridendo di nuovo. Di me. Ma lo fa apposta? Sul serio gli piace farmi sentire in imbarazzo?

«Allora, Alex?» Vengo distratta, fortunatamente, da quell'atmosfera imbarazzante da Jack, ma soprattutto da quel soprannome insopportabile.

«Cosa?» gli chiedo non capendo.
«Cosa vuoi da mangiare?» Ride per la mia distrazione. Devo smetterla di rendermi ridicola da sola.

«Salsiccia.»
«C'è anche della polenta.»
«Va bene anche quella.»
Passo il mio piatto a Jack che lo fa passare a tutti i ragazzi come se fosse un passaparola, finché non arriva alle mani di Cam, il cuoco.

Mi ritorna indietro subito, pieno di salsa barbecue. Cioè, ci sono tracce di salsiccia e polenta nella salsa. Mangio tutto lo stesso senza lamentarmi.

«Mi hanno detto che sei italiana» mi dice Jack J.
«Sì, cioè, ho origini italiane -come puoi capirlo dal nome-, ma ho sempre vissuto negli States.»
«E ci sei mai ritornata?»
«Sì, ma solo una volta. Quasi cinque anni fa.» Jack J spalanca gli occhi, stupito.

All'improvviso, mi sento come bruciare, come se qualcuno mi stesse bruciando. Ecco come mi sento; mi sento osservata.

Shawn.

La deve piantare. Vorrei urlargli contro di smetterla, di smetterla di farmi sentire così piccola sotto il suo sguardo, di smetterla di mettermi così in imbarazzo. Ma allo stesso tempo gli direi di non smetterla, perché mi piace essere osservata in questo modo da lui.

È tutto così strano e complicato. La classica voglia ma non voglia.

Non appena gli rivolgo un'altro sguardo, lui abbassa subito la testa e riprende a chiacchierare con Cameron, che si era seduto davanti a lui.

Poi il mio sguardo cade su Nash, anche lui mi sta fissando, ma di certo non per guardarmi, ma come minimo per fulminarmi. Non esito un attimo a ricambiare il suo sguardo fulmineo.

***
Dopo aver finito di mangiare gli occhi cominciano a farsi pesanti.
«Hayes, ho sonno. Sono quasi le undici.»
«Aspetta un attimo. Stiamo un altro po'. Semmai dormi da me» dice disinteressato.

Non lo sopporto quando fa così. Quando mi ignora, perché è quello che sta succedendo. È preso a chiacchierare, a divertisti e io passo subito in secondo piano.

«Facciamo qualcosa?» propone Taylor.
«Guardiamoci un film» dice Carter. Un coro di voci si alza fra i ragazzi.
«No!» strillano.

Okay, niente film. Meglio così, perché non mi sarebbe piaciuto stare dentro casa a guardare un film pensando che fuori è bel tempo e si sta meglio là.

«Ragazzi, abbiamo una bottiglia? Giochiamo ad obbligo o verità.» Cameron. Se il mio sguardo avesse potuto uccidere, l'avrebbe fatto. E il povero Cam non sarebbe riuscito a sfuggire. Comunque, è un gioco infantile, e presumo che venga subito cestinata l'idea.

«Sì, dai! Prendiamo la bottiglia!»

Okay, voglio sprofondare, sotterrarmi. E guai chi mi riporta in superficie.

Tutti quanti si siedono in cerchio sul prato umido del giardino di Nash. Io mi siedo vicino ad Hayes e Jack, gli unici con cui sto meglio. Poi guardo un po' le disposizioni degli altri. Taylor vicino a Carter, Aaron e Hayes, Jack J vicino a Jack, Cam e Nash e Shawn.

Shawn seduto di fronte a me. E ovviamente ha gli occhi puntati su di me. E il brutto è che non ho nessuno scudo per sfuggire al suo sguardo. Posso solo ignorarlo. Speriamo funzioni.

Cameron mette la bottiglia di una birra vuota in mezzo e comincia a farla girare. Carter è il primo.

«Carter. Obbligo o verità?» gli chiede.

Lui ci pensa in attimo e poi ricomincia a parlare.

«Obbligo.»
«Uhm, ti obbligo a baciare Taylor.» Carter e Taylor si guardano schifati, ma poi cominciano a fare tutti i gesti da omosessuali, complici di tutto quanto.
«Oh, amore caro» comincia Carter toccandosi i capelli in modo quasi femminile.
«Tesoro.» Avvolgono le loro mani ognuno sul viso dell'altro e lentamente si avvicinano.

Si schioccano un rapidissimo bacio a stampo e poi si puliscono la bocca.

Carter prende in mano la bottiglia e la fa girare. Lo sfortunato è Hayes.
«Obbligo o verità.»
«Verità.»
«Ti faresti Alex?» chiede Carter senza esitare un paio di volte.

E questo non è un buon segno. Ci stava pensando già da un po' se l'ha buttata fuori così senza neanche il tempo di pensarci un attimo.

Sposto lo guardo su Hayes, scioccato quanto me, e con l'incertezza di rispondere dipinta sul volto. Preferirei dicesse di cambiare domanda, ma non capisce il mio sguardo supplichevole.

L'unica cosa che posso fare, è aspettare una risposta, e che qualcuno scavi una buca della mia misura.

«Beh, non lo so» si gratta la testa imbarazzato, con lo sguardo fisso sul terreno.

«Dai, Hayes, sì o no.»
«No» risponde secco, e gli sono grata per la risposta. Non aspettavo altro che sentirla. Non saprei come avrei reagito se avesse risposto di sì. Forse avrei lasciato correre.

Adesso il gioco è in mano ad Hayes. Gira la bottiglia. Shawn. Punta a Shawn. Spero solo che Hayes non si sia accorto degli sguardi che ci lanciavamo.

«Obbligo o verità?» gli chiede.
«Obbligo» risponde Shawn calmissimo.

Posa lo sguardo momentaneamente su di me, ma poi lo sposta subito per voltarsi su chi ha appena parlato.

«Decido io l'obbligo.»

Nash.

Lancia un'occhiata furba a me e da lì capisco tutto. E non posso crederci. Hayes non si era accorto di niente, ma suo fratello sì. E mi stava fissando per quello.

Adesso di sicuro avrebbe fatto qualcosa per farmi umiliare ancora di più.

Scusate, la mia buca?

«Ti obbligo a baciare Alessia.»

"Baciare" è generale, spero che Shawn abbia interpretato la cosa per "baciare sulla guancia".

Shawn si alza per venirmi incontro ma Nash lo blocca.

«Sulle labbra.»

Hei gente!
Lo so, è strano, ho aggiornato presto. Non è proprio da me, ma avevo l'ispirazione e ho deciso di scrivere tutto subito😌 Comunque, il gioco della bottiglia forse sarà la chiave che aprirà una nuova porta in questa storia, e posso immaginare che abbiate già intuito qualcosa😏 A parte questo, penso aggiornerò presto perché mi sento piuttosto presa da questa storia e ho veramente un sacco di idee che mi frullano nella testolina. Comunque, mettete qualche stellina e commentate. Anzi, commentate con delle domande sulla storia/ personaggi che volete chiedermi. Risponderò a tutto e a tutte😌💕 Buona notte fanciulleeeeee💕
Bea👽

My hero wears  Vans || Nash GrierDove le storie prendono vita. Scoprilo ora