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Un'ora. Manca solo un'ora all'appuntamento. Sono letteralmente un fascio di nervi, ansia e agitazione. Devo ancora farmi la doccia, scegliere i vestiti e prepararmi psicologicamente a questo. Tutto ciò in meno di un'ora. Tecnicamente impossibile.

Apro il mio armadio ed estraggo intimo, una camicetta bianca semi trasparente e un paio di leggins, dopodiché corro verso il bagno e accendo l'acqua della doccia. Dopo essermi spogliata, entro in doccia e comincio a lavarmi velocemente, facendo prima lo shampoo e poi sciacquandomi il corpo. In tempi record, esco dalla doccia e mi vesto, poi prendo spazzola e phon e comincio ad asciugarmi i capelli. Aiutandomi con la spazzola, rendo lisci i miei lunghi capelli scuri e dopo aver terminato questa operazione, comincio con il trucco. Prima, mi lego in una coda alta i capelli, per non farli cadere sul viso mentre mi sistemo. Estraggo dal cassettone del bagno il mio inseparabile mascara e ne applico un po' sulle ciglia. Dopodiché, mi sciolgo i capelli, che cadono in morbide onde sulle mie spalle. Quando raggiungo la mia stanza, controllo l'ora sul telefono: le sei.

Trenta minuti, mancano solo trenta minuti e Shawn sarà sotto casa mia a suonare il campanello. Oh, mio Dio. Lo stomaco si contorce sempre di più man mano che il tempo diminuisce e l'ansia non fa altro che divorarmi viva.

Ritorno nel mio armadio e apro uno dei cassettoni per prendere un paio di calzetti che scelgo neri, giusto perché sono in tinta con le scarpe e i pantaloni. Dopo essermeli infilati, mi sdraio sul letto e comincio a fissare il soffitto.

E se andasse male? Se rovinassi la serata? Dio, non posso deprimermi in questo modo ora, non posso.

Pensa positivo.

Mi sembra quasi un'impresa impossibile, e io mi sembro tanto una matta.

Ogni due secondi il mio sguardo cade sulla sveglia che c'è sul mio comodino, aspettando ansiosamente il suono del campanello alla mia porta.

Forse sto andando in paranoia? Sì, decisamente.

Prendo un respiro profondo per provare a svuotarmi, ma non succede niente. Mi sento ancora "piena". Provo a chiudere gli occhi, ma continuano a comparire immagini di me e Shawn.

Smettila, basta agitarti da sola.

Decido di abbandonarmi alla musica, sperando che possa almeno un po' tranquillizzarmi. Infilo le cuffiette nelle orecchie e scorro la playlist del mio cellulare. Clicco una canzone a caso, ma quella che becco è una delle mie preferite. È Take On Me degli A-Ha. All'inizio la canticchio fissando il soffitto, poi però penso che se voglio togliermi di dosso almeno una minima parte di questa tensione, devo muovermi. Devo scatenarmi al ritmo della canzone e fare movimenti senza senso.

Dicono sia liberatorio, quindi perché non provare?

Salto giù dal letto e comincio a saltellare. Già meglio. Dopo aver saltato un po', comincio ad agitare le braccia in aria, ma scopro che quella canzone non ha il ritmo adatto per quello che sto facendo. Continuando a saltare, ritorno sulla mia playlist e cerco qualche canzone che sia ritmata. Austin Mahone e Pitbull penso siano quelli giusti. MMM YEAH è la canone perfetta. Ritorno quindi ad agitare le mani in aria e questa volta aggiungendo anche movimenti contorti e scoordinati delle gambe. Vado avanti così per non so quanto tempo, però quando mi fermo capisco che ne è passato abbastanza, data la mia fronte sudata e il mio respiro corto. Anche braccia e gambe ci hanno rimesso, essendo tutte molle come gelatina e senza forza. In guadagno però, non ho più quell'ansia di prima che mi torturava.

Vado velocemente in bagno e mi sciacquo il viso, stando attenta a non bagnare gli occhi. Poi mi spruzzo un po' di deodorante. Già che ci sono, frego anche un po' del profumo che usa mia madre e appena ho finito di sistemarmi, ritorno in camera. Prendo il mio telefono e vado giù in salotto, nell'attesa guarderò un po' di televisione. Chissà quanto mancherà. Sono tentata di guardare l'ora, ma mi obbligò a non farlo.

My hero wears  Vans || Nash GrierDove le storie prendono vita. Scoprilo ora