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Tutto questo è semplicemente bizzarro. Tutto quanto.
La leggera pressione delle labbra di Nash sulle mie la posso ancora percepire, comprese le farfalle che si sono liberate nel mio stomaco subito dopo. Nash non lo sopporto, eppure mi fa questo effetto. Come posso sopravvivere a tutto questo? A tutto questo turbine di emozioni che continua a presentarsi davanti a me? E perché Nash si sta comportando così? Piuttosto, perché mi ha baciata? Perché ha deciso di baciarmi, così, dal nulla? Non ha alcuna spiegazione, alcuna ragione. Se trovasse qualche scusa non gli crederei, ne sono certa.

Un sacco di domande frullano nella mia testa alle quali non riesco a trovare una risposta. Forse la risposta si trova proprio nella stanza accanto alla mia. Alla fine è Nash l'unico che potrebbe spiegarmi cosa stia succedendo - cosa gli stia succedendo -, ma come ho detto prima, probabilmente non gli crederei. Ho così tanto bisogno di sapere e questa mia curiosità penso mi stia divorando viva, tanto da comandare sul mio buonsenso. Realizzo quello che sto facendo solo quando sono davanti la porta della camera di Nash, aspettando che lui mi apra dopo aver bussato.

Quando apre la porta, il suo sguardo si fa interrogativo. «Cosa c'è?» sbotta.

Guardo un attimo il pavimento sotto i miei piedi prima di ritrovare i suoi occhi.

«Io... Ehm... Mi chiedevo...» balbetto. Poi penso a cosa potrebbe rispondermi Nash. Mi ritroverei molto probabilmente con una porta sbattuta in faccia e il doppio delle domande, quindi decido di lasciare perdere.

Quando lo guardo, il suo sguardo mi dice di continuare.

«No, niente. Lascia perdere» dico girandomi per ritornare nella mia stanza, ma vengo bloccata per un polso e strattonata fortemente. I miei occhi guizzano subito su quelli di Nash, che mi accorgo che sono di fronte ai miei. Cavolo, lui è dannatamente vicino a me.

«No, ora dimmi» ordina in un ringhio. Deglutisco mentre lo fisso. Prendo un sospiro prima di buttare fuori tutto d'un fiato quello che ho da dire.

«Perché mi hai baciata?»

Il suoi occhi si spalancano, rimanendo un attimo scosso dalla mia domanda. Non si aspettava questo mio improvviso interesse al bacio di poco fa, e forse nemmeno io mi sarei aspettata questo comportamento, ma se non glielo avessi chiesto, penso la curiosità mi avrebbe disintegrata. Le sue pupille si dilatano, rendendo praticamente invisibile quell'azzurro cristallino meraviglioso che gli colora gli occhi. Nonostante questo, la sua presa sul mio polso non svanisce, rimanendo abbastanza stretta.

«Perché ti ho baciata?» ripete cantilenante.

Annuisco.

Scrolla le spalle e scioglie le dita intorno al mio polso, lasciando un segno rosso.

«Le persone si baciano di continuo. Non ne rimarrei stupito» sputa con una smorfia.

«Non mi hai risposto» ringhio.

Lui alza gli occhi al cielo. «A me sembra una risposta più che valida, invece» insiste. La rabbia mi ribolle dentro le vene, quasi pronta ad esplodere.

Perché deve fare il difficile?

«Oh, andiamo, Nash! No che non era una-».

All'improvviso le labbra di Nash sono di nuovo sulle mie, facendomi smettere di parlare e mancare l'aria. Le sue mani tengono strette le mie guance a coppa, stringendole leggermente. Cerco di metabolizzare ciò che sta succedendo, perché ancora non riesco a rendermene conto. A distanza di soli pochi minuti, mi ritrovo di nuovo a baciare Nash. Le sue labbra sono morbide, soffici e carnose e la sua bocca sa di dentifricio.

Quando si stacca da me, mi lascia con una sensazione particolare addosso. Sembra come se ne volessi ancora di quel bacio, perché non è durato tanto e perché non mi ha "sfamata".

My hero wears  Vans || Nash GrierDove le storie prendono vita. Scoprilo ora